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CR: mozione e interpellanza sul CIE di Gradisca (2)

01.10.2013
12:35
(ACON) Trieste, 1 ott - AB - Nei CIE (Centri di identificazione ed espulsione), in particolare in quello di Gradisca d'Isonzo, si pongono tre temi strettamente legati tra loro: un problema umanitario, una questione di diritto e una questione di efficacia rispetto ai risultati attesi.

Partendo da questi presupporti, Franco Codega (PD) e altri dodici consiglieri regionali dei Gruppi di PD, SEL, Cittadini e PD-Ssk, hanno presentato una mozione che intende impegnare la Giunta a una serie di iniziative nei confronti della Prefettura di Gorizia, dell'Ufficio immigrazione della Questura e dei soggetti gestori del CIE.

E sullo stesso argomento è stata depositata anche un'interpellanza a firma lunga (Cremaschi del PD e altri consiglieri dello stesso PD, ma anche di M5S e SEL)

Tra le richieste della mozione, verificare la congruità e il rispetto delle norme nazionali ed europee e la costituzionalità dei provvedimenti; garantire il rispetto dei diritti inviolabili delle persone, compreso il libero accesso alla comunicazione con l'esterno - stampa compresa - il supporto legale, la tutela della salute tramite il SSR; consentire l'ingresso in tutta la struttura ai consiglieri regionali in qualunque momento per verificare le condizioni globali della permanenza.

La mozione intende anche impegnare la Giunta nei confronti del ministero degli Interni affinché sia garantito un adeguato sostegno ai Comuni, che si trovano a rispondere a un problema umanitario di interesse nazionale e internazionale, nonché a chiedere la chiusura immediata del CIE qualora non fosse possibile modificare sostanzialmente le condizioni di vita degli stranieri trattenuti.

Infine, la mozione impegna sempre la Giunta a verificare con il Governo la costituzionalità delle leggi e delle norme attuate in questi anni, a sollecitare l'abrogazione di quelle che non rispettano i diritti umani e a chiedere la riforma della normativa relativa al sistema delle espulsioni e dei trattenimenti, nonché l'abolizione immediata del reato di immigrazione clandestina.

Queste le richieste, che muovono da alcune considerazioni, tra le quali la situazione del CIE più volte verificata, anche recentemente da diversi consiglieri regionali, all'interno del quale vi sono problemi di condizioni di vita delle persone trattenute e di lavoro di chi opera nella struttura, nonché l'estrema eterogeneità delle persone e la varietà delle relative vicissitudini di coloro che vi sono attualmente trattenuti: immigrati che riferiscono di giungere da zone belliche e che potrebbero essere nelle condizioni di chiedere asilo politico; persone da decenni in Italia, con famiglia e figli nati nel nostro Paese, ma senza un lavoro regolare o con permesso di soggiorno scaduto; persone che hanno già scontato una pena in carcere e che, non identificate nel corso della detenzione come invece prevede la direttiva Amato-Mastella del 2007, sono costrette a scontare un supplemento di pena nel CIE.

(immagini tv)

(segue)