Citt: Gregoris, nuovi canoni concessione beni demanio idrico
(ACON) Trieste, 9 apr - COM/AB - La Giunta regionale ha
approvato il nuovo regolamento per la determinazione dei canoni
annuali di concessione e di autorizzazione dei beni del demanio
idrico regionale, un provvedimento atteso da tante associazioni
sportivo-ricreative, che nelle settimane scorse avevano ottenuto
le autorizzazioni per l'utilizzo di specifiche aree a fronte di
un canone annuale molto elevato.
A sollecitare la Giunta a intervenire sulla questione era stato
il consigliere regionale dei Cittadini Gino Gregoris, a sua volta
investito del problema da alcuni sodalizi di volontariato del
Pordenonese che si erano visti recapitare conteggi di spesa che,
in alcuni casi, erano addirittura di migliaia di euro.
"Con il trasferimento dallo Stato di beni e funzioni del demanio
marittimo, stradale, idrico e militare - ha spiegato Gregoris -
alla Regione compete il rilascio delle relative concessioni
demaniali e l'introito dei canoni legati alle stesse. Più di
qualche associazione si era lamentata per un notevole incremento
del canone di concessione. Ai cacciatori di San Vito al
Tagliamento, per esempio, era stato recapitato un conto che
difficilmente l'associazione poteva permettersi di pagare, ma con
il nuovo regolamento e, di conseguenza, con le nuove tariffe la
cifra è dieci volte inferiore a prima. Non era pensabile pagare
6.000 euro anziché 720 come accade oggi per un'area costituita
esclusivamente da boschi e prati dei quali la stessa associazione
si prende cura dalla fine degli anni '70".
"L'area viene utilizzata per le attività di addestramento e
allenamento dei cani da caccia e non vi è pertanto alcuno
sfruttamento economico del bene. Al contrario, l'attività svolta
consente il mantenimento dell'habitat naturale. Le attività
svolte dalla sezione cacciatori così come quelle dei tiratori con
l'arco e del circolo ippico - ha aggiunto Gregoris - sono
sporadiche e non continuative, non sono a fini di lucro e non
pregiudicano l'utilizzo dell'area anche da parte di altre
associazioni locali, di scolaresche e di qualunque persona voglia
visitarla. La cifra richiesta inizialmente dalla Regione era
dunque spropositata, ma ora il problema è stato risolto
semplicemente evitando di paragonare le associazioni di
volontariato alle attività produttive".