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I Comm: audizione vertici Mediocredito FVG

16.04.2014
14:49
(ACON) Trieste, 16 apr - ET - La I Commissione consiliare regionale ha svolto un'audizione con la presidente di Mediocredito FVG Cristiana Compagno e il direttore dell'istituto Narciso Gaspardo. Presente anche l'assessore competente Francesco Peroni.

La presidente ha illustrato ampiamente la situazione di Mediocredito, inquadrandola nel contesto di una congiuntura nazionale e internazionale complessivamente negativa.

Nel dettaglio del Friuli Venezia Giulia, l'impiego bancario verso il sistema produttivo è di quasi 17 miliardi di euro, con una flessione del 5,8% rispetto al 2012 e del 9% nel triennio 2010-2013, mentre Mediocredito ha visto una contrazione del 7%, riconfermando così la propria funzione anti stretta creditizia e di calmierante dei tassi d'interesse, come mano pubblica dell'economia regionale. Il rischio di sofferenze - cioè di crediti che realtà in difficoltà non possono più onorare - si attesta per il 2013 nel sistema regionale attorno al 33% - circa 1.7 miliardi - e Mediocredito in questo contesto è percentualmente in linea.

Il consuntivo 2013 della banca evidenzia risultati positivi, tra i quali la crescita del volume complessivo di credito erogato: 229 milioni, ovvero più 2.85% rispetto al 2012, un sostanziale raddoppio delle operazioni creditizie perfezionate (906 contro 404 dell'anno precedente) e più 157% sul 2012 di raccolta diretta, che ha superato i 321 milioni con oltre 6500 clienti, 85% fuori regione. Inoltre, il portafoglio crediti ammonta a 2.360 milioni, con un calo dell'oltre 3% grazie a un significativo volume di rientri. Mediocredito ha poi emesso 63 milioni di euro di obbligazioni, ha ricevuto 35 milioni di finanziamenti dalla Banca Europea di Investimenti, ha rimborsato 442 milioni di obbligazioni giunte a scadenza e 228 milioni di finanziamenti passivi. Nel 2013, per quel che riguarda gli strumenti finanziari agevolati, sono stati erogati 111 milioni attraverso il FRIE, il Fondo di rotazione artigiani e quello del commercio; 30 i milioni stanziati in base alla legge anticrisi della Regione, con 772 domande pervenute.

La presidente ha anche illustrato gli elementi negativi, un andamento peggiore rispetto al 2012, con un margine di intermediazione di 26,6 milioni di euro, meno 33,9% sul 2012. Il costo del rischio del credito, cioè l'accantonamento di fondi a fronte di rischi di non rientro dei crediti, è pari a 103 milioni nel 2013, fatto che comporta una perdita di 63 milioni. La somma di 103 milioni deriva dalle nuove sofferenze, sommate alla perdita di valore dei beni a garanzia e dall'adozione di criteri prudenziali delle esposizioni. Analizzando poi il portafoglio dei crediti deteriorati si vede che le sofferenze, pari a complessivi 303 milioni, è riconducibile a fidi concessi tra il 2006 e il 2009 (73% del totale), mentre quelli concessi dopo il 2010 sono il 2,7%. 24% quelli concessi prima del 2006. 34% di queste sofferenze derivano da crediti concessi a imprese regionali, il 66% invece a operazioni svolte nel Veneto.

Mediocredito è, nella parole della presidente, un malato che potrà essere dimesso solo nel 2016, dopo aver raggiunto il punto di pareggio e in seguito a una grande ristrutturazione, con perdite ancora nel 2014 e 2015, rispettivamente di circa 60 e 40 milioni.

Di conseguenza è stato aggiornato il piano industriale, tenendo conto dei saldi reali della banca e di un quadro congiunturale più severo, con una maggiore focalizzazione sulle azioni di sistema a servizio del territorio. Importanti saranno le revisioni e le razionalizzazioni organizzative, con una riduzione delle spese amministrative del 20% e un cambio di modus operandi, con una capillare presenza sul territorio a offrire servizi e cercare sinergie, anche con le altre banche locali. Inoltre, si intende offrire servizi finanziari agli Enti locali, credito di breve termine alle imprese e assunzione dei crediti delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione.

Allo stato attuale, per rispettare fino al 2016 gli stringenti parametri imposti al sistema bancario da accordi internazionali (Basilea III) riguardanti i requisiti patrimoniali delle banche, Mediocredito dovrà ricorrere ad un'ulteriore ricapitalizzazione di 100 milioni. "Se non rispettassimo i parametri di Basilea III, anche solo per un giorno, saremmo immediatamente commissariati", ha spiegato la presidente. Si tratta di un'operazione che comporterà un aumento di capitale di 50 milioni da raccogliere tra gli attuali azionisti e ulteriori 50 tramite emissione di titoli. Il piano è stato costruito con Banca d'Italia, per potenziare le basi di Mediocredito.

La via della banca commerciale non è la strategia giusta per Mediocredito, ha detto Compagno. Attualmente c'è un tavolo di confronto aperto con ANCI e la Regione, per alleggerire il peso del patto di stabilità e collaborare per trovare proposte ai fabbisogni finanziari e creditizi, ottimizzando la spesa pubblica per investimenti. "Con le banche private dobbiamo fare alleanze - ha detto la presidente - mirare a socializzare i rischi da assumere insieme".

"Abbiamo dovuto assumere importanti decisioni, dare un segnale molto forte alla Banca d'Italia e abbiamo dovuto farlo in tempi rapidissimi", ha spiegato l'assessore Peroni evidenziando come per Mediocredito e la sua situazione patrimoniale, nei mesi scorsi ci sia stata un'accelerazione dei tempi di soluzione non negoziabile.

"L'esito dell'ispezione della Banca d'Italia sarebbe stato un commissariamento certo se non si fosse assicurato fondi per un'eventuale la mancata copertura dei 100 milioni di sofferenze nell'esercizio corrente".

Per Peroni la Giunta si è trovata davanti ad un bivio, con la certezza che il commissariamento avrebbe portato la governance di Mediocredito a Banca d'Italia, che avrebbe immesso Mediocredito nel mercato pertinente. "Il risultato sarebbe stato che la Regione non sarebbe stata più socio maggioritario e ci sarebbero stati imponderabili riflessi nocivi sul rating finanziario complessivo: uno tsunami sull'intero sistema economico e sociale del Friuli Venezia Giulia".

Una scelta, secondo Peroni, fatta con fiducia nel futuro e immediati riscontri positivi, come la conferma del rating BBB+ da parte di Fitch. "Ora dobbiamo ridare la dignità che compete al socio di maggioranza, la Regione, con un presidio e un'osmosi continua con l'istituto di credito".

Per quel che riguarda la struttura della holding Friulia, per l'assessore l'azione più efficace sarebbe organizzare diversamente rapporti, immettere professionalità utili e svolgere una leggera riconsiderazione di ordine normativo.

(immagini tv)