M5S: no aumento capitale, sì ispezione Banca d'Italia a Mediocredito
(ACON) Trieste, 27 ott - COM/AB - I consiglieri regionali del
MoVimento 5 Stelle Elena Bianchi, Eleonora Frattolin, Ilaria Dal
Zovo, Cristian Sergo e Andrea Ussai si dichiarano contro
l'aumento di capitale di Mediocredito, invitano la presidente
Serracchiani a dare un segnale di discontinuità e ritengono
necessaria una nuova ispezione da parte della Banca d'Italia.
La presa di posizione avviene in vista dell'assemblea di
Mediocredito in programma domani (lunedì). Il Gruppo regionale
del MoVimento 5 Stelle auspica che la Giunta Serracchiani dia un
chiaro segno di discontinuità in merito al piano industriale, al
management e all'aumento di capitale. Nascondersi dietro alle
richieste avanzate dalla Banca d'Italia, affermano, non è il modo
corretto di affrontare un tema così importante per le partecipate
della Regione.
Dal 2010 sono emersi pesanti rilievi nei confronti di
amministratori, sindaci e direttore generale. Persone che in
molti casi siedono ancora al loro posto. In tutti questi casi si
è trovato solamente un agnello sacrificale senza risolvere in
alcun modo i problemi di Mediocredito.
In questo momento di grave crisi economica e finanziaria,
l'operazione che dovrebbe portare all'aumento di capitale della
società partecipata della Regione non risolverà i problemi delle
aziende in cerca di credito, ma finirà per allungare l'agonia di
quello che, fino a 10 anni fa, è stato uno dei migliori strumenti
economici regionali.
Con una politica dissennata, la Regione ha affidato la gestione
di Mediocredito a persone con interessi diametralmente opposti a
quelli di chi dovrebbe gestire la cosa pubblica e di chi si trova
ad amministrare aziende che necessitano di un sostegno a lungo
termine da parte degli istituti bancari.
Il MoVimento 5 Stelle non può accettare che lo stesso management
colpevole di questo devastante declino della "nostra banca"
proponga l'ennesimo piano industriale fallimentare. Già ad agosto
in Aula ci siamo espressi chiaramente contro la ricapitalizzare
delle società partecipate che, se non chiuse del tutto,
andrebbero almeno radicalmente ristrutturate. Le rassicurazioni
su questi fantomatici piani industriali e sui bilanci della
società sono già state smentite dalle istituzioni, Banca Italia
in testa. Per questo chiederemo subito una nuova ispezione della
Banca d'Italia che faccia luce sulla reale situazione di
Mediocredito e sui nuovi numeri del bilancio.