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M5S: Ussai, rivedere organizzazione sistema trsafusionale

17.05.2014
14:34
(ACON) Trieste, 17 mag - COM/AB - L'argomento sangue è spesso oggetto di discussione in ambito sanitario: si parla di sicurezza dei prelievi, di controlli, di centri trasfusionali. Sicurezza e qualità del sangue sono fuori discussione, grazie alle moderne tecnologie e ai sofisticati test diagnostici oggi disponibili e obbligatori per legge. È necessario però ridiscutere la logica degli accorpamenti nella riorganizzazione del sistema trasfusionale nel Friuli Venezia Giulia, con aree vaste eterogenee e differenti standard dei servizi e questa proposta è contenuta in una interrogazione che il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai ha presentato alla Giunta.

Negli ultimi 15 anni la Regione FVG ha ripetutamente normato in tema di medicina trasfusionale, deliberando diversi Piani sangue con l'obiettivo di delineare un modello organizzativo dipartimentale interaziendale basato sugli accorpamenti dei servizi di Area vasta, che tuttora viene presentato come il migliore possibile - ricorda Ussai. L'ultimo in ordine di tempo è il dipartimento strutturale giuliano-isontino, frutto della fusione dei centri trasfusionali di Trieste (Maggiore, Cattinara, Burlo Garofolo dal 1 gennaio 2011), Gorizia e Monfalcone aggregate a Trieste dal 1 luglio 2013.

In conseguenza di una così radicale riorganizzazione, che ha impoverito scientificamente il Burlo di un proprio servizio trasfusionale contravvenendo alle direttive del ministero della salute, sono venuti meno gli obiettivi di una razionalizzazione del personale, oltre che della creazione di un dipartimento omogeneo - sottolinea il portavoce M5S. Tutto questo ha generato solo trasferimenti di funzione, rotazione di personale, un aumento notevole di costi (soprattutto nei trasporti) e, sotto il profilo assistenziale, ha prodotto un peggioramento delle prestazioni trasfusionali non garantendo lo stesso standard di efficienza minima in termini di pronta disponibilità del sangue.

Per questo motivo nell'interrogazione si chiede alla Giunta quali sono i reali risparmi, i benefici e i vantaggi per l'utenza prodotti da questa riorganizzazione. Ussai ritiene che sarebbe forse più opportuna una profonda riflessione per valutare se continuare o meno su questa strada, considerato che anche nel vicino Veneto alcune Asl hanno già abbandonato la logica organizzativa dei dipartimenti interaziendali.