AR: Revelant, gli ospedali decentrati sono risorsa e non spreco
(ACON) Trieste, 17 gen - COM/ET - "L'ospedale di Gemona,
ricostruito ex novo nel recente post sisma, riesce a reggere il
confronto con molte altre strutture di rete grazie a una
significativa attrattività, e ciò nonostante per anni sia stato
sottoposto a un continuo indebolimento più per colpa di scelte
altrui, senz'altro discutibili, che per causa propria. Ancor oggi
i bilanci degli ospedali di rete Tolmezzo-Gemona chiudono in
utile, e lo sono sebbene ancora privi di dotazioni tecnologiche
all'avanguardia (vedi risonanza magnetica total body per esempio)
che potrebbero ulteriormente rafforzarli oltre a rendere migliore
l'offerta e il servizio all'utenza, garantendo la centralità
della persona nei principi ed obiettivi da perseguire".
Ad intervenire è il consigliere regionale di Autonomia
Responsabile, Roberto Revelant che auspica che le anticipazioni
di questi giorni non trovino conferma nella riforma sanitaria.
"Purtroppo al giorno d'oggi prende piede una visione
accentratrice che dovrebbe portare a una riduzione dei costi,
sempre più spesso smentita poi nel lato pratico accompagnata
invece da numerosi disservizi. Ed è altrettanto incredibile ci si
ostini a praticare tagli insostenibili su quelle strutture che
nel bilancio complessivo regionale valgono lo 'zero virgola' e
per lo più in quell'ospedale di rete Tolmezzo-Gemona che ha
recentemente ottenuto, assieme ad altre sole 19 strutture in
Italia, l'accreditamento da parte della Joint Commission
International Agency (Jcia), la più nota organizzazione
statunitense non governativa, basandosi sul raggiungendo di 1225
standard di qualità delle cure, nonché quelli di sicurezza del
paziente e della struttura ospedaliera stessa. Ciò dovrebbe
pertanto stoppare anche il fronte di chi giudica "non sicuri"
alcuni piccoli ospedali, tra l'altro virtuosi, salvo che non si
pensi che la Jcia sia venuta in Friuli per una gita
enogastronomica.
"E' ragionevole - continua Revelant - vi sia una riforma
sanitaria, ma è altrettanto auspicabile che vengano garantiti i
servizi essenziali alla persona soprattutto in quelle aree
svantaggiate priva di agevoli collegamenti. Si parta da una
riorganizzazione dei medici e dalle posizioni dirigenziali (601
solo nell'ospedale di Udine), estendendo il loro servizio e le
loro prestazioni su più strutture, come solo in parte già
avviene, e non viceversa.
"Chi pensa di applicare calcoli ragionieristici credendo di
ottenere risparmi tagliando servizi primari in alcuni ospedali, e
ipotizzando che le utenze poi automaticamente si servano delle
altre strutture di rete, quasi certamente verrà smentito, e a
collassare sarà proprio l'ospedale maggiore, nel nostro caso
quello di Udine, e contestualmente verranno a mancare anche i
numeri previsti per gli ospedali di Tolmezzo e San Daniele,
posticipando solo al domani anche il loro declino.
"I territori debbono coalizzarsi, abbandonare vecchie ruggini,
riacquisire dignità e ripartire proprio da quella proposta che
veniva dal precedente governo di centro destra, ben presto
cancellata dalla maggioranza Serracchiani, che valorizzava
proprio gli ospedali di rete.
"Auspico pertanto - conclude Revelant - non si continui a
"sparare" sulla montagna, lasciando un unico ospedale su un
territorio che occupa un terzo della superficie regionale, e
spero altresì che questa maggioranza non intenda mantenere una
promessa elettorale sull'abbattimento dei ticket anche a spese
degli ospedali di periferia, perché se così è, tenetevi il ticket
e lasciateci quello che abbiamo".