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V Comm: testi su referendum, partecipazione, doppia preferenza (1)

18.03.2014
15:00
(ACON) Trieste, 18 mar - MPB - All'attenzione della V Commissione, presieduta da Vincenzo Martines (PD) e presente l'assessore Paolo Panontin, alcuni provvedimenti connessi a modifiche di norme statutarie e inerenti al sistema elettorale regionale: si tratta di un disegno di legge presentato dalla Giunta riguardante la richiesta, l'indizione e lo svolgimento di referendum e l'iniziativa popolare delle leggi regionali, e di due proposte di legge, una del MoVimento 5 Stelle per favorire la partecipazione dei cittadini alla politica, l'altra presentata da PD, SEL e Cittadini sulla doppia preferenza di genere nell'elezione alla carica di consigliere regionale.

Proprio per questa interconnessione di temi il presidente Martines ha invitato i proponenti delle due proposte di legge a illustrare il proprio provvedimento e a esprimere la volontà o meno che siano trattati separatamente o in abbinamento con il disegno di legge. Così, al termine dell'illustrazione delle due proposte i proponenti hanno dichiarato di preferire che la materia venga trattata in una distinta sessione dedicata alla futura legge elettorale, tema sul quale sono stati annunciati ulteriori contributi normativi sia dell'Esecutivo che da altre forze politiche. L'impegno richiesto, comunque, è che l'argomento sia affrontato in tempi ragionevoli, possibilmente entro l'anno, cosa di cui Martines si è fatto garante.

Quanto ai contenuti delle due proposte di legge, quella presentata dai consiglieri del Gruppo M5S, prima firmataria la capogruppo Elena Bianchi, intende modificare tre leggi regionali: la 5 del 2003 sulle norme riguardanti la richiesta, l'indizione e lo svolgimento di referendum e l'iniziativa popolare delle leggi regionali; la 21 del 2004 sulla determinazione dei casi di ineleggibilità e incompatibilità alla carica di consigliere regionale e di membro della Giunta regionale; e la 17 del 2007 su forma di governo della Regione e sistema elettorale regionale.

L'obiettivo è di rispondere a una duplice esigenza: da un lato favorire una maggiore partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica e dall'altro porre un freno alla politica intesa come professione.

Il provvedimento dei pentastellati abbassa il numero di firme necessarie per indire i referendum abrogativi di iniziativa popolare e fa sì che il quorum per l'approvazione del referendum si abbia con la maggioranza dei voti validamente espressi; inoltre, stabilisce un nuovo limite dei mandati per i consiglieri regionali e determina nuovi criteri di ineleggibilità alle cariche: le disposizioni evitano l'accumulo di ruoli pubblici rendendo più chiari i limiti riguardanti ineleggibilità e incompatibilità dei candidati e spingono il consigliere eletto a svolgere in via esclusiva e pienamente il mandato sancito dal voto dei cittadini; in più viene modificato il numero consentito dei mandati dei consiglieri regionali, non più tre consecutivi, ma due anche non di seguito. Le norme proposte, poi, permettono a tutti i candidati alla presidenza della Regione che superino il quorum di sedere in Consiglio regionale. Si vuole così ovviare a una limitazione presente nel solo sistema elettorale del Friuli Venezia Giulia, che restringe l'accesso al solo candidato alla presidenza "che abbia conseguito un numero di voti validi immediatamente inferiore a quello del candidato eletto presidente". Il provvedimento interviene, inoltre, sulla modalità di espressione del voto. Per garantire la massima chiarezza nella lettura della scheda elettorale, evitando al contempo la proliferazione di simboli che finisce per confondere i cittadini, si vieta al candidato presidente di associare simboli al proprio nome.

La proposta di legge sottoscritta da Partito Democratico, SEL e Cittadini e illustrata dal capogruppo PD Cristiano Shaurli è composta da un solo articolo, che modifica l'art. 25 della legge 17 del 2007 sostituendo 2 commi e stabilendo che ciascun elettore possa esprimere uno o due voti di preferenza a favore di candidati alla carica di consigliere regionale compresi nella lista votata. Nel caso esprima due preferenze, devono riguardare candidati di genere diverso (maschio-femmina o femmina-maschio) pena l'annullamento della seconda preferenza.

"Un meccanismo semplice, moderno, efficace e non coercitivo - ha sottolineato Shaurli - che pur non essendo l'unica risposta possibile può aiutare a contrastare il diffuso clima di antipolitica e a rafforzare i meccanismi trasparenti di partecipazione e decisione politica, il processo democratico di selezione e rinnovamento dei gruppi dirigenti; un passo ulteriore dopo quanto stabilito dalla legge nazionale 215/2012, volta a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali, modificando il sistema elettorale dei Comuni con l'introduzione della doppia preferenza di genere, mentre già nel 2009 la regione Campania aveva introdotto l'istituto della doppia preferenza (facoltativa) uomo-donna per l'elezione dei consiglieri regionali.

(immagini tv)

(segue)