III Comm: assessore Telesca, linee 2014 gestione Servizio sanitario
(ACON) Trieste, 14 gen - MPB - Audizione in III Commissione
consiliare regionale - presidente Franco Rotelli (PD) -
dell'assessore alla salute e integrazione sociosanitaria Maria
Sandra Telesca in merito alle linee per la gestione del Servizio
sanitario regionale per il 2014. Ad affiancare l'assessore il
direttore generale Adriano Mastrolongo, che ha delineto il
processo di programmazione-definizione di obiettivi e risultati
attesi e delle risorse complessivamente disponibili per l'anno,
per consentire alle Aziende sanitarie di predisporre i singoli
piani attuativi locali (PAL) e quelli ospedalieri (PAO).
Un quadro di risorse finanziarie, investimenti di rilievo
regionale e aziendale e regole gestionali comprendenti sia azioni
che vincoli operativi per il contenimento dei costi.
Le risorse di parte corrente - complessivamente 2 miliardi e
oltre 115 milioni di euro, di cui 30 milioni sono stati fin da
subito destinati a investimenti per garantire il processo delle
grandi opere in corso per gli ospedali di Pordenone, Udine e
Trieste (Cattinara) - sono state distribuite per il 70% in base a
criteri standard e il rimanente suddiviso fra le Aziende
riequilibrando il bilancio dello scorso anno.
Quando il sistema sarà a regime, la ridistribuzione - è stato
precisato - potrà avvenire completamente secondo criteri
standard. Fra i vincoli operativi il costo per il personale (che
non può superare quello del 2012 abbattuto del l'1%); la
farmaceutica ospedaliera (meno 4% rispetto al 2013); i
dispositivi medici (meno 10% rispetto al 2012); il numero delle
prestazioni ambulatoriali per abitante (non più di 4 pro capite
esclusa la branca di laboratorio); le manutenzioni ordinarie
(costo massimo il 20% in meno rispetto al 2012); il tasso di
ospedalizzazione di ogni Area vasta (non oltre 140 per 1000);
nelle more del nuovo accordo con gli erogatori privati, il budget
destinato a ogni area vasta è determinato sulla base della spesa
consuntiva del 2011, ridotta del 2%).
Parallelamente, fra le azioni operative l'avvenuta chiusura del
nuovo accordo con gli erogatori privati (qui una riduzione del
6%), una rivisitazione del sistema tariffario, la mobilità
sanitaria extraregionale (verrà sviluppato un accordo con il
Veneto).
Interventi dunque prevalentemente di tipo gestionale, che hanno
la finalità di razionalizzare - ha sottolineato Telesca. Quanto
al contenuto delle linee, che sono cosa diversa rispetto alla
riforma che ci compete come assunzione di responsabilità
politica, per la metà sono un obbligo normativo. Il criterio dei
costi standard ha consentito - ha precisato l'assessore - di non
fare tagli lineari. Una virata nelle modalità gestionali di 360
gradi che non può certo concretizzarsi in un mese. Alle Aziende è
chiesto un grande sforzo e quanto messo in campo non dovrà
portare a disservizi; la direzione monitorierà perchè ciò non
accada e apporterà eventuali correzioni.
Telesca ha così risposto al consigliere Bruno Marini (GM/FI), il
primo a intervenire commentando che una manovra simile in anni
precedenti avrebbe portato a grandi manifestazioni di
contrarietà, come se i soldi avessero valori diversi a seconda di
chi governa. Il consigliere aveva chiesto chiarimenti sui dati
relativi all'area giuliano-isontina criticando un cambiamento
senza gradualità, portatore di sconquassi nella sanità triestina.
Una riorganizzazione gestionale, e anche la riforma, devono
essere il più partecipate possibile - ha detto poi Andrea Ussai
(M5S) sollecitando spiegazioni sulle intenzioni della Giunta in
merito al ruolo dei piccoli ospedali, ai punti nascita, al
rapporto con i medici di medicina generale, all'appropriatezza
delle prestazioni del privato accreditato.
Con queste dotazioni finanziarie il sistema reggerà? Ha chiesto
Riccardo Riccardi (Pdl), ponendo una serie di quesiti: se il
sistema regge, cosa significa: che siamo in grado di fare le cose
perchè se ne fanno di meno o nel tempo sono stati buttati soldi?
