V Commissione allargata incontra parlamentari regionali su specialità
(ACON) Udine, 22 mar - AB - Fare squadra a difesa della
specialità. È con questo intendimento che la V Commissione del
Consiglio regionale, presieduta da Vincenzo Martines (PD), si è
riunita a Udine invitando i parlamentari eletti in Friuli Venezia
Giulia e allargando la seduta ai capigruppo consiliari e ai
presidenti della Regione Debora Serracchiani e del Consiglio
Franco Iacop.
Invito accolto da dieci dei diciannove onorevoli che siedono a
Montecitorio e a Palazzo Madama, che hanno fornito il loro
contributo di idee e hanno parlato del clima che si respira a
Roma sui temi delle riforme istituzionali e del regionalismo.
Su queste cose, ha esordito Martines, il Friuli Venezia Giulia ha
parecchio da dire e da dimostrare per spiegare i contenuti della
sua specialità e autonomia: abbiamo bisogno però di una
"pressione positiva" a livello parlamentare e di un'azione
condivisa dalle realtà come la nostra, per quest'ultimo aspetto
aiutati dal fatto che il presidente Iacop coordina proprio il
gruppo di lavoro delle speciali.
Lo stesso Iacop ha poi riferito sugli ultimi sviluppi del
dibattito politico-istituzionale, anche rispetto a quanto emerso
nel corso del convegno di pochi giorni fa al Senato. In
prospettiva, ha precisato Iacop, dobbiamo ragionare non più in
termini identitari, ma di governance, tenendo ben presente che
molto dell'esercizio della specialità e dell'autonomia si gioca
sul versante del coordinamento della finanza pubblica.
Il documento che le Regioni hanno presentato a Renzi in
settimana, ha quindi evidenziato la presidente della Regione
Debora Serrachiani, e che è stato condiviso dall'Anci, contiene
importanti osservazioni sulla composizione di quella che potrebbe
essere l'Assemblea delle autonomia, legata anche alle 21
personalità che dovrebbero essere nominate dal presidente della
Repubblica, ma soprattutto pone l'accento sul vero tema
dirimente, ossia il metodo di individuazione e la natura delle
competenze, dove si chiede una precisazione esaustiva di quelle
affidate alle Regioni.
La presidente Serracchiani ha anche informato che il Governo ha
confermato i suoi tre componenti in seno alla Commissione
paritetica Stato-Regione, che quindi continua a essere pienamente
operativa.
Si sono quindi susseguiti gli interventi di alcuni parlamentari,
a iniziare dal sen. Lodovico Sonego (PD), che ha parlato di un
clima di grandissima ostilità nei confronti delle Regioni,
soprattutto di quelle speciali, che vede uniti il centralismo
dello Stato, Gruppi parlamentari, ministeri e alcuni Comuni più
significativi. Il fatto che la specialità di Bolzano derivi da
trattati internazionali, che dietro Bolzano ci stia Trento e che
l'autonomia siciliana sia stata sancita prima della Costituzione
mette un po' al riparo anche le altre realtà speciali, moderando
questo clima. Bisogna però stare molto attenti a come verrà
riscritto il Titolo V della Costituzione, per non trovarsi una
specialità confermata sulla carta, ma spogliata nelle sue
prerogative da altre norme.
La Riforma del Titolo V e del Senato sono ormai punti
ineludibili, ha quindi affermato il sen. Carlo Pegorer (PD). E
allora la Regione deve cercare di contribuire a questo processo
dall'interno. Come? Dimenticando il principio della
rappresentatività e scegliendo di assumere il dato della
governabilità dal quale far derivare i futuri assetti. Passare,
come giustamente dice il presidente Iacop, dall'identità alla
governance. E siccome le risorse sono il punto centrale, bisogna
rendere più fluidi i rapporti finanziari fra centro e periferia.
Per la sen. Isabella De Monte (PD) sarà importante sapere se il
testo sulle riforme sarà quello del Governo o se verranno
avanzate proposte parlamentari. Resta il fatto che la riforma del
Senato è un dato certo, che la discussione sulla sua composizione
è in atto, che il dibattito sui 21 membri di nomina del Capo
dello Stato verte sul fatto che, essendo in numero consistente,
si corre il rischio che possa formarsi un "partito del
Presidente".
Molto preoccupato sui rischi che stanno correndo le Regioni a
statuto speciale si è detto l'on. Massimiliano Fedriga (LN): è in
corso un attacco feroce da parte degli organi di informazione,
che si aggiunge a quello che stanno sferrando le istituzioni e
tutto questo fermento sta già portando alla cancellazione delle
Province. In questa situazione meglio non giocare in difesa, ma
andare all'attacco chiedendo di più.
Siamo dentro una fase costituente, così il sen. Francesco Russo
(PD), che non abbiamo scelto e che potrebbe avere anche tempi
brevi. Tra eliminazione delle Province, aree metropolitane,
unione di Comuni, legge elettorale, Senato, Titolo V siamo in uno
tsunami istituzionale che rischia di coinvolgere anche le
specialità. Abbiamo un solo modo per essere soggetti attivi in
questa situazione: esercitare fino in fondo la nostra autonomia e
la capacità di proposta.
A chiudere, l'on. Aris Prodani (M5S), che ha invitato tutti a
capire fin dove siamo arrivati con questa proposta di riforma e
quali sono le forze politiche che ne condividono la struttura o
single sue parti.
Ampia disponibilità a proseguire sulla strada del dialogo comune
è stata infine manifestata da tutti i convenuti.
(immagini tv)