CR: finanziaria 2014, i relatori di minoranza (3)
(ACON) Trieste, 10 dic - MPB - La crisi ha mutilato il bilancio
e non ci sono margini per esercizi contabili; il lavoro è l'unica
vera emergenza; la sanità è un caposaldo indiscutibile; il
welfare un settore strategico per la protezione del tessuto
sociale: questi sono i punti fermi da cui partire - ha dichiarato
il relatore di minoranza per la Lega Nord, Mara Piccin, che ha
però affermato di non voler fare opposizione strumentale. Come,
pure, non ha rinunciato a dichiarare sconcerto e apprensione per
l'azzeramento di fondi destinati a opere molto attese dalla
popolazione come l'ospedale di Pordenone, per i tagli nel
sociale, in particolare per i disabili, per la riduzione di oltre
100 milioni nei capitoli relativi alla salute, integrazione
sociosanitaria e politiche sociali per la famiglia; a considerare
incomprensibile l'ampliamento del fondo per l'immigrazione e
irresponsabile la scelta di aumentare la rubrica relativa alla
cultura: in tutto oltre 46 milioni e mezzo contro i 44,3 milioni
stanziati per attività produttive, turismo, commercio e
agricoltura. E troppe zone d'ombra tutt'ora sul patto di
stabilità, per Piccin che ha invitato a defiscalizzare il lavoro
per i neoassunti, per consentire alle imprese di aumentare il
numero di lavoratori e a essi di non veder dimezzata la paga
dalle imposte.
Per Elena Bianchi, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, le ricette
economiche che vengono proposte per far fronte ai dati negativi
sono sempre le stesse: aumenti di capitale e sostegno
incondizionato alle grandi aziende, ma nessun segnale di
cambiamento nel modello di sviluppo. Bianchi considera pavida e
attendista la decisione di coprire le spese correnti rinviando
ogni investimento: così le risorse per lo sviluppo resteranno
ferme per più di 12 mesi. Analizza, settore per settore, per
evidenziare alcune contrarietà: ad esempio, per i fondi a Friulia
e Mediocredito che dovevano essere stanziati per affrontare la
crisi delle imprese; per la scarsa attenzione verso la tutela
dell'ambiente e la difesa del territorio, per il taglio delle
risorse al sistema sanitario (-3%) e alle politiche sociali
(-5%). Non tralascia note positive: il mantenimento delle risorse
per i Fondi, rispettivamente, per l'abbattimento rette degli
asili nido e per l'autonomia possibile (con l'introduzione della
rendicontazione per quanto riguarda l'assegno di autonomia), lo
sforzo di mantenere inalterata la cifra dei trasferimenti agli
Enti locali; ma si rammarica che i miseri risparmi ottenuti con i
tagli ai costi della politica siano serviti a mascherare
l'aumento degli stanziamenti a favore dell'Amministrazione
regionale e dei suoi enti e agenzie.
Il nostro parere sul ddl è sostanzialmente negativo - ha esordito
infine Paride Cargnelutti (Pdl), unico relatore della coalizione
di centrodestra, giudicando ideologiche le scelte operate. Senza
investimenti (rimandati all'estate) non si crea ricchezza, fa
notare Cargnelutti che denuncia tra l'altro la mancanza di
interventi per il miglioramento energetico degli edifici e per
l'innovazione delle imprese e che accusa l'Esecutivo di aver
"asfaltato" tutti gli enti e le associazioni culturali, sportivi
e di assistenza sociale presenti sul territorio regionale, decine
di associazioni che rappresentano il tessuto sociale del Friuli
Venezia Giulia, i bonus bebè e gli aiuti alle gestanti e ai
consultori familiari di ispirazione cattolica, il privato sociale
e le attività produttive. Occorre cambiare l'impostazione,
aprirsi a logiche di crescita e di mantenimento del tessuto
sociale - sottolinea evidenziando che anzichè stanziare subito
l'intero importo utilizzabile nel corso dell'anno per le spese
correnti, una quota parte potrebbe essere utilizzata per la
crescita, rimpinguando quei capitoli in assestamento. Perchè -
conclude - occorre immediatamente restituire almeno la maggior
parte del maggior gettito da compartecipazione Irpef ai cittadini
e alle imprese.
(foto, immagini tv)
(segue)