Pdl: Ziberna, scandaloso negare terzo mandato per i sindaci
(ACON) Trieste, 13 ott - COM/AB - "I cittadini della nostra
regione stanno osservando, con sconcerto e sentimenti di
condanna, come la legge elettorale, che dovrebbero rappresentare
una legge fondamentale a garanzia della democrazia e della
partecipazione, venga oggi utilizzata dalla sinistra per guerre
tribali tra le varie componenti".
Il giudizio è di Rodolfo Ziberna, vice capogruppo del Pdl in
Consiglio regionale, sul tema del terzo mandato dei sindaci e
delle cause di ineleggibilità.
"Già precedentemente avevo espresso la mia netta contrarietà a
impedire al cittadino, come vorrebbe fare invece il PD, di
scegliersi il sindaco senza vincoli di mandato e pertanto senza
ordini di scuderia dei partiti, i quali oggi già hanno scippato i
cittadini del diritto di scegliersi i parlamentari e ora
vorrebbero togliere loro un altro grado di democrazia con la
soppressione delle Province".
"Una legge elettorale - ammonisce Ziberna - non la si può
cambiare solo per soddisfare gli interessi di bottega di un
partito o di una sua parte. Appaiono già scandalose le cause di
ineleggibilità poste per fermare l'ingresso dei sindaci in
Consiglio regionale. Ma la sinistra aveva assicurato alcuni mesi
fa ai "suoi" sindaci che mantenendo le cause di ineleggibilità
(solo ai sindaci è imposto di dimettersi addirittura diversi mesi
prima della accettazione della candidatura in Consiglio
regionale) avrebbe però assicurato loro di candidare a sindaco
per il terzo mandato. Passata la festa, gabbato il Santo! Ed ecco
che la sinistra lascia i suoi sindaci in mezzo al guado, senza
togliere le cause di ineleggibilità e proponendo addirittura di
mandarli a casa alla fine del secondo mandato, perché rischiano
di acquisire troppa popolarità e potrebbero così sfuggire agli
ordini dei partiti."
"Mi auguro - conclude Rodolfo Ziberna - che alla fine nella
sinistra prevalga la linea dei cittadini, portata avanti dai
sindaci, contro quella del partito, affermando il diritto di
scegliere, che sta alla base della nostra stessa democrazia".