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Cittadini: Gregoris, troppo elevati canoni concessioni demaniali

06.03.2014
17:39
(ACON) Trieste, 6 mar - COM/MPB - Le concessioni demaniali regionali sono al centro di un dibattito tra molte associazioni sportivo-ricreative del Friuli Venezia Giulia, che in questi giorni si sono viste recapitare le autorizzazioni per l'utilizzo di specifiche aree a fronte di un canone annuale non certo simbolico e decisamente più alto rispetto al recente passato.

Del caso si sta occupando il consigliere regionale dei Cittadini Gino Gregoris, sollecitato a risolvere una questione che limita fortemente (e in alcuni casi addirittura rischia di bloccare) le attività di molti sodalizi del Pordenonese.

"Con il trasferimento dallo Stato di beni e funzioni del demanio marittimo, stradale, idrico e militare - ha spiegato Gregoris - alla Regione compete il rilascio delle relative concessioni demaniali e l'introito dei canoni legati alle stesse. Più di qualche associazione si è lamentata per un notevole incremento del canone di concessione e a guardare bene le somme richieste non si tratta di sterili polemiche. Ai cacciatori di San Vito al Tagliamento, per esempio, è stato recapitato un conto che difficilmente l'associazione potrà permettersi di pagare. In realtà la cifra è inadeguata perché l'area oggetto della concessione è costituita esclusivamente da boschi e prati, dei quali la stessa associazione si prende cura dalla fine degli anni Settanta. L'area viene utilizzata per le attività di addestramento e allenamento dei cani da caccia e non vi è pertanto alcuno sfruttamento economico del bene ma, al contrario, l'attività svolta consente il mantenimento dell'habitat naturale.

"Le attività svolte dalla sezione cacciatori - ha aggiunto Gregoris - sono sporadiche e non continuative, non sono a fini di lucro e non pregiudicano l'utilizzo dell'area anche da parte di altre associazioni locali, di scolaresche e di qualunque persona voglia visitarla. La cifra richiesta dalla Regione è dunque spropositata rispetto all'utilizzo e come nel caso dei cacciatori di San Vito il problema si è verificato per molti altri sodalizi.

"Una possibile soluzione - ha concluso Gregoris - potrebbe essere quella di valutare caso per caso la richiesta del canone, evitando comunque di paragonare le associazioni di volontariato alle attività produttive per le quali le tariffe richieste non si discostano poi di molto da quelle riservate alle onlus e a volte sono incredibilmente più basse".