II Comm: visita Distretto del coltello e metallo di Maniago (PN)
(ACON) Maniago, 10 feb - La II Commissione consiliare
regionale, presidente Alessio Gratton (SEL), aperta ai
consiglieri eletti nella circoscrizione di Pordenone, ha visitato
lunedì pomeriggio il Distretto del coltello e del metallo di
Maniago, incontrandone i vertici. Scopo della missione, conoscere
l'attività e l'efficacia di questo ente consortile a capitale sia
pubblico che privato. Presenti Armando Zecchinon, Renata Bagatin
e Enio Agnola del PD, Gino Gregoris (Citt), Elio De Anna (FI) e
Cristian Sergo (M5S).
Come ha spiegato il presidente dell'ASDI, Stefano Filipuzzi, il
distretto ha come scopo la promozione e lo sviluppo delle imprese
appartenenti al settore del coltello e del metallo con sede ad
Arba, Cavasso Nuovo, Fanna, Maniago, Meduno, Montereale
Valcellina, Sequals, Vajont e Vivaro (PN). Il Distretto serve
circa 170 aziende - 75 dedite alla produzione di lame, 95 a
quella di metallo - per un totale di quasi 2.100 addetti.
Filipuzzi ha evidenziato come le aziende del distretto abbiano
registrato, nel triennio 2009-2012, una crescita media del circa
7%, dato questo assolutamente incoraggiante, con una media di
esportazioni di circa 40%. Nel 2012, il fatturato del settore del
coltello - il più antico con una tradizione di oltre 600 anni - è
stato di poco più che 51 milioni di euro, con il 51% di
produzione esportata. Il settore del metallo ha registrato un
fatturato, sempre l'anno scorso, di 540 milioni, con il 38,8% di
esportazioni.
Per quel che riguarda l'attività dell'ASDI, il direttore Giuseppe
Damiani ha rivendicato il ruolo della struttura in quanto
propulsore di innovazione e crescita imprenditoriale. Tra i
successi dell'ente, l'implementazione del marchio di qualità
Q-Maniago, che accompagna i singoli marchi produttori
certificandone appartenenza territoriale e standard di
produzione. Fondamentale anche l'azione svolta a favore
dell'internazionalizzazione, specie delle aziende di piccole e
media dimensioni, che hanno necessitato di una regia per poter
essere presenti anche su mercati esteri. I risultati sono che il
43% delle esportazioni delle lame va nei mercati europei, il 40%
nel nord America, l'8% in Asia, il 5% nel continente africano, il
4% in Australia, rendendo questo mercato particolarmente
interessante per nuove espansioni.
L'ASDI però, a causa della drastica riduzione delle contribuzioni
regionali, ha dovuto abdicare soprattutto alla funzione di
accompagnamento delle aziende a importantissime fiere di settore
nel mondo.
I vertici del Distretto, esposti i numeri, hanno chiesto alla
Commissione di tenere conto del patrimonio di conoscenze che
l'ente ha accumulato negli anni e di non disperderlo, nel caso si
decidesse di riordinare il settore e di abolire questa forma di
regia e sostegno alle aziende. Il tessuto produttivo ha
dimostrato di essere sensibile agli stimoli di un ente come il
distretto, che è loro vicino, nel quale siedono anche i diretti
interessati e che ha saputo offrire risposte utili in tempi di
crisi. Inoltre la richiesta è stata di far coincidere, o
semplificare, enti con compiti simili che agiscono sullo stesso
territorio.
I consiglieri hanno poi approfondito alcuni temi.
Sergo ha chiesto se i livelli di occupazione fossero
considerevolmente mutati negli ultimi anni, cosa che sembra non
essere accaduta. Sempre il consigliere pentastellato ha ribadito
l'opportunità di una semplificazione, come già espressa dai
vertici dell'ASDI.
Rispondendo alla domanda di Renata Bagatin, il Distretto ha
sottolineato l'importanza della collaborazione con la Camera di
commercio, specie nella predisposizione delle missioni
all'estero. Per queste l'ASDI tenta anche di creare utili reti
d'imprese.
Una domanda sul ruolo del marchio di qualità, sulla tutela dalla
contraffazione e sulla quantità di semilavorati importati dalle
aziende del Distretto, quella formulata da De Anna. Il marchio
Q-Maniago, ha specificato Damiani, è depositato in molti Paesi
del mondo, a tutela del prodotto locale. In quanto ai
semilavorati d'importazione, lo sforzo è di salvaguardia della
produzione in loco e della manodopera.
Sia per Gratton che per Gregoris, razionalizzare e semplificare i
distretti, i consorzi e altre realtà simili, potrebbe
rappresentare un'opportunità di ulteriore propulsione allo
sviluppo, con maggiore potere d'azione.
(immagini tv)