Citt:più coraggio nelle nuove strategie di sviluppo industriale
(ACON) Trieste, 22 giu - COM/MPB - Le nuove strategie di
sviluppo industriale per il Friuli Venezia Giulia al centro
dell'incontro-dibattito organizzato a Udine dal Gruppo consiliare
dei Cittadini al quale è intervenuto Sergio Bolzonello,
vicepresidente della Rregione e assessore competente per materia.
Perno della nuova politica industriale contenuta nel Piano in
corso di elaborazione il passaggio dai distretti alle filiere per
un sistema economico regionale più competitivo.
"Siamo di fronte a una crisi strutturale e profonda - ha esordito
l'avvocato Bruno Malattia, presidente dei Cittadini - di fronte
alla quale occorre reinventare il sistema economico del Friuli
Venezia Giulia. In questo senso gli sforzi della Giunta regionale
sono significativi e siamo convinti che avranno i risultati
sperati".
Un atteggiamento pisitivo ribadito dal consigliere regionale dei
Cittadini Gino Gregoris che introducendo i relatori ha
sottolinenato l'obiettivo dell'iniziativa: "Non siamo qui per
piangerci adosso e fare l'ennesima analisi di quello che non
funziona ma, al contrario, per cercare di proporre soluzioni. Il
piano regionale guarda al domani, ma purtroppo arriva con cinque
anni di ritardo. Chi ci ha preceduto aveva tutto il tempo per
correre ai ripari, ma evidentemente non lo ha fatto. Spetta a noi
creare il "campo di gioco" dove possa svolgersi al meglio una
partita che vinceremo soltanto facendo squadra. Una squadra dove
la Regione avrà un ruolo fondamentale".
"Di concerto con associazioni di categoria e rappresentanze
sindacali - ha aggiunto Pietro Paviotti, capogruppo dei Cittadini
in Consiglio regionale - la Regione sta elaborando un nuovo piano
di sviluppo industriale che sarà presto approvato dalla Giunta.
Il nostro gruppo ha individuato come prioritaria la necessità di
molte imprese di fare rete aggregandosi non più in base a
un'appartenenza di carattere geografico (distretto), ma per
affinità produttiva e capacità di collaborazione (filiera) nel
proporre un prodotto finito al mercato. Un passaggio, quello dai
distretti alle filiere, che rappresenterà un'opportunità da
cogliere e sfruttare per le sue grandi potenzialità".
Una tesi illustrata nei dettagli da Daniela Fontana,responsabile
dei Distretti Unionfiliere: "Dobbiamo accellerare su alcuni
ambiti perchè il futuro è già presente. Passare dai distretti
alle filiere significa prevedere logiche che vanno verso
l'aggregazione, vuol dire mettersi insieme e sfruttare tutte le
sinergie possibili in una visione interregionale e
transfrontaliera. Per generare valore è necessario un salto di
qualità in termini di logiche di relazione, di strumenti di
supporto e di soggetti attuatori. La nostra proposta per il
Friuli Venezia Giulia è il superamento degli 8 distretti attuali
con l'individuazione di 4 filiere: meccanica meccatronica,
agroalimentare, abitare sostenibile (legno, arredo, domeotica...)
e nautica".
Una visione che ovviamente non può prescindere dall'innovazione:
"Ci vogliono - ha spiegato nel suo intervento Michele Morgante,
Presidente del Consorzio Innova Fvg - ricerca di alto livello,
capitale umano (giovani e "star scientists") e capitale
finanziario (considerata la scarsa propensione al rischio
tipicamente italiana)". Tre componenti fondamentali come hanno
testimoniato nei loro apprezzati interventi Massimiliano Zamò e
Marco Camuccio, figli d'arte, entrambi presidenti del gruppo
giovani Confindustria, il primo di Udine e il secondo di
Pordenone: "Innovazione e mercato globale sono risposte concrete
alla crisi e strategie di sviluppo aziendale solide ed efficaci.
La mente (e l'impresa) è come un paracadute funziona solo quando
si apre".
Una visione moderna dell'economia regionale che, per sua stessa
ammissione, ha confortato il vicepresidente Sergio Bolzonello,
cui è spettato il compito di trarre le conclusioni dell'incontro:
"La positività e i contenuti emersi dagli interventi che mi hanno
preceduto - ha spiegato il vice di Serracchiani - mi fanno dire
che dobbiamo avere ancora più coraggio di quello dimostrato
finora. Il contributo dei Cittadini al nuovo Piano di sviluppo
industriale regionale è significativo e importante anche grazie a
quanto oggi è stato ipotizzato e proposto attraverso le relazioni
di Fontana e Morgante. Sono convinto che il nostro disegno di
legge dovrà spingersi oltre quanto finora immaginato perchè i
giovani imprenditori e le imprese che già fanno innovazione
dimostrano di essere molto più avanti di quanto pensiamo: girano
il mondo, si confrontano con mercati complessi e competitivi,
lavorano da tempo su filire di prodotto. L'obiettivo deve essere
quello di dare un servizio alle imprese e non più alla
burocrazia, di cambiare passo e non fermarci solo ad analizzare e
discutere. Ecco perchè, per esempio, ci stiamo interrogando se
non sia il caso di creare un unico Parco Tecnologico regionale e
di portare il numero dei consorzi regionali da 10 a 5 (1
ciascuno per Trieste, Pordenone e Gorizia, 2 per Udine). I
Distretti sono ormai superati, la Regione continuerà ad esserci
nei Consorzi ma la nostra presenza andrà ritarata".