SEL: Pustetto, mozione per registrazione anagrafica figli immigrati
(ACON) Trieste, 23 ott - COM/AB - Una mozione che intende
impegnare la Giunta a garantire l'obbligo di registrazione alla
nascita di tutti i bambini che nascono e vivono in regione,
intervenendo presso gli uffici dell'anagrafe di tutti i Comuni e
presso i presidi ospedalieri che hanno la delega dei Comuni per
la registrazione anagrafica dei nuovi nati, è stata depositata in
Consiglio regionale da Stefano Pustetto (SEL).
Nello stesso documento si chiede di coinvolgere i parlamentari
eletti in regione per sostenere la proposta di legge nazionale
che modifica la disciplina dell'immigrazione e le norme sulla
condizione dello straniero e di intraprendere una diffusa
campagna di sensibilizzazione sul diritto di tutti i bambini di
essere registrati alla nascita, indipendentemente dalla validità
o meno del permesso di soggiorno dei genitori.
La mozione di Pustetto fa riferimento al rapporto redatto il 6
giugno 2013 dal Gruppo Convention on the Rights of the Child
(CRC) sul monitoraggio della Convenzione sui diritti
dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, Gruppo che in
quell'occasione ha rilanciato la raccomandazione del Comitato ONU
sui Diritti dell'infanzia perché il Governo italiano si impegni a
superare le "restrizioni legali e pratiche rispetto al diritto
dei minori di origine straniera di essere registrati alla
nascita".
In particolare, il Comitato ha espresso preoccupazione per come
la legge 94 del 2009 sulla pubblica sicurezza abbia reso
obbligatorio per i cittadini stranieri mostrare il permesso di
soggiorno per gli atti inerenti il registro civile. Il
conseguente obbligo di denuncia per i pubblici ufficiali
rappresenta un deterrente per quei genitori che, trovandosi in
situazione irregolare, non si presentano agli uffici anagrafici
per la registrazione del figlio per paura di essere identificati
ed eventualmente espulsi.
Sebbene non vi siano dati certi sull'entità del fenomeno -
conclude Pustetto - le stime più recenti sulla presenza di
immigrati in situazione irregolare fanno supporre che vi possa
essere un numero significativo di gestanti in situazione
irregolare che potrebbero, per paura di essere identificate, non
accedere alle cure ospedaliere e alla registrazione anagrafica
del figlio.