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NDC:Colautti, no a mera liquidazione Consorzio Aussa Corno

05.03.2014
18:13
(ACON) Trieste, 5 mar - COM/MPB - "La deriva preoccupante è che la vicenda del Consorzio Aussa Corno stia venendo presentata come fosse solo la crisi di una azienda, mentre è a rischio un intero sistema economico. Stiamo parlando di una zona industriale di primaria importanza, realizzata con una legge nazionale a dimostrazione dell'importanza e valenza strategica di questa realtà dove per altro la Regione negli anni ha contributo con importanti investimenti sia a livello infrastrutturale che produttivo"!

Ad intervenire è il capogruppo del Nuovo Centrodestra, Alessandro Colautti, che richiama l'attenzione sull'importanza del Consorzio per il sistema Friuli Venezia Giulia.

"Stiamo parlando di un pezzo di storia di specialità di questa regione che non può essere derubricato a crisi aziendale. L'area del Consorzio Aussa Corno è stata soggetta a sgravi fiscali per rendere attrattivo questo territorio alle imprese, a dimostrazione della rilevanza per l'intero FVG. In un contesto di crisi come quello che stiamo vivendo, anche in termini di traffici portuali, quest'area può diventare ancora più strategica che in passato attraverso l'adozione di politiche di rilancio.

"Veder trattato questo argomento - continua Colautti - come fosse la messa in liquidazione di una azienda rischia di essere un triste segno di decadenza del sistema politico istituzionale dato che i soci di riferimento sono enti pubblici.

"Bisogna lavorare - aggiunge il capogruppo NCD - come Sistema FVG e la Regione può e deve assumersi la regia per avviare un processo di ristrutturazione anche severo ma che sia propedeutico al rilancio. E' opportuno, quindi, recuperare la dimensione del problema, una posizione di regia forte da parte della Regione che richiami tutti gli attori coinvolti - pubblici e privati, quindi anche le banche alle quali può essere chiesto un ruolo importante - alla responsabilità di trovare soluzioni per evitare che un'area che occupa migliaia di persone venga abbandonata proprio dalle Istituzioni che la controllano.

"Rischiare di fare apparire la liquidazione come un'ipotesi fattibile è una contraddizione in termini. Come si fa a liquidare un pezzo di storia, capace ancora di essere volano di crescita, al netto di tutte le problematiche che ci possono essere? Una tale scelta - conclude Colautti - avrebbe dei devastanti effetti anche sul piano psicologico derivanti dal fatto che il Pubblico invece di dimostrare capacità di azione preferisce gettare la spugna".