V Comm: testi su referendum, partecipazione, doppia preferenza (1)
(ACON) Trieste, 18 mar - MPB - All'attenzione della V
Commissione, presieduta da Vincenzo Martines (PD) e presente
l'assessore Paolo Panontin, alcuni provvedimenti connessi a
modifiche di norme statutarie e inerenti al sistema elettorale
regionale: si tratta di un disegno di legge presentato dalla
Giunta riguardante la richiesta, l'indizione e lo svolgimento di
referendum e l'iniziativa popolare delle leggi regionali, e di
due proposte di legge, una del MoVimento 5 Stelle per favorire la
partecipazione dei cittadini alla politica, l'altra presentata da
PD, SEL e Cittadini sulla doppia preferenza di genere
nell'elezione alla carica di consigliere regionale.
Proprio per questa interconnessione di temi il presidente
Martines ha invitato i proponenti delle due proposte di legge a
illustrare il proprio provvedimento e a esprimere la volontà o
meno che siano trattati separatamente o in abbinamento con il
disegno di legge. Così, al termine dell'illustrazione delle due
proposte i proponenti hanno dichiarato di preferire che la
materia venga trattata in una distinta sessione dedicata alla
futura legge elettorale, tema sul quale sono stati annunciati
ulteriori contributi normativi sia dell'Esecutivo che da altre
forze politiche. L'impegno richiesto, comunque, è che l'argomento
sia affrontato in tempi ragionevoli, possibilmente entro l'anno,
cosa di cui Martines si è fatto garante.
Quanto ai contenuti delle due proposte di legge, quella
presentata dai consiglieri del Gruppo M5S, prima firmataria la
capogruppo Elena Bianchi, intende modificare tre leggi regionali:
la 5 del 2003 sulle norme riguardanti la richiesta, l'indizione e
lo svolgimento di referendum e l'iniziativa popolare delle leggi
regionali; la 21 del 2004 sulla determinazione dei casi di
ineleggibilità e incompatibilità alla carica di consigliere
regionale e di membro della Giunta regionale; e la 17 del 2007 su
forma di governo della Regione e sistema elettorale regionale.
L'obiettivo è di rispondere a una duplice esigenza: da un lato
favorire una maggiore partecipazione dei cittadini alla cosa
pubblica e dall'altro porre un freno alla politica intesa come
professione.
Il provvedimento dei pentastellati abbassa il numero di firme
necessarie per indire i referendum abrogativi di iniziativa
popolare e fa sì che il quorum per l'approvazione del referendum
si abbia con la maggioranza dei voti validamente espressi;
inoltre, stabilisce un nuovo limite dei mandati per i consiglieri
regionali e determina nuovi criteri di ineleggibilità alle
cariche: le disposizioni evitano l'accumulo di ruoli pubblici
rendendo più chiari i limiti riguardanti ineleggibilità e
incompatibilità dei candidati e spingono il consigliere eletto a
svolgere in via esclusiva e pienamente il mandato sancito dal
voto dei cittadini; in più viene modificato il numero consentito
dei mandati dei consiglieri regionali, non più tre consecutivi,
ma due anche non di seguito. Le norme proposte, poi, permettono a
tutti i candidati alla presidenza della Regione che superino il
quorum di sedere in Consiglio regionale. Si vuole così ovviare a
una limitazione presente nel solo sistema elettorale del Friuli
Venezia Giulia, che restringe l'accesso al solo candidato alla
presidenza "che abbia conseguito un numero di voti validi
immediatamente inferiore a quello del candidato eletto
presidente". Il provvedimento interviene, inoltre, sulla modalità
di espressione del voto. Per garantire la massima chiarezza nella
lettura della scheda elettorale, evitando al contempo la
proliferazione di simboli che finisce per confondere i cittadini,
si vieta al candidato presidente di associare simboli al proprio
nome.
La proposta di legge sottoscritta da Partito Democratico, SEL e
Cittadini e illustrata dal capogruppo PD Cristiano Shaurli è
composta da un solo articolo, che modifica l'art. 25 della legge
17 del 2007 sostituendo 2 commi e stabilendo che ciascun elettore
possa esprimere uno o due voti di preferenza a favore di
candidati alla carica di consigliere regionale compresi nella
lista votata. Nel caso esprima due preferenze, devono riguardare
candidati di genere diverso (maschio-femmina o femmina-maschio)
pena l'annullamento della seconda preferenza.
"Un meccanismo semplice, moderno, efficace e non coercitivo - ha
sottolineato Shaurli - che pur non essendo l'unica risposta
possibile può aiutare a contrastare il diffuso clima di
antipolitica e a rafforzare i meccanismi trasparenti di
partecipazione e decisione politica, il processo democratico di
selezione e rinnovamento dei gruppi dirigenti; un passo ulteriore
dopo quanto stabilito dalla legge nazionale 215/2012, volta a
promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle
amministrazioni locali, modificando il sistema elettorale dei
Comuni con l'introduzione della doppia preferenza di genere,
mentre già nel 2009 la regione Campania aveva introdotto
l'istituto della doppia preferenza (facoltativa) uomo-donna per
l'elezione dei consiglieri regionali.
(immagini tv)
(segue)