CR: approvata legge accesso welfare cittadini italiani e migranti (3)
(ACON) Trieste, 20 dic - MPB - La legge per l'accesso alle
prestazioni sociali di cittadini italiani e migranti ha avuto
dall'Aula 26 voti favorevoli, da PD, SEL, Cittadini e M5S; 10 le
astensioni e 4 i voti contrari. A votare contro i tre consiglieri
della Lega Nord e il consigliere Elio De Anna (Pdl), diversamente
da quanto fatto dai colleghi pidiellini che si sono astenuti,
insieme con l'esponente dell'UDC Giovanni Barillari e i
componenti del Gruppo di Autonomia Responsabile.
Nel dibattito che ha preceduto le votazioni il consigliere Pdl
Riccardo Riccardi aveva definito la norma un totem ideologico e,
chiedendosi se il provvedimento fosse inclusivo o creasse
ulteriori problemi, aveva invitato Giunta e maggioranza a
verificarne gli effetti, poichè la platea dei beneficiari
aumenterà e le liste d'attesa cresceranno. Per Andrea Ussai (M5S)
la definizione di nuove norme per i cittadini stranieri è
necessaria per passare dalla discriminazione ai diritti, per
uscire dalla procedura di infrazione, ma anche perchè
l'immigrazione non è un fenomeno transitorio e gli immigrati
versano attraverso le tasse più di quello che costano e
rappresentano una risorsa anche per la crescita economica.
Alessandro Colautti (Pdl), ha respinto quello che ha definito il
tentativo di accreditare al centrodestra un atteggiamento
discriminatorio: la scorsa legislatura si sono realizzate
iniziative positive di integrazione possibile e non c'è stata
nessuna normativa che abbia tolto soldi e interventi riguardanti
gli immigrati, ma anche nel Nord Europa c'è una rivisitazione
complessiva delle tematiche del welfare perchè non si è più in
grado di garantire tutto a tutti.
E se per Pietro Paviotti (Cittadini) l'immigrato che contribuisce
al welfare dovrebbe essere trattato come un cittadino normale, e
quindi la questione è riconoscere pari opportunità, Mauro
Travanut (PD) ha posto l'accento sul fatto che se la platea si
allarga vanno rivisti i criteri, poichè per l'universalità dei
diritti tutti sono eguali. Rispetto a questa acquisizione non si
possono fare passi indietro nè si può trascurare che il gettito
complessivo derivante dagli immigrati regolari e che lavorano è
cospicuo, pari a 60 milioni di euro. Per Enio Agnola (PD) da una
competizione fra soggetti si è passati alla richiesta di
politiche sociali che facciano sopravvivere: quest'Aula deve
cominciare a lavorare per un welfare davvero sostenibile la cui
impostazione sia continuamente aggiornata perchè le dinamiche
sono in continua evoluzione: non si può consentire che una quota
di cittadinanza possa essere messa all'angolo. Giulio Lauri (SEL)
parte dalle modalità di gestione dei CIE, diverse nel Nord Europa
e in Italia, per dire che qui c'è una cultura discriminatoria,
costruita ad arte per giustificare l'impoverimento della società,
scaricando la responsabilità sugli immigrati, capro espiatorio:
questa legge ripristina un principio di uguaglianza rispetto
all'accesso del welfare, ovvero un principio di civiltà sapendo
che un grande lavoro culturale resta da fare.
Per l'assessore alla cultura Gianni Torrenti, infine, il
provvedimento non amplia la platea, ma ha preso atto della
situazione.
(segue)