Pdl: Ziberna, a pagare non può essere sempre l'isontino
(ACON) Trieste, 27 dic - COM/AB - "Dobbiamo uscire dalle
dinamiche campaniliste, di cui si sono alimentate anche la
politica regionale e isontina, a causa della deleteria quanto
costosissima competizione tra Trieste e Udine, e in minor misura
tra Gorizia e Monfalcone. La competizione è certamente sana,
purché non trascenda sino a mettere a rischio la qualità dei
servizi".
Lo afferma il consigliere regionale Rodolfo Ziberna (Pdl), che
aggiunge:
"Ciò vale in ogni ambito e a maggior ragione in quello sanitario.
Al sopravvenire di emergenze, in qualsiasi area della regione,
senza dubbio deve scattare la solidarietà regionale, ma tolta
questa eccezione deve prevalere sempre e comunque il criterio
dell'equità. Se bisogna fare sacrifici la comunità isontina è
pronta a continuare a farli, ma a condizione che tutte le
province della regione facciano altrettanto e non esistano
territori di serie A e quelli di serie B.
"Il taglio di 45 milioni di euro alla sanità giuliana e, in
particolare, di 13 milioni quella isontina, in percentuale tripla
e doppia rispetto a Udine e Pordenone, sono la dimostrazione di
come spesso la Regione non sia equa nel chiedere sacrifici. È
noto, invece, come la popolazione goriziana e triestina siano
quelle che maggiormente hanno bisogno di prestazioni sanitarie,
vista l'età media più alta e pertanto statisticamente più
bisognosa di servizi sanitari.
"Non equa appare nemmeno la ripartizione dei tagli tra le ASS
Goriziana e Triestina, visto il costo sanitario pro capite nella
provincia di Gorizia, che è inferiore di circa 250 euro all'anno
rispetto a quella di Trieste. L'ASS 2 Isontina negli ultimi anni
ha inoltre prodotto risparmi dai 500.000 ai 2 milioni di euro,
che in parte sono stati donati all'Azienda ospedaliera triestina.
"Non abbiamo letto la decisione della Regione di sopprimere una
delle due cliniche universitarie, la cui costosissima coesistenza
è ritenuta utile solo per alimentare la competizione tra Trieste
e Udine, che non ci possiamo assolutamente più permettere. E poi,
a cosa servono, ma è solo un ulteriore esempio, due
cardiochirurgie e due neurochirurgie? Quelli sono i doppioni che
costano. Oppure una equipe per i trapianti di fegato a Udine,
visto che sono meno di 20 all'anno?
"Anche queste considerazioni mi inducono a chiedere alla
presidente Serracchiani ed all'assessore alla salute di rivedere
la distribuzione dei tagli in modo equo, ciò comportando una
riduzione dei tagli all'Isontino inferiore di 5 milioni ai 13 ora
previsti.
"Questi tagli assumono aspetti che preoccupano me, ma dovrebbero
preoccupare anche chi oggi eroicamente cerca di giustificare la
Giunta della presidente Serracchiani. Apprezzo il documento in
tema di sanità che è stato condiviso da maggioranza e opposizione
in Consiglio comunale a Gorizia, ma dove sono gli assessori e i
consiglieri regionali espressi dalla provincia di Gorizia? C'è un
evidente asservimento nei confronti di una Giunta regionale che
non fa passare giorno senza penalizzare Gorizia e l'Isontino,
rimangiandosi tutte le promesse fatte dalla Serracchiani in
campagna elettorale: una presidente sempre fuori sede, amante dei
salotti televisivi, troppo occupata oggi a fare la dirigente
nazionale del PD, a usare aerei di Stato per partecipare ai
programmi televisivi, a confezionare bandi selettivi: tutte cose
per le quali se a governare ci fosse stato un uomo o donna del
cento destra avrebbero preteso le sue dimissioni.
"Vi sono prestazioni sanitarie alle quali la popolazione si
rivolge di meno e che pertanto possono essere ottimizzate anche
grazie ad aggregazioni, diversificazioni, specializzazioni e
diverse localizzazioni, a garanzia di una elevata
specializzazione e dotazione tecnologica. Vi sono altre
prestazioni che, invece, hanno la necessità di essere erogate in
maggior misura e frequenza e che per tale ragione la loro
delocalizzazione e concentrazione comporterebbe, oltre a
comprensibili disagi e disservizi, anche maggiori costi. Il costo
complessivo del servizio, infatti, non deriva dal mero onere di
cui si fa carico l'Azienda sanitaria, ma anche dalla sommatoria
degli oneri di cui si fanno carico coloro che accedono alla
prestazione.
"Ho recentemente denunciato al Consiglio e alla Giunta regionale
anche l'ulteriore depauperamento che sta subendo la sanità
isontina a causa della mancata copertura dei posti di diversi
primari, tra i quali radiologia e del laboratorio di Monfalcone,
di fisioterapia, cardiologia, nefrologia e dialisi di Gorizia. A
seguito di una operazione chirurgica laparoscopica, cui mi sono
sottoposto un anno fa a Monfalcone, continuo a rivolgermi per
ogni servizio collaterale all'ospedale di Monfalcone, trovando
grande professionalità, cortesia, efficienza. Non potendo pensare
di trovare tutto sotto casa, e per giunta di qualità, è fuor di
dubbio che le prestazioni sul territorio sia isontino che
regionale andranno ricollocate nell'ambito di una nuova
governance.
"La sanità isontina - in tal senso ha ragione il direttore
generale Cortiula - dovrà non avere più doppioni tra Gorizia e
Monfalcone, bensì diverse specializzazioni, per puntare a una
sanità d'eccellenza. In riferimento a Gorizia, penso a urologia,
neurologia, ortopedia (con i suoi numeri da eccellenza) e
rianimazione, che è la terza migliore in ambito regionale.
"Molto si è detto e scritto sul punto nascita di Gorizia. Innanzi
tutto ritengo assurda la norma che pone la soglia di 1.000
nascite all'anno per considerare sicuro un punto nascita, quando
quello di Gorizia con meno di 500 nascite è il più sicuro in
regione e tra i più sicuri d'Italia. È senza dubbio ascrivibile
alla Regione la responsabilità dell'improvviso calo di nascite a
Gorizia: nel momento in cui non si consente di qualificare il
punto nascite con personale medico e ostetriche è conseguenziale
che si preferisca far nascere i propri figli altrove. Oggi né
Gorizia né Monfalcone hanno i numeri per poter mantenere in vita
i rispettivi punti nascite, ma con la Casa del parto, prevista
dal GECT transfrontaliero a Gorizia, credo si debba e si possa
riproporre un punto nascita isontino, approfittando
dell'opportunità di Gorizia. Il punto nascita transfrontaliero
può essere innovativo e sperimentale, con l'apporto della Casa
del parto, che non ha eguali nel Nord-Est Italia. Va rammentato
che non è pensabile avere una Casa del parto senza avere nelle
immediate vicinanze una struttura ospedaliera (ginecologia e
pediatria) all'altezza, ma i costi di tutto il progetto possono
essere coperti dall'Unione europea e quindi alleggerire anche i
conti della finanza regionale e dell'ASS2.
"È necessario però che la Regione sostenga questa decisione,
assicurandosi che il nostro ministero inserisca il progetto nel
Contratto di partenariato. Un sincero apprezzamento per l'opera
svolta in tal senso va al Comune di Gorizia e a Informest".