SEL: Lauri, sbagliato non discurete subito mozione CIE Gradisca
(ACON) Trieste, 9 lug - COM/AB - Dal contenuto del reportage
pubblicato da un quotidiano locale il 28 giugno scorso, si
evinceva come i lavori di ristrutturazione della ex caserma
Polonio procedessero nella direzione di un nuovo utilizzo della
stessa come Centro di identificazione ed espulsione, con
caratteristiche costruttive che renderebbero il soggiorno di
eventuali nuovi trattenuti ancora più lesivo dei diritti umani,
la mozione contro la riapertura del CIE di Gradisca non verrà
discussa nel corso delle sessioni di luglio del Consiglio
regionale.
Lo ha deciso martedì la Conferenza dei capigruppo, respingendo la
proposta del capopgruppo di SEL Giulio Lauri di discuterla nel
corso della giornata del 29 luglio o, in alternativa e unitamente
ad altri argomenti presentati come priorità dagli altri gruppi
consiliari, in una nuova giornata di Consiglio prima della pausa
estiva da calendarizzare il 30 luglio.
"Partendo da un testo già depositato da SEL il 19 giugno scorso -
precisa Lauri - avevamo lavorato fino a metà mattina con la
consigliera del PD Cremaschi per limare il testo in modo da
potere essere condiviso e presentato da tutta la maggioranza.
Alla fine non abbiamo trovato un accordo sulla richiesta di
togliere un riferimento alla necessità che la Regione si faccia
parte attiva per sostenere e favorire il lavoro di tutti coloro
che nelle istituzioni e nella società civile vogliono accertare
la verità sulla gestione dell'ordine pubblico e sull'uso dei
lacrimogeni all'interno del Centro durante i fatti tragici
dell'agosto scorso, quando durante l'ennesima protesta un giovane
cittadino marocchino cadde dal tetto e si procurò quelle lesioni
che poi dopo mesi ne causarono la morte".
"Nonostante la vicenda sia stata oggetto di un esposto
sottoscritto da diverse associazioni e da alcuni parlamentari
nazionali - continua Lauri - a questo punto si tratta di un
particolare non determinante che non può giustificare il rinvio
della discussione in Consiglio, perché da sabato scorso ci
misuriamo con una novità: il ministero sta ristrutturando la
Polonio per riutilizzarla come un CIE, altrimenti non si
spiegherebbero tutte le sbarre che stanno costruendo e che la
renderebbero di nuovo meno abitabile e vivibile di un carcere.
Siccome la Regione e gli altri enti locali coinvolti sono
fermamente contrari a quest'ipotesi, era importante e urgente
fare arrivare al Governo la sua posizione, permettendo altresì al
Consiglio di esprimere il suo indirizzo alla Giunta anche in
merito a un'altra ipotesi che circola in ambienti governativi, e
cioè che la struttura possa essere utilizzata per l'ampliamento
dell'attiguo CARA".
"Pur comprendendo l'imbarazzo per il fatto che il Governo
nazionale, con il ministro Alfano, stia spendendo ingenti risorse
per un'opera che la Regione non vuole, la scelta del rinvio sine
die della discussione di questa e di altre mozioni di contenuto
analogo mi sembra grave e sbagliata: proprio nel momento in cui
stiamo ridiscutendo i rapporti fra il Friuli Venezia Giulia e lo
Stato, non cogliere l'urgenza sulla necessità che il Consiglio
regionale ribadisca la propria ferma contrarietà alla riapertura
del CIE, così come all'ampliamento del CARA, è un grave errore
perché può essere letto come un'incertezza. Noi speriamo invece
che su questo nella maggioranza nessuno stia cambiando idea".