UDC: Barillari, odg su scuole specializzazione medica
(ACON) Trieste, 13 dic - COM/MPB - Il consigliere regionale
Giovanni Barillari (UDC) solleva nuovamente il problema relativo
ai tagli imposti all'interno della legge di stabilità, in
discussione al Parlamento, per l'attivazione dei corsi di
specializzazione in ambito medico. Assieme ai colleghi Travanut e
Cremaschi, poi sottoscritto da altri consiglieri componenti di
tutti i gruppi consiliari, ha presentato un ordine del giorno da
inserire nella finanziaria 2014.
"Il quadro globale della situazione - evidenzia Barillari - non
sta migliorando, anzi. Pare che i fondi stanziati permetterebbero
solamente 2.000 contratti di formazione per il prossimo anno
accademico rispetto agli iniziali 2.500-2.800 che rappresentano
la metà di quelli attivati lo scorso anno e sostanzialmente un
terzo del fabbisogno nazionale (nel 2014 sono previsti 7.500
nuovi laureati in medicina). Se pensiamo che nell'anno accademico
2012/2013 già si sono potuti attivare solamente 4.500 contratti a
livello nazionale, si può ben capire che il danno che si andrà a
provocare sarà notevole.
"Sono vicino a quegli specializzandi, o potenziali tali, che
aderiscono a Federmedici e all'Associazione giovani medici
italiani, che stanno chiedendo a gran voce la possibilità di
implementare il capitolo di spesa e garantire quindi il
finanziamento per far fronte almeno al fabbisogno nazionale di
medici specialistici; viceversa vi sarà la necessità di importare
medici specialisti dall'estero.
"La tematica è fondamentale per il futuro della sanità in Italia
e non può essere trascurata: una nazione che rinuncia agli
investimenti nell'alta formazione e nella conoscenza nonché al
perseguimento della migliore competenza a beneficio dei propri
cittadini, abdica al proprio ruolo e pregiudica alla propria
prospettiva per il futuro".
Proprio per far sì che la Regione giochi un ruolo importante
presso il Governo centrale, il consigliere Barillari ritiene
fondamentale che l'ordine del giorno abbia il maggior consenso
possibile e che, di conseguenza, la presidente Serracchiani e
l'assessore Telesca possano esercitare la più forte azione
possibile a livello nazionale.
"Credo - conclude - che la Regione Friuli Venezia Giulia possa
svolgere un ruolo trainante in questa vicenda, anche alla luce
del fatto che un'eventuale riduzione dei corsi di
specializzazione avrà sicure ripercussioni anche a livello
regionale con la possibile soppressione di corsi di
specializzazione in regione, comportando di conseguenza un
depauperamento del patrimonio formativo sanitario del nostro
territorio e costringendo i giovani medici del Friuli Venezia
Giulia a trasferirsi in altre regioni per potersi specializzare.
Un'eventualità assolutamente da scongiurare".
"In altri termini, il taglio dei corsi di specializzazione a
livello nazionale rischia con elevata probabilità di portare a un
severo e irreversibile ridimensionamento dei corsi di laurea e di
specialità in medicina della nostra regione. È bene ricordare che
l'Università degli Studi di Udine è frutto di una forte e
appassionata volontà popolare concretizzatasi negli anni '70 con
la raccolta di 125.000 firme".