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M5S: Sergo, quote latte, sospendere ingiunzioni di pagamento

12.03.2014
17:48
(ACON) Trieste, 12 mar - COM/MPB - Il caso delle quote latte questa mattina è arrivato anche in Consiglio regionale, grazie a un intervento del consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo.

"Abbiamo voluto portare in Aula la questione delle quote latte, perché dopo le ultime vicende giudiziarie riteniamo opportuno che il governo Renzi dia un segnale forte a tutto il settore agricolo. Ben due ordinanze, una del Gip di Roma (13.11.2013) e una del Tar della Lombardia (24.01.2014), mettono, infatti, in discussione la regolarità dei metodi con cui in questi anni si sia accertato 'il superamento della quota nazionale, che, se non superata, fa cadere di conseguenza la necessità di applicare il prelievo supplementare ai singoli produttori, per mancato rispetto della quota individuale'.

"A seguito di queste ordinanze si è aperta un'indagine che riguarda i funzionari di Agea le cui 'responsabilità per colpa grave' sono state individuate dal Gip del Tribunale di Roma - aggiunge Sergo -. Abbiamo chiesto alla Giunta Serracchiani di assumersi un impegno preciso verso il governo di Roma affinché si attenda la definizione delle indagini e delle responsabilità in corso. Le aziende coinvolte sono soggette a ingiunzioni di pagamento, ma le somme loro contestate potrebbero esser riconosciute incongrue a seguito degli accertamenti della magistratura.

"Il regime delle quote latte ha radici ben lontane - spiega il portavoce M5S -. Trent'anni fa i negoziati europei per la definizione del mercato unico del latte hanno visto la debolezza della posizione italiana nei confronti dell'Europa, che si è vista attribuire un quantitativo di produzione lattiero-casearia ben al di sotto della effettiva produzione nazionale. La quota italiana è inferiore all'effettiva produzione e copre solo il 57% del fabbisogno interno, permettendo così che il restante 43% sia 'compensato' dall'introduzione di latte di provenienza straniera. Questo ha causato un effetto devastante per l'agricoltura del nostro Paese, ma anche per i consumatori italiani, costretti a comprare un latte più caro perché ben lontano dall'essere prodotto a 'km zero'.

"Questa situazione non ha permesso nemmeno lo sviluppo e l'insediamento di realtà produttive e questo ci vede fortemente penalizzati perché il regime delle quote latte cadrà, comunque, con il 1 aprile 2015. Le nostre imprese, che in questi anni per non sforare le quote di produzione non hanno potuto investire nel settore, si troveranno così a dover fronteggiare comunque una concorrenza molto forte proveniente da altri Paesi che purtroppo - conclude Sergo - hanno già occupato una buona fetta del nostro mercato".