SEL: Lauri, sgombero CIE atto di civiltà, FVG terra di accoglienza
(ACON) Trieste, 6 nov - COM/MPB - "Lo sgombero del CIE di
Gradisca deciso dal dipartimento per le Libertà civili e
l'immigrazione del ministero dell'Interno è un atto di civiltà, e
accoglie le richieste della Regione Friuli Venezia Giulia, che
ora può mettersi al lavoro per tornare a essere una terra di
accoglienza e un laboratorio di convivenza".
Lo dichiara Giulio Lauri, capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà
al Consiglio regionale, commentando lo sgombero del CIE di
Gradisca.
"Lo sgombero avviene alla fine di molti mesi di dure proteste, in
cui tutti i soggetti coinvolti hanno subito gravi rischi per la
propria sicurezza e la propria salute, a cominciare dal ragazzo
caduto dal tetto e in fin di vita da agosto. Non si contavano più
gli episodi di autolesionismo, le richieste inascoltate di cure
mediche, i tentativi di fuga o quelli per poter essere trasferiti
in carcere pur di non restare all'interno del CIE. Uno spazio in
cui non sono stati garantiti pienamente i diritti umani, come ha
denunciato la Commissione parlamentare presieduta dal Senatore
Manconi.
"Il nostro auspicio e la nostra richiesta è che il CIE di
Gradisca venga svuotato completamente e che non venga più
riaperto. La Regione ha chiesto al Governo di riformare tutto il
sistema delle espulsioni e dei trattenimenti, abolendo il reato
di immigrazione clandestina: non c'è progetto di ristrutturazione
di quello spazio che possa rendere più umano un luogo concepito
come e peggio di un carcere, in cui di fatto si è detenuti per 18
mesi pur essendo in regola con la giustizia così come è avvenuto
a Gradisca.
"Su questo la destra fa disinformazione - conclude Lauri - perché
chi dei trattenuti aveva commesso dei reati stava a Gradisca solo
perché aveva scontato prima interamente la propria pena dentro un
carcere".