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PD-Ssk: Gabrovec, riforma EELL rispetti tutela minoranza slovena

05.07.2014
14:06
(ACON) Trieste, 5 lug - COM/AB - "Poco cambia che siano mini-province o maxi-comuni, o che si chiamino ambiti o mandamenti, perché la sostanza rimane la stessa: la riforma del funzionamento dei Comuni e il sostanziale svuotamento delle loro competenze, trasferite ad ambiti sovracomunali, così come annunciata non rispetta le peculiarità della fascia confinaria, caratterizzata dalla presenza di 32 comuni con una presenza storica della comunità slovena tutelata da norme nazionali, trattati internazionali, convenzioni europee e, non da ultimo, dalla stessa Costituzione".

Lo afferma Igor Gabrovec, consigliere del PD-Slovenska skupnost e vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, che aggiunge.

"In questi comuni si sono sviluppate forme di governo del territorio che rispondono al sostanziale obiettivo di salvaguardare gli equilibri che permettono a una minoranza etnico-linguistica di sopravvivere e sviluppare con la massima autonomia possibile la propria identità nel territorio in cui è storicamente insediata".

"Si tratta di un concetto - precisa Gabrovec - che viene confermato come uno dei principi cardine della stessa Unione europea, nella quale il rispetto delle diversità e il principio della discriminazione positiva per lingue, culture e quindi identità autonome minori diventa un collante imprescindibile se non vogliamo far saltare quelle cuciture che hanno permesso negli anni di superare confini e divisioni radicate da secoli di scontri".

Lo Statuto del FVG, all'articolo 3, riconosce parità di diritti e di trattamento a tutti i cittadini della regione, qualunque sia il gruppo linguistico al quale appartengano, con la salvaguardia delle rispettive caratteristiche etniche e culturali. Passando a quelli che sono gli impegni di carattere internazionale, Gabrovec cita il Trattato di Osimo che, richiamando i contenuti del Memorandum di Londra, sancisce che nessun mutamento dovrebbe essere apportato alle circoscrizioni delle unità amministrative fondamentali (e i Comuni lo sono) nelle zone divise tra l'amministrazione italiane e l'allora jugoslava, che arrechino pregiudizio alla composizione etnica delle stesse.

Lo stesso documento sottolinea che l'amministrazione italiana e jugoslava saranno guidate dal principio di facilitare, rispettivamente al gruppo etnico jugoslavo e quello italiano, sotto la loro amministrazione, un equa rappresentanza nelle cariche amministrative.

La Convenzione europea quadro sulla tutela delle minoranze nazionali, sottoscritta a Strasburgo l'1 febbraio 1995, impegna le parti a evitare di prendere misure che alterino le proporzioni della popolazione nelle zone abitate da individui appartenenti a una minoranza nazionale. La anche la legge di tutela della minoranza slovena, la 38 del 2001, all'articolo 26 sancisce che nei territorio oggetto di tutela, l'assetto amministrativo, l'uso del territorio, i piani di programmazione economica, sociale e urbanistica e la loro attuazione, anche in caso di espropri, devono tendere alla salvaguardia delle caratteristiche storico-culturali.

"Prevedere forme più o meno velate di aggregazione forzata di territori soggetti a tutela con altri - sostiene quindi Gabrovec - magari sproporzionalmente molto più ampi, che non hanno le stesse esigenze, non può che portare a forme di riduzione del livello di tutela. Lo stesso vale se i Comuni tutelati vengono privati delle principali competenze in campo di autogoverno, programmazione urbanistica ed economica. E la gestione amministrativa politica e burocratica, come anche dei servizi ai cittadinii, in questi comuni deve rispondere alle esigenze legate al bilinguismo operativo e visivo.

"Ogni ipotesi di riforma degli enti locali del Friuli Venezia Giulia - conclude Gabrovec - deve quindi tener conto di quanto sopra. La Slovenska skupnost (Unione slovena), che io rappresento in Consiglio regionale e che è parte integrante della maggioranza di governo, ha già chiesto un confronto urgente con la presidente Debora Serracchiani, l'assessore Paolo Panontin e i vertici regionali del PD, con il quale la Slovenska skupnost ha un accordo politico-elettorale nel quale gli obiettivi riformistici vengono inscindibilmente legati al rispetto dei principi di tutela della minoranza slovena".