M5S: Ussai, rivedere organizzazione sistema trsafusionale
(ACON) Trieste, 17 mag - COM/AB - L'argomento sangue è spesso
oggetto di discussione in ambito sanitario: si parla di sicurezza
dei prelievi, di controlli, di centri trasfusionali. Sicurezza e
qualità del sangue sono fuori discussione, grazie alle moderne
tecnologie e ai sofisticati test diagnostici oggi disponibili e
obbligatori per legge. È necessario però ridiscutere la logica
degli accorpamenti nella riorganizzazione del sistema
trasfusionale nel Friuli Venezia Giulia, con aree vaste
eterogenee e differenti standard dei servizi e questa proposta è
contenuta in una interrogazione che il consigliere regionale del
MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai ha presentato alla Giunta.
Negli ultimi 15 anni la Regione FVG ha ripetutamente normato in
tema di medicina trasfusionale, deliberando diversi Piani sangue
con l'obiettivo di delineare un modello organizzativo
dipartimentale interaziendale basato sugli accorpamenti dei
servizi di Area vasta, che tuttora viene presentato come il
migliore possibile - ricorda Ussai. L'ultimo in ordine di tempo è
il dipartimento strutturale giuliano-isontino, frutto della
fusione dei centri trasfusionali di Trieste (Maggiore, Cattinara,
Burlo Garofolo dal 1 gennaio 2011), Gorizia e Monfalcone
aggregate a Trieste dal 1 luglio 2013.
In conseguenza di una così radicale riorganizzazione, che ha
impoverito scientificamente il Burlo di un proprio servizio
trasfusionale contravvenendo alle direttive del ministero della
salute, sono venuti meno gli obiettivi di una razionalizzazione
del personale, oltre che della creazione di un dipartimento
omogeneo - sottolinea il portavoce M5S. Tutto questo ha generato
solo trasferimenti di funzione, rotazione di personale, un
aumento notevole di costi (soprattutto nei trasporti) e, sotto il
profilo assistenziale, ha prodotto un peggioramento delle
prestazioni trasfusionali non garantendo lo stesso standard di
efficienza minima in termini di pronta disponibilità del sangue.
Per questo motivo nell'interrogazione si chiede alla Giunta quali
sono i reali risparmi, i benefici e i vantaggi per l'utenza
prodotti da questa riorganizzazione. Ussai ritiene che sarebbe
forse più opportuna una profonda riflessione per valutare se
continuare o meno su questa strada, considerato che anche nel
vicino Veneto alcune Asl hanno già abbandonato la logica
organizzativa dei dipartimenti interaziendali.