M5S: Sergo, quote latte, sospendere ingiunzioni di pagamento
(ACON) Trieste, 12 mar - COM/MPB - Il caso delle quote latte
questa mattina è arrivato anche in Consiglio regionale, grazie a
un intervento del consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle
Cristian Sergo.
"Abbiamo voluto portare in Aula la questione delle quote latte,
perché dopo le ultime vicende giudiziarie riteniamo opportuno che
il governo Renzi dia un segnale forte a tutto il settore
agricolo. Ben due ordinanze, una del Gip di Roma (13.11.2013) e
una del Tar della Lombardia (24.01.2014), mettono, infatti, in
discussione la regolarità dei metodi con cui in questi anni si
sia accertato 'il superamento della quota nazionale, che, se non
superata, fa cadere di conseguenza la necessità di applicare il
prelievo supplementare ai singoli produttori, per mancato
rispetto della quota individuale'.
"A seguito di queste ordinanze si è aperta un'indagine che
riguarda i funzionari di Agea le cui 'responsabilità per colpa
grave' sono state individuate dal Gip del Tribunale di Roma -
aggiunge Sergo -. Abbiamo chiesto alla Giunta Serracchiani di
assumersi un impegno preciso verso il governo di Roma affinché si
attenda la definizione delle indagini e delle responsabilità in
corso. Le aziende coinvolte sono soggette a ingiunzioni di
pagamento, ma le somme loro contestate potrebbero esser
riconosciute incongrue a seguito degli accertamenti della
magistratura.
"Il regime delle quote latte ha radici ben lontane - spiega il
portavoce M5S -. Trent'anni fa i negoziati europei per la
definizione del mercato unico del latte hanno visto la debolezza
della posizione italiana nei confronti dell'Europa, che si è
vista attribuire un quantitativo di produzione lattiero-casearia
ben al di sotto della effettiva produzione nazionale. La quota
italiana è inferiore all'effettiva produzione e copre solo il 57%
del fabbisogno interno, permettendo così che il restante 43% sia
'compensato' dall'introduzione di latte di provenienza straniera.
Questo ha causato un effetto devastante per l'agricoltura del
nostro Paese, ma anche per i consumatori italiani, costretti a
comprare un latte più caro perché ben lontano dall'essere
prodotto a 'km zero'.
"Questa situazione non ha permesso nemmeno lo sviluppo e
l'insediamento di realtà produttive e questo ci vede fortemente
penalizzati perché il regime delle quote latte cadrà, comunque,
con il 1 aprile 2015. Le nostre imprese, che in questi anni per
non sforare le quote di produzione non hanno potuto investire nel
settore, si troveranno così a dover fronteggiare comunque una
concorrenza molto forte proveniente da altri Paesi che purtroppo
- conclude Sergo - hanno già occupato una buona fetta del nostro
mercato".