PD-Ssk: Gabrovec, riforma EELL rispetti tutela minoranza slovena
(ACON) Trieste, 5 lug - COM/AB - "Poco cambia che siano
mini-province o maxi-comuni, o che si chiamino ambiti o
mandamenti, perché la sostanza rimane la stessa: la riforma del
funzionamento dei Comuni e il sostanziale svuotamento delle loro
competenze, trasferite ad ambiti sovracomunali, così come
annunciata non rispetta le peculiarità della fascia confinaria,
caratterizzata dalla presenza di 32 comuni con una presenza
storica della comunità slovena tutelata da norme nazionali,
trattati internazionali, convenzioni europee e, non da ultimo,
dalla stessa Costituzione".
Lo afferma Igor Gabrovec, consigliere del PD-Slovenska skupnost e
vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
che aggiunge.
"In questi comuni si sono sviluppate forme di governo del
territorio che rispondono al sostanziale obiettivo di
salvaguardare gli equilibri che permettono a una minoranza
etnico-linguistica di sopravvivere e sviluppare con la massima
autonomia possibile la propria identità nel territorio in cui è
storicamente insediata".
"Si tratta di un concetto - precisa Gabrovec - che viene
confermato come uno dei principi cardine della stessa Unione
europea, nella quale il rispetto delle diversità e il principio
della discriminazione positiva per lingue, culture e quindi
identità autonome minori diventa un collante imprescindibile se
non vogliamo far saltare quelle cuciture che hanno permesso negli
anni di superare confini e divisioni radicate da secoli di
scontri".
Lo Statuto del FVG, all'articolo 3, riconosce parità di diritti e
di trattamento a tutti i cittadini della regione, qualunque sia
il gruppo linguistico al quale appartengano, con la salvaguardia
delle rispettive caratteristiche etniche e culturali. Passando a
quelli che sono gli impegni di carattere internazionale, Gabrovec
cita il Trattato di Osimo che, richiamando i contenuti del
Memorandum di Londra, sancisce che nessun mutamento dovrebbe
essere apportato alle circoscrizioni delle unità amministrative
fondamentali (e i Comuni lo sono) nelle zone divise tra
l'amministrazione italiane e l'allora jugoslava, che arrechino
pregiudizio alla composizione etnica delle stesse.
Lo stesso documento sottolinea che l'amministrazione italiana e
jugoslava saranno guidate dal principio di facilitare,
rispettivamente al gruppo etnico jugoslavo e quello italiano,
sotto la loro amministrazione, un equa rappresentanza nelle
cariche amministrative.
La Convenzione europea quadro sulla tutela delle minoranze
nazionali, sottoscritta a Strasburgo l'1 febbraio 1995, impegna
le parti a evitare di prendere misure che alterino le proporzioni
della popolazione nelle zone abitate da individui appartenenti a
una minoranza nazionale. La anche la legge di tutela della
minoranza slovena, la 38 del 2001, all'articolo 26 sancisce che
nei territorio oggetto di tutela, l'assetto amministrativo, l'uso
del territorio, i piani di programmazione economica, sociale e
urbanistica e la loro attuazione, anche in caso di espropri,
devono tendere alla salvaguardia delle caratteristiche
storico-culturali.
"Prevedere forme più o meno velate di aggregazione forzata di
territori soggetti a tutela con altri - sostiene quindi Gabrovec
- magari sproporzionalmente molto più ampi, che non hanno le
stesse esigenze, non può che portare a forme di riduzione del
livello di tutela. Lo stesso vale se i Comuni tutelati vengono
privati delle principali competenze in campo di autogoverno,
programmazione urbanistica ed economica. E la gestione
amministrativa politica e burocratica, come anche dei servizi ai
cittadinii, in questi comuni deve rispondere alle esigenze legate
al bilinguismo operativo e visivo.
"Ogni ipotesi di riforma degli enti locali del Friuli Venezia
Giulia - conclude Gabrovec - deve quindi tener conto di quanto
sopra. La Slovenska skupnost (Unione slovena), che io rappresento
in Consiglio regionale e che è parte integrante della maggioranza
di governo, ha già chiesto un confronto urgente con la presidente
Debora Serracchiani, l'assessore Paolo Panontin e i vertici
regionali del PD, con il quale la Slovenska skupnost ha un
accordo politico-elettorale nel quale gli obiettivi riformistici
vengono inscindibilmente legati al rispetto dei principi di
tutela della minoranza slovena".