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Citt: Gregoris, nuovi canoni concessione beni demanio idrico

09.04.2014
16:26
(ACON) Trieste, 9 apr - COM/AB - La Giunta regionale ha approvato il nuovo regolamento per la determinazione dei canoni annuali di concessione e di autorizzazione dei beni del demanio idrico regionale, un provvedimento atteso da tante associazioni sportivo-ricreative, che nelle settimane scorse avevano ottenuto le autorizzazioni per l'utilizzo di specifiche aree a fronte di un canone annuale molto elevato.

A sollecitare la Giunta a intervenire sulla questione era stato il consigliere regionale dei Cittadini Gino Gregoris, a sua volta investito del problema da alcuni sodalizi di volontariato del Pordenonese che si erano visti recapitare conteggi di spesa che, in alcuni casi, erano addirittura di migliaia di euro.

"Con il trasferimento dallo Stato di beni e funzioni del demanio marittimo, stradale, idrico e militare - ha spiegato Gregoris - alla Regione compete il rilascio delle relative concessioni demaniali e l'introito dei canoni legati alle stesse. Più di qualche associazione si era lamentata per un notevole incremento del canone di concessione. Ai cacciatori di San Vito al Tagliamento, per esempio, era stato recapitato un conto che difficilmente l'associazione poteva permettersi di pagare, ma con il nuovo regolamento e, di conseguenza, con le nuove tariffe la cifra è dieci volte inferiore a prima. Non era pensabile pagare 6.000 euro anziché 720 come accade oggi per un'area costituita esclusivamente da boschi e prati dei quali la stessa associazione si prende cura dalla fine degli anni '70".

"L'area viene utilizzata per le attività di addestramento e allenamento dei cani da caccia e non vi è pertanto alcuno sfruttamento economico del bene. Al contrario, l'attività svolta consente il mantenimento dell'habitat naturale. Le attività svolte dalla sezione cacciatori così come quelle dei tiratori con l'arco e del circolo ippico - ha aggiunto Gregoris - sono sporadiche e non continuative, non sono a fini di lucro e non pregiudicano l'utilizzo dell'area anche da parte di altre associazioni locali, di scolaresche e di qualunque persona voglia visitarla. La cifra richiesta inizialmente dalla Regione era dunque spropositata, ma ora il problema è stato risolto semplicemente evitando di paragonare le associazioni di volontariato alle attività produttive".