III Comm: Serracchiani e Telesca su riordino Servizio sanitario
(ACON) Trieste, 17 apr - ET - Non un aggiustamento estetico o
lieve ritocco, ma una riforma sanitaria completa, a 360 gradi,
coraggiosa, con al centro la persona e i suoi bisogni e la piena
integrazione sociosanitaria.
Questa, in sintesi, la ratio del percorso di riforma sanitaria
presentato alla III Commissione consiliare (presidente Franco
Rotelli, PD) dalla presidente della Regione Debora Serracchiani e
dall'assessore competente Maria Sandra Telesca.
È stata Telesca a fare il punto nave della situazione, per
introdurre poi i temi sui quali si intende agire in linea con un
cronoprogramma ben preciso e con un apposito disegno di legge,
che verrà presentato al Consiglio il prossimo 10 luglio.
All'inizio del proprio mandato la Giunta ha fatto una
ricognizione dalla quale sono emersi diversi punti critici e
ritardi. Si tratta di tutta una serie di azioni che sono mancate
negli anni e che - come nel caso del mancato avvio
dell'accreditamento definitivo delle strutture sanitarie e socio
sanitarie e della quasi nulla diffusione della ricetta
elettronica (solo 1%) - sono propedeutiche all'avvio di
qualsiasi riforma. Agendo su queste, ha spiegato Telesca, si è
lavorato per recuperare il terreno perso prima di riscrivere un
sistema nuovo, per una sanità che comunque è e resta buona.
Per partire con il piede giusto si è voluto svolgere un'analisi
epidemiologica, dalla quale è risultato un quadro diverso da
quello considerato finora. L'incremento dell'età media, la forte
presenza di una popolazione anziana e la bassa natalità fanno in
modo che la domanda sanitaria sia caratterizzata dall'incidenza
di malattie croniche e polipatologie. 'Dobbiamo cambiare
l'offerta sanitaria - ha spiegato l'assessore - perché non
risponde più alla richiesta. Facendo ciò libereremo anche
risorse, con le quali migliorare ulteriormente la qualità della
nostra offerta'.
Concorrono alla formulazione della riforma anche 10 gruppi
tecnici tematici con 80 tra professionisti nei vari campi
sanitari, medici e scientifici.
Telesca ha poi evidenziato come la legge regionale, varata lo
scorso novembre, sulle finalità e principi per il riordino
dell'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario
regionale, contenesse già il concetto principe della futura
riforma: il cittadino al centro. Si tratta di un cittadino che
dovrà essere informato, anche attraverso un portale dove
verificare le informazioni sulle specifiche offerte dei singoli
presidi ospedalieri e i risultati degli stessi.
'L'idea è che non ci si curi per forza vicino a casa, ma ci si
curi bene', ha spiegato l'assessore, ribadendo comunque che
alcuni servizi debbano rimanere di prossimità. Importantissimo in
questo assetto il ruolo del medico di medicina generale, figura
centrale per la buona riuscita della riforma. All'utente va anche
evitato il peso burocratico e amministrativo derivante
dall'eccessiva frammentazione e disomogeneità delle regole tra le
varie Aziende sanitarie. Da garantire, anche e soprattutto, la
reale possibilità di avere cure a livelli omogenei per tutti,
recuperando il senso del servizio sanitario comune a tutti, fuori
dalle logiche particolaristiche.
Diventa quindi centrale il tema della revisione dell'assetto
istituzionale del Servizio sanitario regionale. Alle attuali 11
Aziende presenti in varie forme, si sostituiranno gli 5 Enti per
l'Assistenza Sanitaria, che integreranno i vari aspetti delle
Aziende, siano essi territoriali che ospedalieri, anche quelli
ospedaliero universitari.
Ecco lo schema di integrazione proposto e i rispettivi bacini
d'utenza.
EAS1 Triestina - 240.000 abitanti, fusione tra ASS1 e Azienda
ospedaliero Universitaria Triestina.
EAS2 Isontina e Bassa Friulana - 255.000 abitanti, fusione tra
ASS2 e ASS5.
EAS3 Friuli montano collinare - 175.000 abitanti, fusione tra
ASS3 con territori degli ambiti di San Daniele (compreso
ospedale) e Tarcento
EAS4 Medio Friuli - 250.000 abitanti, fusione tra Azienda
ospedaliero Universitaria Udinese con l'ASS4 (compreso l'ospedale
di Gervasutta, esclusi San Daniele e Tarcento)
EAS5 Pordenonese - 315.000 abitanti, fusione tra ASS6 e Azienda
Ospedaliera Pordenonese
Gli IRCCS Burlo Garofolo (TS) e CRO di Aviano (PN) si
integreranno con le EAS.
