M5S: Dal Zovo, rinegoziare patto stabilità per dare respiro a PMI
(ACON) Trieste, 15 set - COM/AB - Vanno attuate misure
straordinarie per sostenere le imprese italiane, a tutti i
livelli, per fronteggiare la concorrenza di Slovenia, Austria e
Croazia, visto che la situazione economica del Friuli Venezia
Giulia è il risultato, oltre che della crisi strutturale del
Paese, anche di una disparità che, dal piano burocratico a quello
fiscale, non permette alle aziende locali di competere ad armi
pari con quelle situate solo a qualche chilometro di distanza, ma
oltre confine.
E' questa la convinzione del MoVimento 5 stelle, che a livello
nazionale si è fatto carico di questa situazione anche con
un'interrogazione parlamentare e, in Friuli Venezia Giulia,
prende posizione con Ilaria Dal Zovo, consigliere regionale.
"La Regione - sostiene Ilaria Dal Zovo - deve rinegoziare il
patto di stabilità e riuscire a dare respiro alle imprese che
attendono i loro compensi da tempo. Le piccole e medie imprese
sono il tessuto economico della nostra regione. Si dovrebbe
puntare al rilancio dell'economia interna proprio potenziando e
favorendo lo sviluppo e l'adeguamento tecnologico delle nostre
aziende per far sì che diventino più competitive e
all'avanguardia, e incentivare quelle che già seguono e adoperano
tecnologie avanzate".
"Bisognerebbe inoltre - conclude la consigliera del M5S -
potenziare e migliorare la rete d'impresa interna e pubblicizzare
ogni tipo di fondo europeo e regionale che operano a sostegno
delle nostre imprese - sostiene Dal Zovo. Questo sì ci potrebbe
aiutare a essere speciali".
Il MoVimento richiama anche il patto sottoscritto da Tremonti e
Tondo nel 2010 che garantiva allo Stato 770 milioni dalla Regione
- suddivisi in due anni - per l'attuazione del federalismo
fiscale, intervenendo tra l'altro su alcune fonti dell'autonomia
finanziaria della Regione. Rispettare le condizioni previste da
questo patto, malgrado l'aggravarsi della crisi economica che ha
reso sempre meno competitive le aziende locali rispetto a quelle
presenti in Austria, Slovenia e Croazia, avvantaggiate in
particolare dalla fiscalità di vantaggio e dal costo dell'energia
inferiore di circa il 30% rispetto a quello italiano è una
situazione che sta mettendo in ginocchio diverse categorie
economiche, in particolare tabaccai, veterinari, officine e
carrozzerie, specialmente nell'Isontino.