LN: autodeterminazione, mozioni autonomia di Friuli e Trieste _
(ACON) Trieste, 2 apr - COM/MPB - Due mozioni distinte, per
rivendicare l'autonomia del Friuli e di Trieste dall'Italia e
"dai rigurgiti neocentralisti".
Un principio fondamentale, che ricorre ripetutamente nei testi:
il diritto all'autodeterminazione dei popoli, riconosciuto da Onu
e Patti internazionali in diverse occasioni. Così il Gruppo
regionale della Lega Nord rilancia sul tema della specialità,
"prendendo in contropiede il Governo, che ci vuole assediare e
prenderci per sfinimento".
Nelle due mozioni, i consiglieri regionali ripercorrono la storia
remota e recente del Friuli e di Trieste (entità tenute
rigorosamente separate) e sottolineano che "l'annessione
all'Italia non ha, evidentemente, migliorato le condizioni
sociali ed economiche né del Friuli né di Trieste. Il Friuli è
divenuto, da subito, la propaggine all'estremo est, la porzione
di Paese collocata dopo Venezia. Il Friuli ha dato molto
all'Italia in termini di efficienza, strategicità logistica e
risorse, contribuendo a ripianare i debiti fatti al Sud. Ma
cos'ha ricevuto in cambio? Nel caso del capoluogo giuliano,
l'Italia ha somministrato per decenni abbondanti dosi di
cloroformio, provocando un progressivo avvizzimento dello spirito
imprenditoriale di Trieste, involutasi da Porto franco a città
che vive di lavoro pubblico e terziario. Trieste sbocco marittimo
dell'Impero è divenuta ruota di scorta per l'Italia".
I leghisti ricordano che "iniziative di difesa, esercizio e
attuazione del diritto di autodeterminazione dei popoli sono
state o saranno attuate in Scozia e Catalogna, al netto di quanto
avvenuto nelle scorse settimane in Crimea, dove un verdetto
plebiscitario ha messo impietosamente a nudo quale fosse la
volontà popolare. Ricordiamo l'esempio del Belgio, della Baviera,
regioni europee civilissime e avanzate, dove il concetto di
autonomia viene realmente valorizzato e riempito di contenuti e
non relegato a una dicitura su una targa".
Per i consiglieri della Lega Nord "la mozione approvata dal
Consiglio regionale sulla riforma del Titolo V della Costituzione
rappresenta un tassello necessario, ma non sufficiente.
L'attentato alle autonomie è sotto gli occhi di tutti: fino a
pochi mesi fa, solo la Lega denunciava l'arretramento sul terreno
del decentramento, mentre ormai tutti gli osservatori concordano
nel registrare la sconfessione dello spirito della devoluzione,
cavalcato ad arte per anni, per poi essere eliminato dall'agenda
politica".