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CR: approvata legge accesso welfare cittadini italiani e migranti (3)

20.12.2013
13:57
(ACON) Trieste, 20 dic - MPB - La legge per l'accesso alle prestazioni sociali di cittadini italiani e migranti ha avuto dall'Aula 26 voti favorevoli, da PD, SEL, Cittadini e M5S; 10 le astensioni e 4 i voti contrari. A votare contro i tre consiglieri della Lega Nord e il consigliere Elio De Anna (Pdl), diversamente da quanto fatto dai colleghi pidiellini che si sono astenuti, insieme con l'esponente dell'UDC Giovanni Barillari e i componenti del Gruppo di Autonomia Responsabile.

Nel dibattito che ha preceduto le votazioni il consigliere Pdl Riccardo Riccardi aveva definito la norma un totem ideologico e, chiedendosi se il provvedimento fosse inclusivo o creasse ulteriori problemi, aveva invitato Giunta e maggioranza a verificarne gli effetti, poichè la platea dei beneficiari aumenterà e le liste d'attesa cresceranno. Per Andrea Ussai (M5S) la definizione di nuove norme per i cittadini stranieri è necessaria per passare dalla discriminazione ai diritti, per uscire dalla procedura di infrazione, ma anche perchè l'immigrazione non è un fenomeno transitorio e gli immigrati versano attraverso le tasse più di quello che costano e rappresentano una risorsa anche per la crescita economica. Alessandro Colautti (Pdl), ha respinto quello che ha definito il tentativo di accreditare al centrodestra un atteggiamento discriminatorio: la scorsa legislatura si sono realizzate iniziative positive di integrazione possibile e non c'è stata nessuna normativa che abbia tolto soldi e interventi riguardanti gli immigrati, ma anche nel Nord Europa c'è una rivisitazione complessiva delle tematiche del welfare perchè non si è più in grado di garantire tutto a tutti.

E se per Pietro Paviotti (Cittadini) l'immigrato che contribuisce al welfare dovrebbe essere trattato come un cittadino normale, e quindi la questione è riconoscere pari opportunità, Mauro Travanut (PD) ha posto l'accento sul fatto che se la platea si allarga vanno rivisti i criteri, poichè per l'universalità dei diritti tutti sono eguali. Rispetto a questa acquisizione non si possono fare passi indietro nè si può trascurare che il gettito complessivo derivante dagli immigrati regolari e che lavorano è cospicuo, pari a 60 milioni di euro. Per Enio Agnola (PD) da una competizione fra soggetti si è passati alla richiesta di politiche sociali che facciano sopravvivere: quest'Aula deve cominciare a lavorare per un welfare davvero sostenibile la cui impostazione sia continuamente aggiornata perchè le dinamiche sono in continua evoluzione: non si può consentire che una quota di cittadinanza possa essere messa all'angolo. Giulio Lauri (SEL) parte dalle modalità di gestione dei CIE, diverse nel Nord Europa e in Italia, per dire che qui c'è una cultura discriminatoria, costruita ad arte per giustificare l'impoverimento della società, scaricando la responsabilità sugli immigrati, capro espiatorio: questa legge ripristina un principio di uguaglianza rispetto all'accesso del welfare, ovvero un principio di civiltà sapendo che un grande lavoro culturale resta da fare.

Per l'assessore alla cultura Gianni Torrenti, infine, il provvedimento non amplia la platea, ma ha preso atto della situazione.

(segue)