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SEL: Lauri, CIE non va più riaperto, incompatibile con diritti umani

29.06.2014
16:57
(ACON) Trieste, 29 giu - COM/MPB - "Avevamo in programma una visita di consiglieri regionali, sindaci e rappresentanti delle associazioni umanitarie che aderiscono alla Campagna "LasciateCI Entrare" a Gradisca proprio domani, ma qualche giorno fa la Prefettura ci ha chiesto di rimandarla con la motivazione che non aveva personale per accompagnarci e farcelo visitare in sicurezza, ma forse non volevano che fossero proprio le organizzazioni umanitarie a denunciare ciò che sta avvenendo. Le immagini del CIE di Gradisca pubblicate oggi da Il Piccolo sono ancora più agghiaccianti di quelle che rimangono nella memoria dei pochi consiglieri regionali, deputati e giornalisti che hanno potuto visitarlo quando ancora era in funzione".

A dichiararlo è Giulio Lauri, capogruppo di Sinistra ecologia libertà in Consiglio regionale, all'indomani del primo reportage che documenta la ripresa dei lavori di ristrutturaztione del CIE di Gradisca, già chiuso alla fine del 2013.

E aggiunge: "Per come è stato concepito, per come è stato costruito e, ancor di più, per come lo stanno ristrutturando, il CIE è una struttura incompatibile con il rispetto dei diritti umani e non deve riaprire, mai più. E si badi bene che, ampliando quello esistente, non può essere trasformato nemmeno in un CARA, il cui scopo è l'accoglienza per i richiedenti asilo e non condizioni di trattamento che rasentano la tortura e che hanno standard molto peggiori di quelli di un carcere.

"Il Ministro Alfano e il Governo prendano atto che questo territorio e la popolazione del Friuli Venezia Giulia non vogliono violazioni dei diritti umani sul suo territorio, che i problemi legati all'immigrazione vanno affrontati su scala europea e con strumenti diversi da quelli individuati nella Bossi - Fini, e che il semestre di Presidenza italiana può dare un impulso in questa direzione.

"I lavori che il Governo sta eseguendo in una struttura che non deve riaprire, e in tutti gli altri CIE presenti in Italia, assieme alla loro gestione, rappresentano per di più uno spreco enorme di denaro pubblico. Il tema è stato già affrontato in passato dalla maggioranza in Consiglio regionale e dalla Giunta, ma torneremo a ripeterlo tutte le volte che serve fino a che al Governo non lo capiranno".

Lauri ha inoltre reso noto che il 19 giugno 2014 era stata già depositata in Consiglio regionale una mozione nella quale -prendendo spunto dagli incidenti che portarono a perdere la vita Abdel Majid El Kodra, giovane cittadino marocchino deceduto il 30 aprile scorso in seguito a quasi nove mesi di coma dovuti alle gravissime ferite riportate durante la repressione delle proteste, e dall'esito della visita al CIE dei tecnici delle ASS, in cui si mettono in evidenza le carenze strutturali e igienico sanitarie di Gradisca - si ribadisce con fermezza la contrarietà a un'eventuale riapertura del CIE e alla riconversione dei locali per un'eventuale ampliamento del CARA e si impegna la Giunta a sostenere il lavoro delle associazioni affinché eventuali violazioni dei diritti umani perpetrate in passato al suo interno trovino dei responsabili; si sollecita inoltre il Governo nazionale a equiparare la normativa che regola l'accesso al CIE all'art. 67 della legge nazionale 354 del 26 luglio 1975 ("Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà").