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Citt:più coraggio nelle nuove strategie di sviluppo industriale

22.06.2014
10:12
(ACON) Trieste, 22 giu - COM/MPB - Le nuove strategie di sviluppo industriale per il Friuli Venezia Giulia al centro dell'incontro-dibattito organizzato a Udine dal Gruppo consiliare dei Cittadini al quale è intervenuto Sergio Bolzonello, vicepresidente della Rregione e assessore competente per materia. Perno della nuova politica industriale contenuta nel Piano in corso di elaborazione il passaggio dai distretti alle filiere per un sistema economico regionale più competitivo.

"Siamo di fronte a una crisi strutturale e profonda - ha esordito l'avvocato Bruno Malattia, presidente dei Cittadini - di fronte alla quale occorre reinventare il sistema economico del Friuli Venezia Giulia. In questo senso gli sforzi della Giunta regionale sono significativi e siamo convinti che avranno i risultati sperati".

Un atteggiamento pisitivo ribadito dal consigliere regionale dei Cittadini Gino Gregoris che introducendo i relatori ha sottolinenato l'obiettivo dell'iniziativa: "Non siamo qui per piangerci adosso e fare l'ennesima analisi di quello che non funziona ma, al contrario, per cercare di proporre soluzioni. Il piano regionale guarda al domani, ma purtroppo arriva con cinque anni di ritardo. Chi ci ha preceduto aveva tutto il tempo per correre ai ripari, ma evidentemente non lo ha fatto. Spetta a noi creare il "campo di gioco" dove possa svolgersi al meglio una partita che vinceremo soltanto facendo squadra. Una squadra dove la Regione avrà un ruolo fondamentale".

"Di concerto con associazioni di categoria e rappresentanze sindacali - ha aggiunto Pietro Paviotti, capogruppo dei Cittadini in Consiglio regionale - la Regione sta elaborando un nuovo piano di sviluppo industriale che sarà presto approvato dalla Giunta. Il nostro gruppo ha individuato come prioritaria la necessità di molte imprese di fare rete aggregandosi non più in base a un'appartenenza di carattere geografico (distretto), ma per affinità produttiva e capacità di collaborazione (filiera) nel proporre un prodotto finito al mercato. Un passaggio, quello dai distretti alle filiere, che rappresenterà un'opportunità da cogliere e sfruttare per le sue grandi potenzialità".

Una tesi illustrata nei dettagli da Daniela Fontana,responsabile dei Distretti Unionfiliere: "Dobbiamo accellerare su alcuni ambiti perchè il futuro è già presente. Passare dai distretti alle filiere significa prevedere logiche che vanno verso l'aggregazione, vuol dire mettersi insieme e sfruttare tutte le sinergie possibili in una visione interregionale e transfrontaliera. Per generare valore è necessario un salto di qualità in termini di logiche di relazione, di strumenti di supporto e di soggetti attuatori. La nostra proposta per il Friuli Venezia Giulia è il superamento degli 8 distretti attuali con l'individuazione di 4 filiere: meccanica meccatronica, agroalimentare, abitare sostenibile (legno, arredo, domeotica...) e nautica".

Una visione che ovviamente non può prescindere dall'innovazione: "Ci vogliono - ha spiegato nel suo intervento Michele Morgante, Presidente del Consorzio Innova Fvg - ricerca di alto livello, capitale umano (giovani e "star scientists") e capitale finanziario (considerata la scarsa propensione al rischio tipicamente italiana)". Tre componenti fondamentali come hanno testimoniato nei loro apprezzati interventi Massimiliano Zamò e Marco Camuccio, figli d'arte, entrambi presidenti del gruppo giovani Confindustria, il primo di Udine e il secondo di Pordenone: "Innovazione e mercato globale sono risposte concrete alla crisi e strategie di sviluppo aziendale solide ed efficaci. La mente (e l'impresa) è come un paracadute funziona solo quando si apre".

Una visione moderna dell'economia regionale che, per sua stessa ammissione, ha confortato il vicepresidente Sergio Bolzonello, cui è spettato il compito di trarre le conclusioni dell'incontro: "La positività e i contenuti emersi dagli interventi che mi hanno preceduto - ha spiegato il vice di Serracchiani - mi fanno dire che dobbiamo avere ancora più coraggio di quello dimostrato finora. Il contributo dei Cittadini al nuovo Piano di sviluppo industriale regionale è significativo e importante anche grazie a quanto oggi è stato ipotizzato e proposto attraverso le relazioni di Fontana e Morgante. Sono convinto che il nostro disegno di legge dovrà spingersi oltre quanto finora immaginato perchè i giovani imprenditori e le imprese che già fanno innovazione dimostrano di essere molto più avanti di quanto pensiamo: girano il mondo, si confrontano con mercati complessi e competitivi, lavorano da tempo su filire di prodotto. L'obiettivo deve essere quello di dare un servizio alle imprese e non più alla burocrazia, di cambiare passo e non fermarci solo ad analizzare e discutere. Ecco perchè, per esempio, ci stiamo interrogando se non sia il caso di creare un unico Parco Tecnologico regionale e di portare il numero dei consorzi regionali da 10 a 5 (1 ciascuno per Trieste, Pordenone e Gorizia, 2 per Udine). I Distretti sono ormai superati, la Regione continuerà ad esserci nei Consorzi ma la nostra presenza andrà ritarata".