50° Consiglio regionale: la cronaca della seduta del 1964 (9)
(ACON) Trieste, 26 mag - AB - "Il primo Parlamento della
Regione si riunisce oggi in solenne seduta".
Con questo titolo a nove colonne un quotidiano locale salutava
cinquant'anni fa, il 26 maggio 1964, la nascita effettiva della
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Dopo Sicilia, Sardegna,
Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta, cominciava "un nuovo
capitolo di storia al confine orientale d'Italia", come
riportavano le cronache.
I 61 neoeletti consiglieri giurarono nella sala del Consiglio
comunale di Trieste con la formula di rito: "Giuro di essere
fedele alla Repubblica e di esercitare il mio ufficio al solo
scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione".
A presiedere provvisoriamente la storica seduta fu chiamato il
consigliere più anziano di età, il socialista De Sandre di
Sacile, che fu affiancato dai due consiglieri più giovani, il
liberale Trauner di Trieste e il comunista Jarc di Gorizia. La
presenza di quest'ultimo fu messa in forse fino all'ultimo
momento poiché egli, militare di leva nella caserma del 17°
artiglieria a Lodi, figurava consegnato per motivi disciplinari.
Tutto andò secondo programma e dopo i discorsi delle autorità,
primo fra tutti quello dell'allora sindaco di Trieste Franzil, si
svolse la votazione a scrutinio segreto per l'elezione del primo
presidente dell'Assemblea regionale e dell'Ufficio di presidenza.
Doro De Rinaldini, il candidato designato dalla Democrazia
Cristiana, triestino, ottenne il quorum necessario. Dei 60
presenti (il missino Boschi di Udine figurava assente
giustificato), 34 diedero la preferenza a De Rinaldini, che così
iscrisse per primo il suo nome nell'albo dei presidenti.
Vicepresidenti furono eletti Cesare Devetag (PSDI di Tolmezzo) e
Giacomo Pellegrini (PCI di Udine). Alla carica di consiglieri
segretari furono chiamati Emma Pittino (DC di Udine) e Enzo Moro
(PSI di Tolmezzo).
Emma Pittino fu anche la prima e unica donna in quel Consiglio
regionale.
Il discorso del presidente De Rinaldini non ebbe accenti né
programmatici né politici, anzi, fu definito un discorso umano,
col quale egli richiamò l'attenzione dell'Assemblea sui doveri
fondamentali dei consiglieri.
"Ricordiamoci di essere uomini - disse - con qualche pregio e con
molti difetti. Rispettiamoci reciprocamente per quella stessa
dignità che deve avere qualsiasi uomo".
"Ci troviamo divisi da molte cose - aggiunse De Rinaldini - ma
siamo tutti, indistintamente, la risultante della volontà
politica espressa dai concittadini della nostra regione. È per il
bene di questa che dobbiamo lavorare. Sforziamoci pertanto a
saperci comprendere, pur nella diversità delle nostre idee
politiche, non vedendo nel singolo un avversario o, peggio, un
nemico, ma solamente un uomo. Non dimentichiamo che questa unione
dei giuliani e dei friulani trova la propria unità spirituale nei
gonfaloni delle tre città capoluogo (Pordenone non era ancora
capoluogo di Provincia) che portano, tutti e tre, il segno
supremo della medaglia d'oro. Sta in noi essere degni di questa
insegna".
De Rinaldini ebbe quindi parole di saluto per l'Assemblea e per
la popolazione e ricordò "coloro che se ne sono dovuti
allontanare e che hanno dimostrato in ogni Continente la nobiltà
della nostra gente". Seguì un attimo di raccoglimento "nella
memoria dei nostri morti".
Il giorno prima il vescovo di Trieste, mons. Santin, nel suo
messaggio augurale al primo Consiglio regionale scrisse:
"L'utilità del nuovo ente, che oggi salutiamo, dipenderà da
coloro che le genti di questa vasta zona hanno chiamato a formare
il Consiglio regionale; il vostro mandato non è una sinecura, è
una croce, cioè un peso e un impegno, un compito da assolvere con
diligenza e coscienza, con rettitudine e spirito di sacrifico. I
benefici che si attendono da questo ordinamento regionale non
balzeranno dal suolo miracolosamente, ma saranno dovuti al vostro
paziente e perseverante lavoro, nel quale cercherete solo il bene
di queste terre. E nella ricerca del bene vi guideranno non
criteri di parzialità, ma di equità, non il peso del numero ma
l'esigenza e il privilegio del reale bisogno".
Parole, queste di Doro de Rinaldini e del Vescovo Santin, che
l'attuale presidente del Consiglio regionale Freanco Iacop ha
voluto oggi richiamare aprendo e concludendo il suo intervento.
(fine)