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PD: Codega, Shaurli, Cremaschi commentano mozione CIE Gradisca

01.10.2013
16:05
(ACON) Trieste, 1 ott - COM/AB - In riferimento alla mozione sul CIE di Gradisca approvata dal Consiglio regionale, il consigliere Franco Codega (PD), primo firmatario del provvedimento, ha dichiarato:

"Dalle nostre ispezioni e dalle segnalazioni ufficiali provenienti da chi ha recentemente visitato la struttura possiamo, a ragion veduta, sostenere la completa mancanza di tutela dei diritti all'interno del CIE di Gradisca per i trattenuti: abbiamo visto le persone rinchiuse in spazi assolutamente inadeguati, tenute sotto controllo in attesa di un'identificazione che il più delle volte non arriva, se non c'è già dopo i primi 30 giorni. Infatti, dopo i 18 mesi di detenzione in una struttura, che non è un carcere, queste persone vengono mandate fuori. Non ci sono neppure le condizioni di sicurezza per le forze dell'ordine che operano all'interno".

Sulla mozione è intervenuto anche il capogruppo PD Cristiano Shaurli citando il poeta friulano Leonardo Zanier: "Libars di scugni là voleva dire, per i friulani costretti ad emigrare, esattamente quello che vuol dire oggi per queste persone, costrette a partire per sopravvivere. Le baracche di Marcinelle non erano diverse, bollenti d'estate e ghiacciate d'inverno. O quel centro cambia, oppure questa Regione lo chiude", ha concluso Shaurli.

Sulla reale efficacia del CIE ha insistito la consigliera PD Silvana Cremaschi, che ritiene sprecati i soldi spesi per un Centro che non garantisce nessuno, né i trattenuti, né le forze dell'ordine, né i cittadini. Di fronte a una situazione simile i firmatari chiedono una modifica delle condizioni dei trattenuti o la chiusura del Centro, definito più volte in Aula come il peggiore d'Italia. La Giunta ha fatto propria la mozione e si è impegnata fin da subito al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie all'interno del CIE. Ha comunicato anche di aver avviato l'iter per una verifica a livello nazionale delle condizioni della struttura e dell'opportunità di rivedere la disciplina in materia di immigrazione.