Cittadini: Gregoris, troppo elevati canoni concessioni demaniali
(ACON) Trieste, 6 mar - COM/MPB - Le concessioni demaniali
regionali sono al centro di un dibattito tra molte associazioni
sportivo-ricreative del Friuli Venezia Giulia, che in questi
giorni si sono viste recapitare le autorizzazioni per l'utilizzo
di specifiche aree a fronte di un canone annuale non certo
simbolico e decisamente più alto rispetto al recente passato.
Del caso si sta occupando il consigliere regionale dei Cittadini
Gino Gregoris, sollecitato a risolvere una questione che limita
fortemente (e in alcuni casi addirittura rischia di bloccare) le
attività di molti sodalizi del Pordenonese.
"Con il trasferimento dallo Stato di beni e funzioni del demanio
marittimo, stradale, idrico e militare - ha spiegato Gregoris -
alla Regione compete il rilascio delle relative concessioni
demaniali e l'introito dei canoni legati alle stesse. Più di
qualche associazione si è lamentata per un notevole incremento
del canone di concessione e a guardare bene le somme richieste
non si tratta di sterili polemiche. Ai cacciatori di San Vito al
Tagliamento, per esempio, è stato recapitato un conto che
difficilmente l'associazione potrà permettersi di pagare. In
realtà la cifra è inadeguata perché l'area oggetto della
concessione è costituita esclusivamente da boschi e prati, dei
quali la stessa associazione si prende cura dalla fine degli anni
Settanta. L'area viene utilizzata per le attività di
addestramento e allenamento dei cani da caccia e non vi è
pertanto alcuno sfruttamento economico del bene ma, al contrario,
l'attività svolta consente il mantenimento dell'habitat naturale.
"Le attività svolte dalla sezione cacciatori - ha aggiunto
Gregoris - sono sporadiche e non continuative, non sono a fini di
lucro e non pregiudicano l'utilizzo dell'area anche da parte di
altre associazioni locali, di scolaresche e di qualunque persona
voglia visitarla. La cifra richiesta dalla Regione è dunque
spropositata rispetto all'utilizzo e come nel caso dei cacciatori
di San Vito il problema si è verificato per molti altri sodalizi.
"Una possibile soluzione - ha concluso Gregoris - potrebbe essere
quella di valutare caso per caso la richiesta del canone,
evitando comunque di paragonare le associazioni di volontariato
alle attività produttive per le quali le tariffe richieste non si
discostano poi di molto da quelle riservate alle onlus e a volte
sono incredibilmente più basse".