M5S: alle Regioni la decisione su orari e aperture dei negozi
(ACON) Trieste, 13 ott - COM/AB - Il MoVimento 5 Stelle FVG,
anche attraverso il Gruppo consiliare regionale, ribadisce il suo
"Domenica No Grazie". Domani alla Camera è in programma, infatti,
la discussione della proposta di legge avanzata contro la
liberalizzazione del commercio. Dopo i voti alle Camere approvati
all'unanimità lo scorso 24 settembre dal Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia, il MoVimento 5 Stelle attende con ansia
l'esito della discussione del provvedimento.
Il MoVimento ha già espresso più volte i motivi per cui ritiene
giusto che debbano essere le singole Regioni a ottenere di nuovo
la potestà legislativa su questa materia così come le è stata
attribuita dalla Costituzione. Nel 2011, il governo Monti con un
articolo del decreto Salva Italia, ha di fatto privato gli Enti
locali di qualsiasi decisione in materia di orari e giornate
d'apertura, dando così la possibilità ai commercianti -
soprattutto alla grande distribuzione - di restare aperti 7
giorni su 7, anche 24 ore al giorno.
Le piccole e medie imprese commerciali hanno sofferto tantissimo
questa concorrenza spietata da parte dei grandi centri e sono
state molte le aziende che hanno abbassato le saracinesche,
provocando una progressiva desertificazione dei nostri centri
storici.
I dati sono eloquenti, migliaia i posti di lavoro persi, ma
sarebbero stati molti di più se nello stesso periodo non avessimo
visto il proliferare di nuovi centri dedicati al gioco d'azzardo,
alle slot machine, ai "compro oro" e ai centri massaggi. Settori
questi che non hanno risentito della crisi economica, ma che in
qualche modo acuiscono la crisi sociale del nostro Paese.
Il PD a livello nazionale non può non tener conto delle istanze
avanzate dalla Regione della presidente Serracchiani, suo
esponente di spicco, che da Roma ha ottenuto risultati da lei
giudicati importanti (la Terza Corsia ad esempio). M5S confida
che Serracchiani saprà farsi valere anche su un tema così
importante, che vede coinvolte il 23% delle società attive del
nostro territorio.
A Roma, durante i lavori della X commissione Attività produttive,
finora hanno prevalso gli egoismi dei partiti. La proposta di
legge presentata dal MoVimento 5 Stelle è stata completamente
modificata in favore di un testo che non risolve in alcun modo i
problemi, non prevedendo l'abrogazione dell'art. 31 sopra
richiamato, che vorrebbe dare la facoltà ai sindaci di poter
decidere in merito. A parte che questo non è tecnicamente
possibile, se non si arriva all'abrogazione tanto auspicata non
si risolverebbero i problemi attuali. Sono molti, infatti, i
sindaci le cui casse sono rimpinguate esclusivamente dalla
presenza sul proprio territorio di centri commerciali e
difficilmente potranno o vorranno opporsi all'apertura
indiscriminata dei negozi.
Il M5S confida, pertanto, che in Aula si possa trovare il giusto
equilibrio tra le forze politiche per dare voce sia alle istanze
dei Consigli regionali che di recente si sono espressi in
materia, sia ai ricorsi di incostituzionalità avanzati nel corso
del 2012 proprio avverso l'art. 31 dalle Regioni Piemonte,
Veneto, Sicilia, Lazio, Lombardia, Sardegna, Toscana e dalla
Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, ma soprattutto ai 150.000
cittadini che si sono recati in tutta Italia a sottoscrivere una
legge di iniziativa popolare denominata "Liberaladomenica",
proposta dalla Confesercenti, sostenuta dai Comitati anti
liberalizzazione selvaggia, dalla Conferenza episcopale italiana,
dai comitati Domenica No Grazie, nonché dalla Regione Emilia
Romagna che, di fatto, è la nona Regione a chiedere un intervento
legislativo.