M5S: Frattolin, Corte dei conti boccia indennità dei politici
(ACON) Trieste, 11 lug - COM/AB - "Esprimiamo grande
soddisfazione per la conclusione cui è giunta la Corte dei conti
in tema di indennità di funzione di sindaci e assessori: anziché
aumentarle, la Regione avrebbe dovuto applicare gli orientamenti
di contenimento della spesa pubblica fissati a livello nazionale.
Questi ultimi sono restrittivi - nel senso che il coordinamento
della finanza pubblica impone limiti anche alla disciplina
dettata da una Regione a statuto speciale come la nostra - e
vanno nella direzione di decurtare le indennità dei politici".
La capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale,
Eleonora Frattolin, commenta così la deliberazione della Corte
dei Conti sulla cosiddetta "maggiorazione dell'indennità di
funzione per gli amministratori locali titolari di pensione" che
tanto ha fatto discutere negli ultimi mesi.
"Sarebbe ora che anche il Friuli Venezia Giulia si decidesse a
ridurre i costi della politica, come sta avvenendo nelle altre
regioni d'Italia", aggiunge Frattolin.
Ecco i tre passaggi più rilevanti della deliberazione della
Corte:
"E' quindi alla luce dei limiti stabiliti dal legislatore
nazionale in attuazione del coordinamento della finanza pubblica
che va interpretata la disciplina del Friuli Venezia Giulia in
materia di indennità di funzione per gli amministratori locali,
al fine di comprendere se la maggiorazione prevista dalla
delibera di Giunta regionale n.1193 del 24 giugno 2011 spetti
anche agli amministratori locali titolari di reddito da pensione".
"La normativa regionale applicabile alle indennità di funzione
degli amministratori locali, per essere compiutamente compresa e
applicata, deve infatti essere letta congiuntamente ai principi
di coordinamento della finanza pubblica recati dal legislatore
statale, a cui la Corte costituzionale ha sempre dato un
particolare risalto, ritenendoli applicabili anche alle Regioni a
statuto speciale".
"Posto quindi che la disciplina delle indennità di funzione degli
amministratori locali, dopo l'iniziale previsione del D.Lgs.
267/2000, ha avuto una serie di limitazioni (recate in
particolare dall'art. 2, comma 25, legge 24 dicembre 2007 n. 244;
dall'art. 61, comma 10 e dall'art. 76, comma 3, DL 25 giugno 2008
n. 112, convertito nella legge n. 133/2008; dall'art. 5, comma 7
del DL n. 78/2010), anche la surrichiamata disciplina regionale
va considerata in base agli orientamenti (restrittivi) sulle
maggiorazioni delle indennità di funzione, in quanto espressi in
sede di fissazione dei limiti dovuti al coordinamento della
finanza pubblica".
"Per noi è chiaro ciò che emerge da questa deliberazione della
Corte dei conti - precisa la portavoce M5S: la disciplina
regionale deve tener conto della necessità del contenimento della
spesa pubblica. Attualmente la delibera regionale non cita in
maniera esplicita il caso di amministratori in quiescenza e
questo ha portato a diverse interpretazioni. Ora gli enti locali
non dovrebbero più avere dubbi interpretativi e, a nostro avviso,
devono da subito escludere l'aumento delle indennità a questa
fattispecie di amministratori che causa ogni mese un costo
complessivo per le casse pubbliche di almeno 40mila euro".
"Questo almeno nell'attesa che la Giunta regionale si decida a
modificare la delibera n. 1163 del 24 giugno 2011, chiarendo una
volta per tutte in maniera esplicita a chi vada applicato tale
aumento, in conformità ovviamente con il contenimento e
coordinamento della finanza pubblica, cosa - conclude Frattolin -
da noi sollecitata da mesi con diverse interrogazioni che non
hanno trovato un'adeguata risposta".