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Giorno Ricordo: presidente Iacop domani a celebrazioni in Senato

09.02.2014
09:11
(ACON) Trieste, 9 feb - AB - Il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Franco Iacop sarà domani (lunedì 10 febbraio) a Roma, a Palazzo Madama, su invito del presidente del Senato Pietro Grasso, in occasione del Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, cerimonia alla quale prenderà parte il Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Al termine dell'impegno al Senato, il presidente Grasso si trasferirà a Trieste, dove nel pomeriggio deporrà una corona al "Monumento all'Esodo" in piazza della Libertà, cui seguirà un incontro in prefettura con le autorità territoriali - il Consiglio regionale sarà rappresentato dal vicepresidente Paride Cargnelutti - e i rappresentanti delle associazioni degli esuli.

In merito al Giorno del Ricordo, solennità nazionale istituita con legge nel 2004, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop ricorda come questo dramma sia stato per troppo tempo nell'oblio; per questo motivo bisogna parlarne, farlo conoscere, perché si tratta di una tragedia che ha coinvolto migliaia di italiani, quelli che sono stati infoibati e i 350.000 che hanno scelto la via dell'esodo dalle loro terre d'origine dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia.

Da questo e dai tanti, troppi drammi conseguenti alle guerre, aggiunge Iacop, noi tutti dobbiamo assumerci l'impegno a ricordare per far conoscere, soprattutto ai giovani, le aberrazioni di cui è stato capace l'uomo. E lo dobbiamo fare tanto più in un momento come questo, dove le parole integrazione, collaborazione, solidarietà, tolleranza devono guidare le nostre azioni e i nostri comportamenti.

Le vittime delle foibe e dell'esodo, ha concluso Iacop, non devono essere dimenticate, e proprio quell'infausto capitolo della nostra storia più recente deve insegnarci a costruire un futuro migliore, traguardando a quell'integrazione europea che oggi ci consente di vivere e di dialogare in modo sempre più stretto e costruttivo con realtà che una volta erano divise da un confine orientale non solo geografico, ma soprattutto politico e culturale, che invece non esiste più e che tutti dobbiamo cercare di cancellare in tutti quegli aspetti che in passato ci hanno divisi.