M5S: Dal Zovo, nuovo studio su inquinamento centrale Monfalcone
(ACON) Trieste, 18 nov - COM/AB - "La Regione deve
commissionare un nuovo studio sull'inquinamento da mercurio
prodotto dalla centrale A2A di Monfalcone, da affidare a un
organismo terzo che annoveri esperienze pregresse nel
biomonitoraggio dei licheni al suolo. A effettuare questo studio
non dovrebbe essere quindi l'Arpa FVG ma, per esempio, una delle
università della regione".
La richiesta alla Giunta è contenuta in un'interrogazione della
consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo.
"Vogliamo capire se la Giunta è pronta ad appoggiare una simile
soluzione per fare chiarezza sull'inquinamento della centrale di
Monfalcone anche perché - ricorda Dal Zovo - in tutte le
procedure Aia degli impianti più impattanti la verifica della
biodiversità lichenica viene considerata abitualmente come
elemento informativo utile per conoscere lo stato di salute delle
aree sulle quali sorgono tali impianti".
"Alcune sigle sindacali stanno insistendo sul censimento di tutte
le fonti d'inquinamento, industriali e non, del territorio
monfalconese. Questa vicenda ricorda molto quanto accaduto a
Vado, in Liguria che, come Monfalcone, ha in pieno centro una
centrale a carbone a quattro camini - sostiene la consigliera
M5S. Anche lì in un primo tempo si era cercato di confutare i
dati dell'inquinamento ambientale allargando la responsabilità
alle altre fonti industriali presenti sul territorio. Le
successive indagini della magistratura hanno però accertato, in
modo inequivocabile, il nesso fra la centrale a carbone e un
migliaio di decessi".
"Il sospetto, sempre più fondato, è che dietro alle scelte di
politica energetica e industriale si nascondano interessi che
sono distanti anni luce dalla tutela della salute e del
territorio. Anche la scelta della compartecipata pubblica A2A per
l'opzione 'tutto carbone a Monfalcone' fa parte di questo
disegno? - si chiede Ilaria Dal Zovo. Speriamo sinceramente di
no. Fa piacere che il sindaco Silvia Altran si riservi di
approfondire i contenuti dell'esposto di Anna Maria Cisint.
Dispiace però che il sindaco parli di tempi lunghi del percorso
giudiziario. Il Comune dovrebbe sollecitare la magistratura a
fare al più presto piena luce su quelle che appaiono come
intollerabili zone d'ombra".
"Non condividiamo infine le valutazioni di chi ipotizza che il
ricorso alla procura rallenterà e complicherà la soluzione del
problema carbone. Gli accertamenti giudiziari nel nostro Paese si
sono dimostrati insostituibili nel far emergere disastri
ambientali come a Taranto, Brescia, Vado Ligure. Da troppi anni -
conclude - la politica latita e la scarsa assunzione di
responsabilità degli amministratori pubblici ne è la diretta
conseguenza".