M5S:presentata pdl nuovo limite mandati per consiglieri regionali
(ACON) Trieste, 4 ott - COM - Il Gruppo del MoVimento 5 Stelle
in Consiglio regionale ha presentato questa mattina alla stampa
una proposta di legge volta a favorire la partecipazione dei
cittadini alla vita politica. Come hanno spiegato questa mattina
i consiglieri regionali Elena Bianchi e Cristian Sergo a Udine il
provvedimento risponde a una duplice esigenza: da un lato quella
di favorire una maggiore partecipazione dei cittadini alla cosa
pubblica e dall'altro porre un freno alla politica intesa come
professione, la cui autoreferenzialità conduce inevitabilmente a
una deriva che continua a minare le istituzioni democratiche.
Il provvedimento stabilisce un nuovo limite dei mandati per i
consiglieri regionali, abbassa drasticamente il numero di firme
necessarie per indire i referendum abrogativi di iniziativa
popolare, fa sì che il quorum per l'approvazione del referendum
si abbia con la maggioranza dei voti validamente espressi,
determina nuovi criteri di ineleggibilità alle cariche - ponendo
fine alle spiacevoli estromissioni cui abbiamo recentemente
assistito - e permette a tutti i candidati alla presidenza della
Regione che superano il quorum di sedere in Consiglio regionale.
Una proposta di legge ispirata a un modo di fare politica più
trasparente e più vicino alla gente.
"Nel XXI secolo si deve definitivamente affermare una modalità
diretta di fare politica, spogliata da sovrastrutture e sacralità
che hanno via via allontanato i cittadini eletti dai cittadini
elettori - sottolinea la capogruppo M5S Elena Bianchi - . Chi si
trova a gestire la cosa pubblica, e quindi programma e pianifica
il presente e il futuro, deve agire con la stessa immediatezza
utilizzata nell'affrontare le problematiche della vita reale. Una
rivoluzione culturale, resa possibile anche dai nuovi mezzi di
comunicazione, che oggi consente a un numero crescente di persone
di prendersi cura del nostro territorio e della nostra comunità".
Per favorire la partecipazione il dispositivo riduce anche il
numero delle firme necessarie per indire il referendum regionale
abrogativo. L'obiettivo è quello di riequilibrare la proporzione
fra il numero di firme calcolato sull'elettorato attivo
regionale, rispetto allo stesso istituto previsto a livello
nazionale. Se la normativa statale, infatti, richiede 500.000
firme su una base di elettorato attivo composta da circa 47
milioni di elettori, risulta sovradimensionato il quantitativo di
30.000 firme richiesto nel Friuli Venezia Giulia su una base di
1,1 milioni di elettori.
Allo stesso tempo la proposta di legge punta a ovviare a una
limitazione presente nel solo sistema elettorale del Friuli
Venezia Giulia che restringe, infatti, l'accesso al consesso
consiliare al solo candidato alla Presidenza "che abbia
conseguito un numero di voti validi immediatamente inferiore a
quello del candidato eletto Presidente". Una norma che non
rispecchia la reale espressione della volontà popolare. Per
questo si vuole consentire, invece, a tutti i candidati alla
presidenza della Regione, che superano il quorum, di far parte
del Consiglio regionale.
Il provvedimento interviene, inoltre, sulla modalità di
espressione del voto. Per garantire, infatti, la massima
chiarezza nella lettura della scheda elettorale, evitando al
contempo la proliferazione di simboli che finisce per confondere
i cittadini, si vieta al candidato Presidente di associare
simboli al proprio nome.
Infine, le disposizioni che hanno ad oggetto la carica di
consigliere regionale evitano l'accumulo di ruoli pubblici,
rendendo più chiari i limiti riguardanti l'ineleggibilità e
l'incompatibilità dei candidati e spingono il consigliere eletto
a svolgere in via esclusiva e pienamente il mandato sancito dal
voto dei cittadini.