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M5S: no aumento capitale, sì ispezione Banca d'Italia a Mediocredito

27.10.2013
15:05
(ACON) Trieste, 27 ott - COM/AB - I consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle Elena Bianchi, Eleonora Frattolin, Ilaria Dal Zovo, Cristian Sergo e Andrea Ussai si dichiarano contro l'aumento di capitale di Mediocredito, invitano la presidente Serracchiani a dare un segnale di discontinuità e ritengono necessaria una nuova ispezione da parte della Banca d'Italia.

La presa di posizione avviene in vista dell'assemblea di Mediocredito in programma domani (lunedì). Il Gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle auspica che la Giunta Serracchiani dia un chiaro segno di discontinuità in merito al piano industriale, al management e all'aumento di capitale. Nascondersi dietro alle richieste avanzate dalla Banca d'Italia, affermano, non è il modo corretto di affrontare un tema così importante per le partecipate della Regione.

Dal 2010 sono emersi pesanti rilievi nei confronti di amministratori, sindaci e direttore generale. Persone che in molti casi siedono ancora al loro posto. In tutti questi casi si è trovato solamente un agnello sacrificale senza risolvere in alcun modo i problemi di Mediocredito.

In questo momento di grave crisi economica e finanziaria, l'operazione che dovrebbe portare all'aumento di capitale della società partecipata della Regione non risolverà i problemi delle aziende in cerca di credito, ma finirà per allungare l'agonia di quello che, fino a 10 anni fa, è stato uno dei migliori strumenti economici regionali.

Con una politica dissennata, la Regione ha affidato la gestione di Mediocredito a persone con interessi diametralmente opposti a quelli di chi dovrebbe gestire la cosa pubblica e di chi si trova ad amministrare aziende che necessitano di un sostegno a lungo termine da parte degli istituti bancari.

Il MoVimento 5 Stelle non può accettare che lo stesso management colpevole di questo devastante declino della "nostra banca" proponga l'ennesimo piano industriale fallimentare. Già ad agosto in Aula ci siamo espressi chiaramente contro la ricapitalizzare delle società partecipate che, se non chiuse del tutto, andrebbero almeno radicalmente ristrutturate. Le rassicurazioni su questi fantomatici piani industriali e sui bilanci della società sono già state smentite dalle istituzioni, Banca Italia in testa. Per questo chiederemo subito una nuova ispezione della Banca d'Italia che faccia luce sulla reale situazione di Mediocredito e sui nuovi numeri del bilancio.