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Roma: Consigli regionali su riforme, Colautti e Gabrovec

14.04.2014
15:37
(ACON) Roma, 14 apr - COM/AB - Alessandro Colautti (NCD) a nome di tutti i capigruppo e Igor Gabrovec vicepresidente dell'Assemblea legislativa del FVG come esponete della minoranza slovena hanno quindi portato il loro contributo al dibattito sulle riforme istituzionali, a Roma, all'assemblea di tutti i Consigli regionali italiani e delle Province autonome.

Colautti ha sottolineato come il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia abbia non solo approvato il documento della Conferenza, ma ne abbia rafforzato i contenuti adottando uno specifico ordine del giorno.

"Oggi le Regioni speciali sono viste ancora più negativamente rispetto a quelle ordinarie - ha aggiunto Colautti - ma non dobbiamo dimenticare che il Friuli Venezia Giulia è invece già pronto alla sfida delle riforme e lo ha dimostrato procedendo in anticipo rispetto a tutti sui tagli ai costi della politica; e la sanità, tasto dolente che viene letta come un'eccessiva spesa decentrata delle Regioni, è un settore che ci paghiamo da soli fin dal 1997, senza chiedere maggiori decimi di compartecipazione a fronte di un intervento dello Stato che ci ha chiesto di contribuire al risanamento della spesa pubblica".

"In un certo senso - ha puntualizzato Colautti - il Friuli Venezia Giulia ha già subito una 'lesione' della sua specialità, ma è sempre disposto a fare la sua parte, senza battaglie di retroguardia, per dare nuovo impulso alla specialità in questa stagione di riforme. Come? Rispondendo sì a tre punti fondamentali: alla costituzionalizzazione dei costi standard, alla rinegoziazione del patto finanziario con lo Stato per avere certezza nelle entrate, alla fiscalità di sviluppo come possibile risposta alla competitività delle confinanti Austria e Slovenia".

Gabrovec si è invece rifatto ai pilastri fondamentali della Costituzione richiamati dal presidente Iacop nel suo intervento per ricordate che tre delle cinque Regioni speciali devono questa condizione alla presenza di minoranze linguistiche e nazionali riconosciute e tutelate. "Minoranze - ha evidenziato - che non sono un mero capriccio linguistico, bensì il risultato di una storia e di un'evoluzione di territori di confine, di transito, di scambi, di interconnessione certamente culturale, ma anche sociale, politica ed economica".

"Laddove quindi - così ancora Gabrovec - andiamo a riscrivere il testo fondante della nostra Repubblica, laddove andiamo a riformulare ruolo e funzioni delle Regioni, speciali e ordinarie, non possiamo non costruire sulla valorizzazione delle peculiarità dei territori, delle differenze che sono ricchezza, delle sfumature che formano il collante tra le diverse comunità e sono motore di sviluppo. Chi può interpretare tutto ciò se non le Regioni?"

"Pensando a un nuovo Senato delle autonomie - ha aggiunto Gabrovec - va valorizzato e potenziato ciò che le contraddistingue ed è, spesso e volentieri, invisibile al centralismo che, anche se democratico, è accentratore per definizione. Da qui anche il ruolo delle minoranze linguistiche, contemplate a livello nazionale dalla legge quadro 482/99 e, nello specifico del Friuli Venezia Giulia, dalla legge 38/01 sulla tutela della minoranza slovena, garantita non da ultimo da trattati internazionali".

"Il 2 aprile scorso - ha ricordato in conclusione Gabrovec - il Consiglio regionale del FVG, convocato in contemporanea con le Assemblee regionali di tutta Italia, ha dato mandato ai presidenti di Consiglio e Giunta di farsi promotori di tali esigenze. Tracciando la composizione del nuovo Senato, il legislatore dovrà quindi tener conto del diritto e dell'opportunità di garantire un'adeguata rappresentanza delle minoranze linguistiche, tanto più di quelle previste e tutelate da trattati internazionali: certamente i francofoni della Valle d'Aosta, i tedeschi del Trentino-Alto Adige, ma anche gli sloveni del Friuli Venezia Giulia".