Corecom: convegno su situazione emittenza TV in regione
(ACON) Trieste, 27 mar - AB - Una panoramica completa
dell'emittenza televisiva regionale, dal servizio pubblico alle
emittenti locali e comunitarie, i problemi nati con il passaggio
dal sistema analogico al digitale terrestre, frequenze, ascolti,
finanziamenti, ma anche la sovrapposizione dei canali con i Paesi
confinanti.
Di tutto questo si è parlato nel convegno dal titolo provocatorio
"Spending TV, antenne a rischio?" organizzato dal Corecom FVG,
prima iniziativa pubblica a quattro mesi dal suo insediamento, al
quale hanno partecipato numerosi addetti ai lavori, che si sono
confrontati con lo stesso presidente del Comitato Giovanni
Marzini, per anni volto e voce televisiva ed ex responsabile
della redazione giornalistica della sede Rai del FVG, ma anche
con Nicola Sansalone dell'Agcom, Gianpiero Migali
dell'ispettorato FVG del ministero dello sviluppo economico,
Filippo Lucci presidente del Coordinamento nazionale dei Corecom
e dello stesso Comitato dell'Abruzzo e con Maria Pia Caruso
responsabile dei rapporti tra Corecom e Agcom.
Più che un convegno - ha affermato Marzini - vedo questa
iniziativa come un appuntamento di lavoro, dati i suoi
partecipanti. Dopo aver ripercorso le tappe dell'emittenza
televisiva, da quando la Rai aveva solo due canali e al contempo
nacquero le prime due storiche emittenti private - Telequattro a
Trieste e Telefriuli a Udine - Marzini ha evidenziato come nel
quadro di revisione aziendale alcune sedi regionali della Rai
siano a rischio chiusura o accorpamento.
Ma è proprio grazie alla specialità della Regione Friuli Venezia
Giulia che quella della Rai non è una semplice sede distaccata,
ma un vero centro di produzione televisivo (dal quale - ha
evidenziato - escono programmi in lingua italiana e slovena e,
per il momento, radiofonici in lingua friulana) e la speranza è
che proprio grazie a queste caratteristiche la sede possa non
solo continuare la sua attività, ma espanderla per essere sempre
più vicina ai cittadini della regione.
La situazione dell'emittenza televisiva italiana non è diversa da
quella generale del Paese - ha quindi sostenuto l'assessore
regionale alla cultura Gianni Torrenti - e paga la mancanza di
programmazione, di scelte che avrebbero dovuto esser fatte quando
le condizioni economiche erano diverse, ben migliori delle
attuali. Così oggi ci troviamo costretti a riprogrammare tutto,
ma in un momento di crisi economica.
Quanto alla sede Rai, Torrenti ha sostenuto la sua
indispensabilità rispetto alle esigenze della comunità regionale
e ha concluso con una riflessione sull'accelerazione in atto nel
modo di comunicare, che vede affiancarsi la WEB alla televisione
classica, sia essa digitale terrestre o piattaforma satellitare:
quando la tecnologia riuscirà a portare la qualità dell'immagine
Internet a livello delle altre - e ci siamo vicini - si aprirà un
modo nuovo di comunicare e il futuro nascerà da questa
integrazione.
Si è quindi sviluppato un approfondito dibattito, al termine del
quale ha tratto le conclusioni il vicepresidente del Consiglio
regionale Igor Gabrovec, che ha salutato i convenuti in quattro
lingue, a rimarcare la specialità e l'importanza dell'identità
plurima di questa regione "che si deve rispecchiare in tutti i
media".
La scarsità di risorse - ha aggiunto - non deve ledere la qualità
dell'informazione, specie non a discapito dei giovani
giornalisti, che stanno vivendo un vero e proprio martirio
professionale. Sul problema delle frequenze, Gabrovec ha infine
informato la platea di come il Consiglio regionale si sia
occupato del problema discutendo una mozione per sollecitare un
nuovo piano di assegnazione delle stesse.
(foto, immagini tv)