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UDC: Barillari, odg su scuole specializzazione medica

13.12.2013
20:28
(ACON) Trieste, 13 dic - COM/MPB - Il consigliere regionale Giovanni Barillari (UDC) solleva nuovamente il problema relativo ai tagli imposti all'interno della legge di stabilità, in discussione al Parlamento, per l'attivazione dei corsi di specializzazione in ambito medico. Assieme ai colleghi Travanut e Cremaschi, poi sottoscritto da altri consiglieri componenti di tutti i gruppi consiliari, ha presentato un ordine del giorno da inserire nella finanziaria 2014.

"Il quadro globale della situazione - evidenzia Barillari - non sta migliorando, anzi. Pare che i fondi stanziati permetterebbero solamente 2.000 contratti di formazione per il prossimo anno accademico rispetto agli iniziali 2.500-2.800 che rappresentano la metà di quelli attivati lo scorso anno e sostanzialmente un terzo del fabbisogno nazionale (nel 2014 sono previsti 7.500 nuovi laureati in medicina). Se pensiamo che nell'anno accademico 2012/2013 già si sono potuti attivare solamente 4.500 contratti a livello nazionale, si può ben capire che il danno che si andrà a provocare sarà notevole.

"Sono vicino a quegli specializzandi, o potenziali tali, che aderiscono a Federmedici e all'Associazione giovani medici italiani, che stanno chiedendo a gran voce la possibilità di implementare il capitolo di spesa e garantire quindi il finanziamento per far fronte almeno al fabbisogno nazionale di medici specialistici; viceversa vi sarà la necessità di importare medici specialisti dall'estero.

"La tematica è fondamentale per il futuro della sanità in Italia e non può essere trascurata: una nazione che rinuncia agli investimenti nell'alta formazione e nella conoscenza nonché al perseguimento della migliore competenza a beneficio dei propri cittadini, abdica al proprio ruolo e pregiudica alla propria prospettiva per il futuro".

Proprio per far sì che la Regione giochi un ruolo importante presso il Governo centrale, il consigliere Barillari ritiene fondamentale che l'ordine del giorno abbia il maggior consenso possibile e che, di conseguenza, la presidente Serracchiani e l'assessore Telesca possano esercitare la più forte azione possibile a livello nazionale.

"Credo - conclude - che la Regione Friuli Venezia Giulia possa svolgere un ruolo trainante in questa vicenda, anche alla luce del fatto che un'eventuale riduzione dei corsi di specializzazione avrà sicure ripercussioni anche a livello regionale con la possibile soppressione di corsi di specializzazione in regione, comportando di conseguenza un depauperamento del patrimonio formativo sanitario del nostro territorio e costringendo i giovani medici del Friuli Venezia Giulia a trasferirsi in altre regioni per potersi specializzare. Un'eventualità assolutamente da scongiurare".

"In altri termini, il taglio dei corsi di specializzazione a livello nazionale rischia con elevata probabilità di portare a un severo e irreversibile ridimensionamento dei corsi di laurea e di specialità in medicina della nostra regione. È bene ricordare che l'Università degli Studi di Udine è frutto di una forte e appassionata volontà popolare concretizzatasi negli anni '70 con la raccolta di 125.000 firme".