Roma: intervento Iacop ad assemblea Consigli regionali su riforme
(ACON) Roma, 14 apr - COM/AB - Assemblea generale straordinaria
di tutti i Consigli regionali italiani a Roma, riuniti nell'Aula
dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati per discutere
delle riforme istituzionali, in particolare delle proposte
riferite al Titolo V della Costituzione che riguarda le Regioni.
La delegazione del Friuli Venezia Giulia, con alcuni componenti
l'Ufficio di presidenza e capigruppo, era guidata dal presidente
Franco Iacop che, nel suo intervento, ha ricordato come la
Repubblica italiana tragga origine e regole dalla Costituzione.
"Possiamo dunque affermare - ha detto - che la Costituzione
esercita una sovranità piena sulle istituzioni, sugli ordinamenti
e sui rapporti civili, etico-sociali, economici e politici,
mentre sappiamo che il popolo esercita la propria sovranità nelle
forme e nei limiti stabiliti dalla Costituzione medesima
attraverso l'azione legislativa del Parlamento".
Tra i principi fondamentali della Carta, Iacop ne ha richiamati
tre: l'articolo 5 sulla valorizzazione dell'autonomia, il 6 sul
riconoscimento e la tutela delle minoranze linguistiche, l'11
sulle limitazioni alla sovranità nazionale derivanti dai trattati
internazionali. Il particolare riferimento a quest'ultimo
articolo va al Trattato di Lisbona, che considera la
sussidiarietà, la potestà legislativa regionale, le autonomie
territoriali e locali quali elementi costitutivi delle politiche
nazionali ed europee.
"Se tutto questo - ha aggiunto Iacop - ha contribuito a costruire
le fondamenta dello Stato, allora l'autonomia, quale uno dei
principi fondamentali, non è negoziabile e non lo sono le forme e
le condizioni particolari di autonomia delle Regioni a Statuto
speciale. Non sono accadimenti casuali, frutto di episodi, ma un
fatto incontrovertibile della storia del nostro Paese. Sono
esercizio della responsabilità e della sussidiarietà, del
federalismo cooperativo e solidale, a vantaggio dell'intera
comunità nazionale e per l'assolvimento anche degli obblighi
posti dall'ordinamento comunitario. E deve essere altrettanto
chiaro che l'autonomia regionale, comprese le specialità,
contribuiscono al perseguimento degli interessi nazionali;
clausole di supremazia dello Stato corrispondono alla necessità
di governo unitario di competenze e funzioni in materie primarie,
sulla base della leale collaborazione e della negoziazione
ragionevole Stato-Autonomie".
"Se dunque il rapporto deve fondarsi sulla lealtà, non possono
essere condivisibili quegli strumenti messi in campo dallo Stato
che, in forma palese o surrettizia, invocando di volta in volta
norme generali, coordinamento della finanza pubblica, contingenza
economica, alterano nei fatti un rapporto istituzionale che deve
basarsi sulla pari dignità istituzionale e sulla struttura
consensuale e pattizia di relazioni politiche e finanziarie. Il
modello delle Autonomie speciali voluto dall'Assemblea
costituente - ha ricordato - lungi dall'essere un privilegio
ingiustificato, può considerarsi un'applicazione avanzata e
moderna dei principi della sussidiarietà e della governance
multilivello, secondo standard ormai riconosciuti a livello
europeo e codificati nel diritto primario dell'Unione e un
riferimento al quale far tendere il modello regionalista del
nostro Paese".
"Al processo di riforma costituzionale in atto è doveroso
partecipare con convinzione e farsi carico delle necessità di
rinnovamento dello Stato, compreso quello dei suoi organi e delle
sue articolazioni territoriali, con spirito cooperativo e
solidale. Non è però sufficiente confermare apoditticamente
l'esistenza delle autonomie speciali quando tutte le norme che
ruotano attorno modificano gli assetti delle potestà, delle
competenze e delle funzioni tra Stato e Autonomie territoriali e
locali. È doveroso chiederci quale sarà l'impatto del processo di
riforma sui livelli di autonomia speciale ed evitare che esso
porti ad uno svuotamento sostanziale di norme costituzionali".
Iacop ha chiarito di riferirsi a un'autonomia e a una specialità
dinamiche, moderne, evolute, proiettate nel futuro, pronte anche
ad assumere nuove competenze a vantaggio di tutti, anche del
bilancio dello Stato e a partecipare allo sviluppo dell'Europa;
dare piena attuazione agli Statuti con un lavoro incisivo e
formalizzato delle Commissioni paritetiche, ragionare su
possibili rivisitazioni delle attuali materie in senso evolutivo.
Vi sono però due condizioni da cui, a giudizio del presidente del
Consiglio regionale del FVG, non si può prescindere e che vanno
recepite nel documento politico: la clausola di salvaguardia
della specialità, che lasci eventualmente penetrare negli
ordinamenti speciali solo le norme di maggior favore, modificando
in tal senso il comma 13 dell'articolo 33 del disegno di legge
costituzionale; la garanzia della specialità finanziaria,
aggiungendo un comma all'articolo 116 che faccia rinvio ai
decreti legislativi di approvazione delle norme di attuazione
degli Statuti, per conseguire il coordinamento della finanza
pubblica, gli obiettivi di perequazione e di solidarietà
nazionale nelle Regioni a statuto speciale e nelle Province
autonome.
"Rispetto a queste esigenze - ha affermato in conclusione Iacop -
apprezziamo l'impegno di alcuni senatori che con un emendamento
hanno anch'essi inteso porre la questione della norma espressa di
salvaguardia degli Statuti speciali. Le autonomie speciali non si
chiudono su sé stesse; vogliono guardare al futuro assieme
all'intero sistema regionale, essere protagoniste delle riforme,
contribuire con responsabilità alla rinascita politica, sociale
ed economica del Paese, partecipare al percorso riformatore che
faccia delle diversità e delle specificità i valori arricchenti
di una nuova unità nazionale. Non ci sono privilegi da difendere.
Al contrario, ci sono funzioni da esercitare, oneri finanziari da
sostenere, gestione di servizi collettivi, programmazione del
territorio, federalismo vero e autentico, sussidiarietà misurata
sul campo".