PD: Marsilio, trasferimento demanio militare
(ACON) Trieste, 30 gen - COM/ET - "Il demanio militare occupa
lo 0,261% del territorio nazionale, pari a 783 chilometri
quadrati, su un totale di 300mila492".
A evidenziarlo, il consigliere regionale Enzo Marsilio (PD).
"Sono la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia le regioni italiane
a più alta concentrazione di installazioni militari, con il
Friuli occupato per l'1,3% del suo territorio(circa 100 km2) e
una servitù che riguarda circa il 50% dell'intera superficie.
Si stima siano circa 400 i beni - caserme, poligoni, magazzini,
vasti piazzali, piccole postazioni di montagna, condomini -
dislocati su 100 chilometri quadrati, inutilizzati da anni, che
sono stati gradualmente abbandonati dall'esercito italiano,
facendo mancare di colpo il centro gravitazionale a territori che
vivevano, socialmente ed economicamente, grazie alla presenza
militare e che attualmente sono lasciati in uno stato di degrado".
Il consigliere Marsilio ha interrogato la Giunta per sapere qual
è lo stato attuale della situazione connessa al trasferimento
delle proprietà demaniali militari alla Regione e ai Comuni. In
particolare, l'esponente della maggioranza, ha chiesto di avere
maggiori informazioni sull'attività svolta in merito dalla
Commissione paritetica Stato Regione.
Secondo Marsilio sarebbe infatti opportuno, per accelerare e
meglio gestire i processi di dismissione delle proprietà,
costituire un tavolo tecnico politico, sulla scorta di quanto è
stato fatto da altre amministrazioni regionali.
"L'assessore Peroni, competente in materia - riferisce Marsilio -
ha risposto che l'esperienza suggerisce di valutare adeguatamente
le future iniziative di trasferimento immobiliare in modo da
accompagnare le proposte con progetti di valorizzazione che
risultino sostenibili".
Per Marsilio, quanto dichiarato dall'assessore è condivisibile ma
è altrettanto vero che l'annosa questione del degrado dei siti e
degli alloggi militari inutilizzati nel territorio dell'Alto
Friuli, a Passo Monte Croce Carnico come a Tolmezzo, a
Chiusaforte come nel Gemonese, è un tema quantomai attuale in
questo momento di crisi economica, da meritare tutt'altre
attenzioni e soprattutto richiedere tempestivi interventi mirati
se si pensa che, come risorsa e opportunità, potrebbe
rappresentare un serio volano di sviluppo per molti settori del
sistema economico e avere inoltre riflessi virtuosi anche sui
bilanci degli enti locali.
L'utilizzo del patrimonio immobiliare in questione se inserito
nei progetti della nuova programmazione europea potrebbe
restituire alla comunità regionale importanti spazi per poter
rimodulare processi di integrazione delle politiche territoriali
connesse alle esigenze di tipo residenziale e commerciale, di
servizi e di riqualificazione urbana e dell'ambiente, allo
sviluppo turistico, all'approvvigionamento energetico.