Siccome l'assessore dice che non saranno tagliati i servizi
dovremo mettere risorse con l'assestamento? E tutto ciò che
effetti produrrà alla città e all'ospedale di Udine? E quando si
dice che non si chiuderanno ospedali occorrerà capire cosa
succederà al loro interno.
Per Stefano Pustetto (SEL) queste linee scontano un immobilismo
di dieci anni. Concorde sull'obbligo dei costi standard, ha
evidenziato perplessità sul decreto Balduzzi: se ci paghiamo la
sanità la gestione è nostra, e anche la riforma spetta alla
Regione - ha sintetizzato evidenziando, fra diversi problemi,
quelli della formazione degli specializzandi, del ruolo
dell'ospedale di Udine e dei punti nascita: questi ultimi si
basano su dati numerici, ma la scelta finale tra Palmanova e
Latisana è politica.
Roberto Novelli (Pdl) con riferimento a quanto riferito in altra
audizione dall'Organo di indirizzo dell'Azienda
ospedaliero-universitaria di Udine, si è detto preoccupato
rispetto a soluzioni a breve. Occorre dire con chiarezza ai
cittadini cosa si dovrà togliere per necessità. In merito ai
piccoli ospedali si stanno riformando i comitati: l'informazione
ufficiale rischia di arrivare tardi.
Per Gino Gregoris (Citt) occorre disporsi a un nuovo approccio
nel modo di operare: come in altri campi anche nella sanità si
possono migliorare le modalità di azione.
Chiarimenti puntuali sono stati chiesti da Franco Codega (PD),
che ha anche invitato a non alimentare allarmismi; ci sono i
margini per contenere la spesa senza depauperare il servizio.
Mauro Travanut (PD), ha ribadito che le linee non potevano fare
diversamente, ma che questo è anche l'anno in cui si è obbligati
a fare la riforma. Margini di miglioramento ce ne sono e fin
d'ora nulla vieta di pensare ai suoi contenuti.
Precisazioni sulla tempistica state chieste da Roberto Revelant
(AR), che ha rivendicato il ruolo dei consiglieri nel poter
indicare degli indirizzi di riforma.
I risparmi si possono trovare in sinergia tra Aziende ospedaliere
e territoriali - ha detto Franco Rotelli (PD) sottolineando
l'impegno dell'assessorato a lavorare con le aziende per
inefficienze e costi da abbattere. E bisogna puntare
sull'innovazione.
Per Luca Ciriani (Pdl), non è logico dire che le linee guida e la
riforma sono due cose separate; la manovra è fatta per tirare
avanti perchè fino alle prossime consultazioni elettorali non
saranno prese decisioni. Quando avremo una riforma si potrà
parlare, per ora la regione va avanti alla giornata.
Infine, per Valter Santarossa (AR) riguardo le linee di gestione
non si può prescindere da un discorso più ampio. Sulla strada del
riequilibrio territoriale (che doveva essere pensato nel momento
in cui è stata annullata la riforma Tondo) si sta procedendo in
modo condivisibile, ma vanno affrontati i problemi dei punti
nascita, della centrale unica del 118, degli ospedali di rete,
della qualificazione dei centri di eccellenza degli ospedali di
Pordenone, Udine e Trieste nel sistema europeo.
Le linee di gestione sono un compito amministrativo che si
interseca con le questioni di riforma, ha detto in chiusura
l'assessore Telesca, senza sottrarsi a chiarimenti e spiegazioni
e dichiarandosi su alcuni problemi non angosciata, ma serenamente
preoccupata.
Stiamo acquisendo dati e documentazioni che ci serviranno per
prendere le decisioni più corrette, per esempio sui punti
nascita, perchè ci sono scelte gestionali che condizionano la
politica. Prevedendo di ottenere un risparmio con queste linee di
circa 60 milioni di euro sugli 80 ipotizzati, (20 si dovranno poi
mettere) Telesca, rinnovando l'invito a evitare allarmismi, ha
ricordato che la situazione viene monitorata di mese in mese.
(immagini tv)