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AR: Revelant, gli ospedali decentrati sono risorsa e non spreco

17.01.2014
16:15
(ACON) Trieste, 17 gen - COM/ET - "L'ospedale di Gemona, ricostruito ex novo nel recente post sisma, riesce a reggere il confronto con molte altre strutture di rete grazie a una significativa attrattività, e ciò nonostante per anni sia stato sottoposto a un continuo indebolimento più per colpa di scelte altrui, senz'altro discutibili, che per causa propria. Ancor oggi i bilanci degli ospedali di rete Tolmezzo-Gemona chiudono in utile, e lo sono sebbene ancora privi di dotazioni tecnologiche all'avanguardia (vedi risonanza magnetica total body per esempio) che potrebbero ulteriormente rafforzarli oltre a rendere migliore l'offerta e il servizio all'utenza, garantendo la centralità della persona nei principi ed obiettivi da perseguire". Ad intervenire è il consigliere regionale di Autonomia Responsabile, Roberto Revelant che auspica che le anticipazioni di questi giorni non trovino conferma nella riforma sanitaria. "Purtroppo al giorno d'oggi prende piede una visione accentratrice che dovrebbe portare a una riduzione dei costi, sempre più spesso smentita poi nel lato pratico accompagnata invece da numerosi disservizi. Ed è altrettanto incredibile ci si ostini a praticare tagli insostenibili su quelle strutture che nel bilancio complessivo regionale valgono lo 'zero virgola' e per lo più in quell'ospedale di rete Tolmezzo-Gemona che ha recentemente ottenuto, assieme ad altre sole 19 strutture in Italia, l'accreditamento da parte della Joint Commission International Agency (Jcia), la più nota organizzazione statunitense non governativa, basandosi sul raggiungendo di 1225 standard di qualità delle cure, nonché quelli di sicurezza del paziente e della struttura ospedaliera stessa. Ciò dovrebbe pertanto stoppare anche il fronte di chi giudica "non sicuri" alcuni piccoli ospedali, tra l'altro virtuosi, salvo che non si pensi che la Jcia sia venuta in Friuli per una gita enogastronomica. "E' ragionevole - continua Revelant - vi sia una riforma sanitaria, ma è altrettanto auspicabile che vengano garantiti i servizi essenziali alla persona soprattutto in quelle aree svantaggiate priva di agevoli collegamenti. Si parta da una riorganizzazione dei medici e dalle posizioni dirigenziali (601 solo nell'ospedale di Udine), estendendo il loro servizio e le loro prestazioni su più strutture, come solo in parte già avviene, e non viceversa.

"Chi pensa di applicare calcoli ragionieristici credendo di ottenere risparmi tagliando servizi primari in alcuni ospedali, e ipotizzando che le utenze poi automaticamente si servano delle altre strutture di rete, quasi certamente verrà smentito, e a collassare sarà proprio l'ospedale maggiore, nel nostro caso quello di Udine, e contestualmente verranno a mancare anche i numeri previsti per gli ospedali di Tolmezzo e San Daniele, posticipando solo al domani anche il loro declino. "I territori debbono coalizzarsi, abbandonare vecchie ruggini, riacquisire dignità e ripartire proprio da quella proposta che veniva dal precedente governo di centro destra, ben presto cancellata dalla maggioranza Serracchiani, che valorizzava proprio gli ospedali di rete. "Auspico pertanto - conclude Revelant - non si continui a "sparare" sulla montagna, lasciando un unico ospedale su un territorio che occupa un terzo della superficie regionale, e spero altresì che questa maggioranza non intenda mantenere una promessa elettorale sull'abbattimento dei ticket anche a spese degli ospedali di periferia, perché se così è, tenetevi il ticket e lasciateci quello che abbiamo".