Pdl: Ziberna, sostenere le donne anche nel parto domiciliare
(ACON) Trieste, 17 nov - COM/AB - "Consentire a ogni donna di
scegliere il luogo più idoneo e confacente alle proprie necessità
per partorire, a domicilio, in casa di maternità o in ospedale,
purché siano garantite condizioni igienico-sanitarie di assoluta
sicurezza".
E' questo il contenuto della mozione "Sulla necessità di
sostenere la donna nel parto anche a domicilio" presentata dal
vicecapogruppo Pdl in Consiglio regionale Rodolfo Ziberna (primo
firmatario) e sottoscritta anche dai colleghi Ilaria Dal Zovo
(M5S) e Elio De Anna (GM).
"Il Sistema sanitario nazionale - rileva Ziberna - garantisce a
ogni donna in stato di gravidanza il diritto a prestazioni
sanitarie gratuite e a prestazioni specialistiche in esenzione.
Garanzia che non viene però estesa alle donne che partoriscono a
domicilio, che si trovano costrette a pagare di tasca propria
un'ostetrica libera professionista, non potendo usufruire
dell'assistenza sanitaria gratuita come se si fossero recate in
ospedale".
"A ben guardare, questo è controsenso, visto che l'assistenza
domiciliare a parti fisiologici non presenta rischi aggiuntivi
rispetto all'assistenza negli ospedali e, inoltre, solleva le
Aziende sanitarie da gran parte delle spese, in particolare da
quelle relative alla degenza che, da sole, si aggirano in media
sui 600 euro al giorno. Un parto fisiologico senza complicazioni
ha un costo non superiore ai 1.500 euro, a fronte dei 2.500-3.000
del parto operativo, ai quali si aggiungono appunto i costi di
degenza".
"Alcune Regioni - prosegue l'esponente del Pdl - hanno ben
pensato di prevedere un piano di assistenza domiciliare a carico
delle Aziende sanitarie o, comunque, il rimborso delle spese per
l'assistenza ostetrica domiciliare quando effettuata da libere
professioniste. Si tratta di Piemonte, Marche, Emilia Romagna,
Lazio e della Provincia Autonoma di Trento. Il primo esempio di
assistenza al parto domiciliare è stato il Servizio parto a
domicilio dell'Ospedale S. Anna di Torino, istituito sulla base
di una normativa della Regione Piemonte. Anche in Emilia Romagna
i consultori di Bologna, Reggio Emilia e Modena hanno attivato il
medesimo servizio da parte delle ostetriche dei consultori
stessi, adeguatamente formate".
"In FVG, invece, questo servizio non esiste, come non vi è la
possibilità da parte delle ostetriche libere professioniste di
usufruire dei Certificati di assistenza al parto - CeDAP
(strumenti statistici valutati dall'ISTAT) e, pertanto, non siamo
neanche in grado di conoscere il numero reale di parti che
attualmente hanno già luogo a domicilio".
"A partire dal Piano sanitario nazionale 2011-2013 - afferma
ancora Ziberna - è necessario garantire cure non invasive alle
gravidanze fisiologiche e un'adeguata identificazione e
monitoraggio delle gravidanze a rischio. Misura che determina la
prescrizione delle analisi per la gravidanza a basso rischio
direttamente da parte dell'ostetrica".
"In quest'ottica - conclude Ziberna - sarebbe opportuno che il
FVG emanasse un provvedimento legislativo o un atto di indirizzo
della Giunta per istituire, nell'ambito della medicina del
territorio, il servizio di parto a domicilio, o almeno a
garantire il rimborso delle spese sostenute per lo stesso".