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Pdl: Cargnelutti, dopo COSPALAT riflettere su produzioni agricole

24.09.2013
13:02
(ACON) Trieste, 24 set - COM/AB - "Alle aziende aderenti a COSPALAT verranno garantiti tutti gli strumenti di ausilio previsti dalla legislazione regionale, compresi quelli specifici per le imprese in difficoltà. Una buona notizia, ma è necessario fare un ragionamento globale sull'agricoltura in FVG".

Ad affermarlo è il consigliere regionale del Pdl e vicepresidente dell'Assemblea Paride Cargnelutti a seguito della risposta del vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello a una sua interrogazione in cui, a seguito delle indagini giudiziarie sul Consorzio COSPALAT, chiedeva l'attivazione di un tavolo di crisi per risolvere l'emergenza.

"Rispetto all'interrogazione che avevo presentato lo scorso 25 giugno (subito dopo l'emergenza) - rileva Cargnelutti - la situazione è naturalmente mutata, ma è importante che la Regione assicuri il pieno appoggio e tutti gli aiuti previsti per le imprese in difficoltà alle aziende aderenti alla COSPALAT. Anche perché quello lattiero-caseario è uno dei settori che più ha subito la crisi in tutta la sua filiera: dalla produzione alla trasformazione, fino ad arrivare alla commercializzazione".

"Dalla risposta dell'assessore si evince che la linea della Regione sarà quella di perseguire un estremo rigore nel campo della sicurezza agro-alimentare, anche e soprattutto per proteggere le produzioni. Il problema è però più ampio, perché, a causa delle normative maggiormente severe in tema di tossicità, si rischia di avere, dopo quella del latte, anche l'emergenza della filiera del mais".

"Per questo - prosegue l'esponente del Pdl - è necessario chiedersi una volta per tutte che tipo di agricoltura vogliamo in FVG. Una riflessione che tenga anche conto se i parametri che oggi considerano il mais al limite della tossicità sono rispettati anche nelle altre parti d'Italia e se il prodotto che importiamo da altri Stati europei sia conforme alle stesse normative".

"Teniamo aperti i riflettori su questo aspetto - conclude Cargnelutti - affinché l'agricoltura non subisca una crisi più grave di quella che sta già attraversando".