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NCD: Colautti, riforma Autonomie locali non decentrerà

03.07.2014
09:34
(ACON) Trieste, 3 lug - COM/AB - "Ormai è costume della Giunta Serracchiani annunciare via stampa le riforme e il limite della non approfondita conoscenza garantita dai documenti suscita reazioni scomposte. In merito alla riforma delle Autonomie locali, infatti, stiamo già assistendo a reazioni da curva nord e sud, con i capoluoghi di provincia che, senza aver visto alcun documento, si esprimono positivamente e i territori decentrati che invece alzano barricate. Il problema vero, invece, è che se ogni strumento di modifica dovrebbe apportare delle migliorie al sistema e costare meno, la riforma Panontin rischia solo di creare una Regione più pesante e accentratrice".

A intervenire su quanto emerso relativamente al riordino del sistema regionale della Autonomie locali è il capogruppo del Nuovo Centrodestra, Alessandro Colautti.

"Pur condividendo la necessità di rimettere mano al sistema - continua Colautti - questa riforma annunciata appare chiaramente in contraddizione sia con i proclami della Serracchiani sia con quelli della maggioranza di dar vita a un sistema e a una Regione leggera e dinamica. Se si dovessero costituire i 17 piccoli ambiti che superano i confini degli ambiti delle ex Province renderemo farraginosi tutti i processi e creeremo solo un appesantimento burocratico della Regione".

"Facendo una riforma spezzatino che vuole superare l'area vasta delle ex Province è evidente che una serie di competenze tipiche delle ex Province (lavoro, formazione, ambiente solo per citarne alcune) non potendo essere gestite dai piccoli ambiti dovranno essere riportate al centro. Al di la degli annunci giornalistici - precisa il capogruppo NCD - quello che si rischia è un nuovo centralismo e una situazione caratterizzata da tanti rivoli e piccole Province, che invece di portare efficienza porterebbero inefficienza".

"Basterebbe essere chiari - conclude Colautti - e avere il coraggio di dire che la nuova articolazione non decentrerà ma accentrerà, dato che molte competenze non potranno essere gestite dagli ambiti ma dovranno essere centralizzate".