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PD: Cremaschi, valorizzare no profit per garantire diritti persone

19.06.2014
15:31
(ACON) Trieste, 19 giu - COM/MPB - "Insieme all'appoggio alla riforma del Terzo settore che sta affrontando il governo nazionale, arriva dal Friuli Venezia Giulia la richiesta di una maggiore chiarezza sulle modalità di collaborazione tra enti pubblici, no profit e imprese sociali. L'obiettivo comune infatti è garantire i diritti delle persone e non può rischiare di limitarsi a distribuzione di prestazioni".

L'appello arriva dalla consigliera regionale del PD Silvana Cremaschi che punta anche a valorizzare gli operatori delle cooperative e il servizio civile.

"La collaborazione tra pubblico e no profit deve mantenere chiarezza di ruoli e di funzioni, l'ente pubblico non può rinunciare al suo ruolo di regia e deve operare con una "programmazione partecipata", centrando le progettualità sui diritti dei destinatari e non sui bisogni dei servizi".

E ancora, aggiunge l'esponente del PD, "è necessaria una chiara differenziazione tra associazioni di volontariato, no profit, profit e una trasparenza estrema, proporzionata alla misura dei contributi ricevuti, nelle realtà che ricevono fondi dalla Pubblica Amministrazione". Inoltre, sottolinea Cremaschi "solo l'attenzione alla costruzione di progettualità condivise permette di superare il rischio che la collaborazione tra pubblico e terzo settore diventi una scusa per ridurre la copertura del welfare pubblico; il concetto di libertà di scelta infatti non deve cedere a interpretazioni neo liberiste che portano a una mera distribuzione di voucher da parte del pubblico da "spendere" per singole prestazioni. Dobbiamo valorizzare il no profit - prosegue - per non ridurlo a un mezzo per fornire prestazioni simili a quelle del pubblico ma a prezzo inferiore contando sulla minore garanzia dei diritti dei lavoratori delle cooperative".

Infine, per quanto riguarda il servizio civile per i giovani, conclude Cremaschi, "mi piacerebbe prevedere un servizio civile universale, non limitato nei numeri come previsto dalle linee guida, distinto da altre forme di facilitazione nell'ingresso al lavoro, che porti tutte le persone a offrire una parte della propria esistenza in dono gratuito".