I Comm: audizione vertici Mediocredito FVG
(ACON) Trieste, 16 apr - ET - La I Commissione consiliare
regionale ha svolto un'audizione con la presidente di
Mediocredito FVG Cristiana Compagno e il direttore dell'istituto
Narciso Gaspardo. Presente anche l'assessore competente Francesco
Peroni.
La presidente ha illustrato ampiamente la situazione di
Mediocredito, inquadrandola nel contesto di una congiuntura
nazionale e internazionale complessivamente negativa.
Nel dettaglio del Friuli Venezia Giulia, l'impiego bancario verso
il sistema produttivo è di quasi 17 miliardi di euro, con una
flessione del 5,8% rispetto al 2012 e del 9% nel triennio
2010-2013, mentre Mediocredito ha visto una contrazione del 7%,
riconfermando così la propria funzione anti stretta creditizia e
di calmierante dei tassi d'interesse, come mano pubblica
dell'economia regionale. Il rischio di sofferenze - cioè di
crediti che realtà in difficoltà non possono più onorare - si
attesta per il 2013 nel sistema regionale attorno al 33% - circa
1.7 miliardi - e Mediocredito in questo contesto è
percentualmente in linea.
Il consuntivo 2013 della banca evidenzia risultati positivi, tra
i quali la crescita del volume complessivo di credito erogato:
229 milioni, ovvero più 2.85% rispetto al 2012, un sostanziale
raddoppio delle operazioni creditizie perfezionate (906 contro
404 dell'anno precedente) e più 157% sul 2012 di raccolta
diretta, che ha superato i 321 milioni con oltre 6500 clienti,
85% fuori regione. Inoltre, il portafoglio crediti ammonta a
2.360 milioni, con un calo dell'oltre 3% grazie a un
significativo volume di rientri. Mediocredito ha poi emesso 63
milioni di euro di obbligazioni, ha ricevuto 35 milioni di
finanziamenti dalla Banca Europea di Investimenti, ha rimborsato
442 milioni di obbligazioni giunte a scadenza e 228 milioni di
finanziamenti passivi. Nel 2013, per quel che riguarda gli
strumenti finanziari agevolati, sono stati erogati 111 milioni
attraverso il FRIE, il Fondo di rotazione artigiani e quello del
commercio; 30 i milioni stanziati in base alla legge anticrisi
della Regione, con 772 domande pervenute.
La presidente ha anche illustrato gli elementi negativi, un
andamento peggiore rispetto al 2012, con un margine di
intermediazione di 26,6 milioni di euro, meno 33,9% sul 2012. Il
costo del rischio del credito, cioè l'accantonamento di fondi a
fronte di rischi di non rientro dei crediti, è pari a 103 milioni
nel 2013, fatto che comporta una perdita di 63 milioni. La somma
di 103 milioni deriva dalle nuove sofferenze, sommate alla
perdita di valore dei beni a garanzia e dall'adozione di criteri
prudenziali delle esposizioni. Analizzando poi il portafoglio dei
crediti deteriorati si vede che le sofferenze, pari a complessivi
303 milioni, è riconducibile a fidi concessi tra il 2006 e il
2009 (73% del totale), mentre quelli concessi dopo il 2010 sono
il 2,7%. 24% quelli concessi prima del 2006. 34% di queste
sofferenze derivano da crediti concessi a imprese regionali, il
66% invece a operazioni svolte nel Veneto.
Mediocredito è, nella parole della presidente, un malato che
potrà essere dimesso solo nel 2016, dopo aver raggiunto il punto
di pareggio e in seguito a una grande ristrutturazione, con
perdite ancora nel 2014 e 2015, rispettivamente di circa 60 e 40
milioni.
Di conseguenza è stato aggiornato il piano industriale, tenendo
conto dei saldi reali della banca e di un quadro congiunturale
più severo, con una maggiore focalizzazione sulle azioni di
sistema a servizio del territorio. Importanti saranno le
revisioni e le razionalizzazioni organizzative, con una riduzione
delle spese amministrative del 20% e un cambio di modus operandi,
con una capillare presenza sul territorio a offrire servizi e
cercare sinergie, anche con le altre banche locali. Inoltre, si
intende offrire servizi finanziari agli Enti locali, credito di
breve termine alle imprese e assunzione dei crediti delle imprese
nei confronti della pubblica amministrazione.
Allo stato attuale, per rispettare fino al 2016 gli stringenti
parametri imposti al sistema bancario da accordi internazionali
(Basilea III) riguardanti i requisiti patrimoniali delle banche,
Mediocredito dovrà ricorrere ad un'ulteriore ricapitalizzazione
di 100 milioni. "Se non rispettassimo i parametri di Basilea III,
anche solo per un giorno, saremmo immediatamente commissariati",
ha spiegato la presidente. Si tratta di un'operazione che
comporterà un aumento di capitale di 50 milioni da raccogliere
tra gli attuali azionisti e ulteriori 50 tramite emissione di
titoli. Il piano è stato costruito con Banca d'Italia, per
potenziare le basi di Mediocredito.
La via della banca commerciale non è la strategia giusta per
Mediocredito, ha detto Compagno. Attualmente c'è un tavolo di
confronto aperto con ANCI e la Regione, per alleggerire il peso
del patto di stabilità e collaborare per trovare proposte ai
fabbisogni finanziari e creditizi, ottimizzando la spesa pubblica
per investimenti. "Con le banche private dobbiamo fare alleanze -
ha detto la presidente - mirare a socializzare i rischi da
assumere insieme".
"Abbiamo dovuto assumere importanti decisioni, dare un segnale
molto forte alla Banca d'Italia e abbiamo dovuto farlo in tempi
rapidissimi", ha spiegato l'assessore Peroni evidenziando come
per Mediocredito e la sua situazione patrimoniale, nei mesi
scorsi ci sia stata un'accelerazione dei tempi di soluzione non
negoziabile.
"L'esito dell'ispezione della Banca d'Italia sarebbe stato un
commissariamento certo se non si fosse assicurato fondi per
un'eventuale la mancata copertura dei 100 milioni di sofferenze
nell'esercizio corrente".
Per Peroni la Giunta si è trovata davanti ad un bivio, con la
certezza che il commissariamento avrebbe portato la governance di
Mediocredito a Banca d'Italia, che avrebbe immesso Mediocredito
nel mercato pertinente. "Il risultato sarebbe stato che la
Regione non sarebbe stata più socio maggioritario e ci sarebbero
stati imponderabili riflessi nocivi sul rating finanziario
complessivo: uno tsunami sull'intero sistema economico e sociale
del Friuli Venezia Giulia".
Una scelta, secondo Peroni, fatta con fiducia nel futuro e
immediati riscontri positivi, come la conferma del rating BBB+ da
parte di Fitch. "Ora dobbiamo ridare la dignità che compete al
socio di maggioranza, la Regione, con un presidio e un'osmosi
continua con l'istituto di credito".
Per quel che riguarda la struttura della holding Friulia, per
l'assessore l'azione più efficace sarebbe organizzare
diversamente rapporti, immettere professionalità utili e svolgere
una leggera riconsiderazione di ordine normativo.
(immagini tv)