Roma: Consigli regionali su riforme, Colautti e Gabrovec
(ACON) Roma, 14 apr - COM/AB - Alessandro Colautti (NCD) a nome
di tutti i capigruppo e Igor Gabrovec vicepresidente
dell'Assemblea legislativa del FVG come esponete della minoranza
slovena hanno quindi portato il loro contributo al dibattito
sulle riforme istituzionali, a Roma, all'assemblea di tutti i
Consigli regionali italiani e delle Province autonome.
Colautti ha sottolineato come il Consiglio regionale del Friuli
Venezia Giulia abbia non solo approvato il documento della
Conferenza, ma ne abbia rafforzato i contenuti adottando uno
specifico ordine del giorno.
"Oggi le Regioni speciali sono viste ancora più negativamente
rispetto a quelle ordinarie - ha aggiunto Colautti - ma non
dobbiamo dimenticare che il Friuli Venezia Giulia è invece già
pronto alla sfida delle riforme e lo ha dimostrato procedendo in
anticipo rispetto a tutti sui tagli ai costi della politica; e la
sanità, tasto dolente che viene letta come un'eccessiva spesa
decentrata delle Regioni, è un settore che ci paghiamo da soli
fin dal 1997, senza chiedere maggiori decimi di compartecipazione
a fronte di un intervento dello Stato che ci ha chiesto di
contribuire al risanamento della spesa pubblica".
"In un certo senso - ha puntualizzato Colautti - il Friuli
Venezia Giulia ha già subito una 'lesione' della sua specialità,
ma è sempre disposto a fare la sua parte, senza battaglie di
retroguardia, per dare nuovo impulso alla specialità in questa
stagione di riforme. Come? Rispondendo sì a tre punti
fondamentali: alla costituzionalizzazione dei costi standard,
alla rinegoziazione del patto finanziario con lo Stato per avere
certezza nelle entrate, alla fiscalità di sviluppo come possibile
risposta alla competitività delle confinanti Austria e Slovenia".
Gabrovec si è invece rifatto ai pilastri fondamentali della
Costituzione richiamati dal presidente Iacop nel suo intervento
per ricordate che tre delle cinque Regioni speciali devono questa
condizione alla presenza di minoranze linguistiche e nazionali
riconosciute e tutelate. "Minoranze - ha evidenziato - che non
sono un mero capriccio linguistico, bensì il risultato di una
storia e di un'evoluzione di territori di confine, di transito,
di scambi, di interconnessione certamente culturale, ma anche
sociale, politica ed economica".
"Laddove quindi - così ancora Gabrovec - andiamo a riscrivere il
testo fondante della nostra Repubblica, laddove andiamo a
riformulare ruolo e funzioni delle Regioni, speciali e ordinarie,
non possiamo non costruire sulla valorizzazione delle peculiarità
dei territori, delle differenze che sono ricchezza, delle
sfumature che formano il collante tra le diverse comunità e sono
motore di sviluppo. Chi può interpretare tutto ciò se non le
Regioni?"
"Pensando a un nuovo Senato delle autonomie - ha aggiunto
Gabrovec - va valorizzato e potenziato ciò che le
contraddistingue ed è, spesso e volentieri, invisibile al
centralismo che, anche se democratico, è accentratore per
definizione. Da qui anche il ruolo delle minoranze linguistiche,
contemplate a livello nazionale dalla legge quadro 482/99 e,
nello specifico del Friuli Venezia Giulia, dalla legge 38/01
sulla tutela della minoranza slovena, garantita non da ultimo da
trattati internazionali".
"Il 2 aprile scorso - ha ricordato in conclusione Gabrovec - il
Consiglio regionale del FVG, convocato in contemporanea con le
Assemblee regionali di tutta Italia, ha dato mandato ai
presidenti di Consiglio e Giunta di farsi promotori di tali
esigenze. Tracciando la composizione del nuovo Senato, il
legislatore dovrà quindi tener conto del diritto e
dell'opportunità di garantire un'adeguata rappresentanza delle
minoranze linguistiche, tanto più di quelle previste e tutelate
da trattati internazionali: certamente i francofoni della Valle
d'Aosta, i tedeschi del Trentino-Alto Adige, ma anche gli sloveni
del Friuli Venezia Giulia".