Giorno Ricordo: presidente Iacop domani a celebrazioni in Senato
(ACON) Trieste, 9 feb - AB - Il presidente del Consiglio
regionale del Friuli Venezia Giulia Franco Iacop sarà domani
(lunedì 10 febbraio) a Roma, a Palazzo Madama, su invito del
presidente del Senato Pietro Grasso, in occasione del Giorno del
Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo
giuliano-dalmata, cerimonia alla quale prenderà parte il Capo
dello Stato Giorgio Napolitano.
Al termine dell'impegno al Senato, il presidente Grasso si
trasferirà a Trieste, dove nel pomeriggio deporrà una corona al
"Monumento all'Esodo" in piazza della Libertà, cui seguirà un
incontro in prefettura con le autorità territoriali - il
Consiglio regionale sarà rappresentato dal vicepresidente Paride
Cargnelutti - e i rappresentanti delle associazioni degli esuli.
In merito al Giorno del Ricordo, solennità nazionale istituita
con legge nel 2004, il presidente del Consiglio regionale Franco
Iacop ricorda come questo dramma sia stato per troppo tempo
nell'oblio; per questo motivo bisogna parlarne, farlo conoscere,
perché si tratta di una tragedia che ha coinvolto migliaia di
italiani, quelli che sono stati infoibati e i 350.000 che hanno
scelto la via dell'esodo dalle loro terre d'origine dell'Istria,
di Fiume e della Dalmazia.
Da questo e dai tanti, troppi drammi conseguenti alle guerre,
aggiunge Iacop, noi tutti dobbiamo assumerci l'impegno a
ricordare per far conoscere, soprattutto ai giovani, le
aberrazioni di cui è stato capace l'uomo. E lo dobbiamo fare
tanto più in un momento come questo, dove le parole integrazione,
collaborazione, solidarietà, tolleranza devono guidare le nostre
azioni e i nostri comportamenti.
Le vittime delle foibe e dell'esodo, ha concluso Iacop, non
devono essere dimenticate, e proprio quell'infausto capitolo
della nostra storia più recente deve insegnarci a costruire un
futuro migliore, traguardando a quell'integrazione europea che
oggi ci consente di vivere e di dialogare in modo sempre più
stretto e costruttivo con realtà che una volta erano divise da un
confine orientale non solo geografico, ma soprattutto politico e
culturale, che invece non esiste più e che tutti dobbiamo cercare
di cancellare in tutti quegli aspetti che in passato ci hanno
divisi.