LN: Zilli, Serracchiani chiude le Province e svende il FVG a Roma
(ACON) Trieste, 1 feb - COM/AB - "Cancellare le Province è solo
una tappa di avvicinamento al vero traguardo: smantellare
l'autonomia per svendere il Friuli Venezia Giulia a Roma e al
neocentralismo".
Barbara Zilli, consigliere regionale della Lega Nord, esprime
"rammarico e sconcerto per le norme approvate in questi giorni
dal Consiglio regionale. Sulle Province abbiamo assistito a una
carneficina politica, a una missione punitiva commissionata dalla
presidente Serracchiani e portata a termine con zelo dalla sua
maggioranza. Centrosinistra e centrodestra hanno voltato le
spalle a 50 anni di autonomia virtuosa e responsabile, di
amministrazione lungimirante e attenta, e hanno immolato la
nostra specialità sull'altare dell'autoritarismo di Roma. La
maggioranza, con la complicità del centrodestra, ha cancellato
con un colpo di spugna le Province friulane per sostituirle con
enti intermedi privi di rappresentanza democratica".
"Questa riforma - aggiunge Zilli - è sbagliata concettualmente e
maldestra dal punto di vista normativo. I dubbi di
incostituzionalità sono grandi come macigni. I presunti risparmi
ipotizzati da qualche fantasiosa relazione potrebbero,
paradossalmente, trasformarsi in costi ulteriori. Alla fine,
rischiamo di togliere rappresentatività ai territori, indebolire
l'autonomia della Regione, e doverci sobbarcare costi maggiori.
Siamo al capolavoro di autolesionismo".
Chiude Zilli: "Per inseguire la sindrome da primi della classe ci
siamo tirati la zappa sui piedi. Senza Province, il Friuli sarà
meno speciale, più debole e più vulnerabile agli attacchi che
arrivano da Roma. Alla luce di queste considerazioni, ho
abbandonato l'Aula in occasione della votazione di queste due
norme miopi e confuse, che danneggiano gravemente la nostra
identità e calpestano la memoria di chi aveva ottenuto brillanti
risultati sul terreno dell'autonomia. Le Province sono una
risorsa preziosa per il popolo friulano. La loro cancellazione è
solo l'ultima medaglia che Serracchiani si è appuntata sul petto,
l'ultimo colpo di teatro per una presidente romana, che fa gli
interessi di Roma".