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SEL: Lauri, sbagliato non discurete subito mozione CIE Gradisca

09.07.2014
10:31
(ACON) Trieste, 9 lug - COM/AB - Dal contenuto del reportage pubblicato da un quotidiano locale il 28 giugno scorso, si evinceva come i lavori di ristrutturazione della ex caserma Polonio procedessero nella direzione di un nuovo utilizzo della stessa come Centro di identificazione ed espulsione, con caratteristiche costruttive che renderebbero il soggiorno di eventuali nuovi trattenuti ancora più lesivo dei diritti umani, la mozione contro la riapertura del CIE di Gradisca non verrà discussa nel corso delle sessioni di luglio del Consiglio regionale.

Lo ha deciso martedì la Conferenza dei capigruppo, respingendo la proposta del capopgruppo di SEL Giulio Lauri di discuterla nel corso della giornata del 29 luglio o, in alternativa e unitamente ad altri argomenti presentati come priorità dagli altri gruppi consiliari, in una nuova giornata di Consiglio prima della pausa estiva da calendarizzare il 30 luglio.

"Partendo da un testo già depositato da SEL il 19 giugno scorso - precisa Lauri - avevamo lavorato fino a metà mattina con la consigliera del PD Cremaschi per limare il testo in modo da potere essere condiviso e presentato da tutta la maggioranza. Alla fine non abbiamo trovato un accordo sulla richiesta di togliere un riferimento alla necessità che la Regione si faccia parte attiva per sostenere e favorire il lavoro di tutti coloro che nelle istituzioni e nella società civile vogliono accertare la verità sulla gestione dell'ordine pubblico e sull'uso dei lacrimogeni all'interno del Centro durante i fatti tragici dell'agosto scorso, quando durante l'ennesima protesta un giovane cittadino marocchino cadde dal tetto e si procurò quelle lesioni che poi dopo mesi ne causarono la morte".

"Nonostante la vicenda sia stata oggetto di un esposto sottoscritto da diverse associazioni e da alcuni parlamentari nazionali - continua Lauri - a questo punto si tratta di un particolare non determinante che non può giustificare il rinvio della discussione in Consiglio, perché da sabato scorso ci misuriamo con una novità: il ministero sta ristrutturando la Polonio per riutilizzarla come un CIE, altrimenti non si spiegherebbero tutte le sbarre che stanno costruendo e che la renderebbero di nuovo meno abitabile e vivibile di un carcere. Siccome la Regione e gli altri enti locali coinvolti sono fermamente contrari a quest'ipotesi, era importante e urgente fare arrivare al Governo la sua posizione, permettendo altresì al Consiglio di esprimere il suo indirizzo alla Giunta anche in merito a un'altra ipotesi che circola in ambienti governativi, e cioè che la struttura possa essere utilizzata per l'ampliamento dell'attiguo CARA".

"Pur comprendendo l'imbarazzo per il fatto che il Governo nazionale, con il ministro Alfano, stia spendendo ingenti risorse per un'opera che la Regione non vuole, la scelta del rinvio sine die della discussione di questa e di altre mozioni di contenuto analogo mi sembra grave e sbagliata: proprio nel momento in cui stiamo ridiscutendo i rapporti fra il Friuli Venezia Giulia e lo Stato, non cogliere l'urgenza sulla necessità che il Consiglio regionale ribadisca la propria ferma contrarietà alla riapertura del CIE, così come all'ampliamento del CARA, è un grave errore perché può essere letto come un'incertezza. Noi speriamo invece che su questo nella maggioranza nessuno stia cambiando idea".