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Pdl: Ziberna, a pagare non può essere sempre l'isontino

27.12.2013
10:24
(ACON) Trieste, 27 dic - COM/AB - "Dobbiamo uscire dalle dinamiche campaniliste, di cui si sono alimentate anche la politica regionale e isontina, a causa della deleteria quanto costosissima competizione tra Trieste e Udine, e in minor misura tra Gorizia e Monfalcone. La competizione è certamente sana, purché non trascenda sino a mettere a rischio la qualità dei servizi".

Lo afferma il consigliere regionale Rodolfo Ziberna (Pdl), che aggiunge:

"Ciò vale in ogni ambito e a maggior ragione in quello sanitario. Al sopravvenire di emergenze, in qualsiasi area della regione, senza dubbio deve scattare la solidarietà regionale, ma tolta questa eccezione deve prevalere sempre e comunque il criterio dell'equità. Se bisogna fare sacrifici la comunità isontina è pronta a continuare a farli, ma a condizione che tutte le province della regione facciano altrettanto e non esistano territori di serie A e quelli di serie B.

"Il taglio di 45 milioni di euro alla sanità giuliana e, in particolare, di 13 milioni quella isontina, in percentuale tripla e doppia rispetto a Udine e Pordenone, sono la dimostrazione di come spesso la Regione non sia equa nel chiedere sacrifici. È noto, invece, come la popolazione goriziana e triestina siano quelle che maggiormente hanno bisogno di prestazioni sanitarie, vista l'età media più alta e pertanto statisticamente più bisognosa di servizi sanitari.

"Non equa appare nemmeno la ripartizione dei tagli tra le ASS Goriziana e Triestina, visto il costo sanitario pro capite nella provincia di Gorizia, che è inferiore di circa 250 euro all'anno rispetto a quella di Trieste. L'ASS 2 Isontina negli ultimi anni ha inoltre prodotto risparmi dai 500.000 ai 2 milioni di euro, che in parte sono stati donati all'Azienda ospedaliera triestina.

"Non abbiamo letto la decisione della Regione di sopprimere una delle due cliniche universitarie, la cui costosissima coesistenza è ritenuta utile solo per alimentare la competizione tra Trieste e Udine, che non ci possiamo assolutamente più permettere. E poi, a cosa servono, ma è solo un ulteriore esempio, due cardiochirurgie e due neurochirurgie? Quelli sono i doppioni che costano. Oppure una equipe per i trapianti di fegato a Udine, visto che sono meno di 20 all'anno?

"Anche queste considerazioni mi inducono a chiedere alla presidente Serracchiani ed all'assessore alla salute di rivedere la distribuzione dei tagli in modo equo, ciò comportando una riduzione dei tagli all'Isontino inferiore di 5 milioni ai 13 ora previsti.

"Questi tagli assumono aspetti che preoccupano me, ma dovrebbero preoccupare anche chi oggi eroicamente cerca di giustificare la Giunta della presidente Serracchiani. Apprezzo il documento in tema di sanità che è stato condiviso da maggioranza e opposizione in Consiglio comunale a Gorizia, ma dove sono gli assessori e i consiglieri regionali espressi dalla provincia di Gorizia? C'è un evidente asservimento nei confronti di una Giunta regionale che non fa passare giorno senza penalizzare Gorizia e l'Isontino, rimangiandosi tutte le promesse fatte dalla Serracchiani in campagna elettorale: una presidente sempre fuori sede, amante dei salotti televisivi, troppo occupata oggi a fare la dirigente nazionale del PD, a usare aerei di Stato per partecipare ai programmi televisivi, a confezionare bandi selettivi: tutte cose per le quali se a governare ci fosse stato un uomo o donna del cento destra avrebbero preteso le sue dimissioni.

"Vi sono prestazioni sanitarie alle quali la popolazione si rivolge di meno e che pertanto possono essere ottimizzate anche grazie ad aggregazioni, diversificazioni, specializzazioni e diverse localizzazioni, a garanzia di una elevata specializzazione e dotazione tecnologica. Vi sono altre prestazioni che, invece, hanno la necessità di essere erogate in maggior misura e frequenza e che per tale ragione la loro delocalizzazione e concentrazione comporterebbe, oltre a comprensibili disagi e disservizi, anche maggiori costi. Il costo complessivo del servizio, infatti, non deriva dal mero onere di cui si fa carico l'Azienda sanitaria, ma anche dalla sommatoria degli oneri di cui si fanno carico coloro che accedono alla prestazione.

"Ho recentemente denunciato al Consiglio e alla Giunta regionale anche l'ulteriore depauperamento che sta subendo la sanità isontina a causa della mancata copertura dei posti di diversi primari, tra i quali radiologia e del laboratorio di Monfalcone, di fisioterapia, cardiologia, nefrologia e dialisi di Gorizia. A seguito di una operazione chirurgica laparoscopica, cui mi sono sottoposto un anno fa a Monfalcone, continuo a rivolgermi per ogni servizio collaterale all'ospedale di Monfalcone, trovando grande professionalità, cortesia, efficienza. Non potendo pensare di trovare tutto sotto casa, e per giunta di qualità, è fuor di dubbio che le prestazioni sul territorio sia isontino che regionale andranno ricollocate nell'ambito di una nuova governance.

"La sanità isontina - in tal senso ha ragione il direttore generale Cortiula - dovrà non avere più doppioni tra Gorizia e Monfalcone, bensì diverse specializzazioni, per puntare a una sanità d'eccellenza. In riferimento a Gorizia, penso a urologia, neurologia, ortopedia (con i suoi numeri da eccellenza) e rianimazione, che è la terza migliore in ambito regionale.

"Molto si è detto e scritto sul punto nascita di Gorizia. Innanzi tutto ritengo assurda la norma che pone la soglia di 1.000 nascite all'anno per considerare sicuro un punto nascita, quando quello di Gorizia con meno di 500 nascite è il più sicuro in regione e tra i più sicuri d'Italia. È senza dubbio ascrivibile alla Regione la responsabilità dell'improvviso calo di nascite a Gorizia: nel momento in cui non si consente di qualificare il punto nascite con personale medico e ostetriche è conseguenziale che si preferisca far nascere i propri figli altrove. Oggi né Gorizia né Monfalcone hanno i numeri per poter mantenere in vita i rispettivi punti nascite, ma con la Casa del parto, prevista dal GECT transfrontaliero a Gorizia, credo si debba e si possa riproporre un punto nascita isontino, approfittando dell'opportunità di Gorizia. Il punto nascita transfrontaliero può essere innovativo e sperimentale, con l'apporto della Casa del parto, che non ha eguali nel Nord-Est Italia. Va rammentato che non è pensabile avere una Casa del parto senza avere nelle immediate vicinanze una struttura ospedaliera (ginecologia e pediatria) all'altezza, ma i costi di tutto il progetto possono essere coperti dall'Unione europea e quindi alleggerire anche i conti della finanza regionale e dell'ASS2.

"È necessario però che la Regione sostenga questa decisione, assicurandosi che il nostro ministero inserisca il progetto nel Contratto di partenariato. Un sincero apprezzamento per l'opera svolta in tal senso va al Comune di Gorizia e a Informest".