In questa architettura gioca un ruolo importantissimo la nascita
di un'Agenzia per i servizi centralizzati, con autonomia
giuridica, per la gestione centrale delle funzioni tecnico
amministrative per l'acquisto di beni e servizi, la logistica di
magazzino, la gestione amministrativa del personale e lo
svolgimento di stazione appaltante per le 5 EAS, nonché il
supporto per la programmazione. Secondo l'assessore, ciò non
comporterà aumenti di costi del personale, ma la loro
riallocazione.
La presidente Serracchiani ha evidenziato come la volontà sia di
'liberare gli EAS dalle carte perché possano occuparsi meglio dei
cittadini'.
In coerenza, verrà rivista anche la rete ospedaliera. Nella
riforma saranno descritti in dettaglio compiti e funzioni della
rete e dell'assistenza primaria, con la revisione dei doppioni e
il vaglio della casistica. L'assegnazione dei posti letto dovrà
tenere necessariamente conto delle previsioni nazionali, 3 posti
letto per acuti, 0,7 riabilitativi su 1000 abitanti. Dalle
analisi svolte, risulta anche la necessità di costituire presto
una rete rete regionale per patologie tempo dipendenti (infarto,
ictus e trauma), percorso avviato con la costituzione della
centrale operativa 118 unica regionale. Da riorganizzare anche i
pronto soccorso e i punti nascita, dove non si raggiungono i
numeri sufficienti di accessi per garantire i livelli di
sicurezza minimi. Simile il discorso per le pediatrie. Grazie
all'evoluzione tecnologica e per evidenti economie di scala è
all'orizzonte un centro unico di analisi, mentre i punti di
prelievo sul territorio potrebbero aumentare. Decisa anche la
posizione nei confronti dell'eliminazione dei doppioni.
La presidente Serracchiani ha poi evidenziato gli obiettivi della
strategia delle riorganizzazioni, che sono rappresentati dai
diritti del cittadino durante il ricovero, dal modello
organizzativo di 'hub and spoke' strutturale e funzionale, dalla
riprogrammazione posti letto da norma nazionale e riduzione di
posti letto nelle aree chirurgiche, materno infantile,
potenziando quelle mediche e riabilitative, dall'individuazione
di 3 livelli di ospedale per bacino di utenza e con scheda
specifica per funzioni previste. Inoltre, ci saranno presidi
ospedalieri unici, anche se con due sedi e mandati diversi,
riconversione a assistenza primaria dei restanti presidi, meno
punti nascita (scelti in base a criteri di sicurezza, ma anche di
caratteristiche territoriali), meno pediatrie, chirurgie generali
e ortopedie. Si ridurranno anche i pronto soccorso,
trasformandosi alcuni in punti di pronto intervento aperti per 12
ore diurne che continueranno a far parte della rete dei servizi
d'emergenza. Sarà rivisto il modello organizzativo dei laboratori
d'analisi, si supereranno i doppioni nelle Aziende ospedaliero
universitarie, l'organizzazione interna degli ospedali avverrà in
base all'intensità di cure e con aree pluridisciplinari, saranno
create reti funzionali di 'presa in cura' per patologia, si
sviluperanno ulteriormente le attività di day hospital e day
surgery, saranno definiti i numeri dei posti letto per aree
funzionali. Tutti gli ospedali si dovranno integrare e coordinare
con la rete della gestione del paziente cronico. L'ospedalità
privata è ritenuta risorsa complementare e integrativa, che
partecipa all'evoluzione della programmazione sanitaria.
Ecco il cronoprogramma illustrato dalla presidente.
Entro il 15 maggio ci saranno le relazioni conclusive dei primi
gruppi tecnici; entro la fine di maggio saranno riorganizzati i
punti nascita e le pediatrie; entro il 15 giugno arriveranno le
schede ospedaliere con le funzioni riviste e l'eliminazione dei
doppioni. Entro il 10 luglio al Consiglio verrà proposto un
disegno di legge.
'Si tratta di uno schema di riforma ambiziosa, approfondita, che
tocca temi rimasti fermi da troppo tempo. Partiamo dai bisogni
del cittadino per creare un percorso importante, che è alla
portata', ha detto Serracchiani evidenziando i primi risultati
avuti con la sola riqualificazione della spesa in alcune realtà
regionali. 'La riqualificazione non toglie servizi, ma permette
di liberare risorse da utilizzare poi sul territorio'.
Dalle opposizioni, oltre a domande specifiche e alcune
perplessità sull'unificazione degli ospedali e dei servizi sul
territorio, un atteggiamento costruttivo e una manifesta
disponibilità ad entrare nel vivo di quella che è stata definita
la madre delle riforme. Il percorso è stato accolto con favore
dalla maggioranza, con qualche punta di preoccupazione per la sua
complessità e specifiche richieste di garanzie per i servizi sul
territorio.
(foto, immagini tv)