AR/LN: Revelant e Zilli, due distretti sanitari per Gemona e montagna
(ACON) Trieste, 16 lug - COM/RCM - "La salute pubblica non può
essere mercanteggiata con altri interessi. Riformare la sanità
per eliminare sprechi e doppioni è un esercizio responsabile, ma
alimentare deliberatamente rivalità tra capoluogo e periferia è
una condotta che non può trovare il nostro sostegno. Chiediamo
alla presidente Serracchiani di rivedere alcune sue convinzioni
rispetto alle esigenze di Gemona e della montagna prima di
procedere con la riforma della sanità. Qui serve una prova di
coraggio, non una carneficina".
Roberto Revelant (Autonomia Responsabile) e Barbara Zilli (Lega
Nord) contestano una riforma che "cancella 800 anni di storia
dell'ospedale di Gemona, mortifica il comparto sanitario di un
territorio che l'ha gestito con responsabilità e lungimiranza,
come confermano i bilanci in attivo dell'Ass 3.
"Il nosocomio gemonese, di recente costruzione antisismica, posto
in prossimità di tutte le linee di comunicazione principale
(autostrada, ferrovia, viabilità principale), appena accreditato
dalla Joint commission per l'adeguatezza e la sicurezza delle
prestazioni, viene nei fatti cancellato, annientato, demolito.
Contestualmente, altre strutture molto meno solide e virtuose
paiono inattaccabili. Perché?
"La verità è che i tagli non sono guidati da una logica di equità
sociale, ma da precise ragioni politiche. Si concede ai centri
principali per raschiare servizi e presidi ai territori più
marginali e, quindi, più deboli. Non c'è niente di virtuoso nel
colpire chi non può difendersi, né niente di logico nell'imporre
una riforma che non viene né condivisa né digerita da
amministratori locali e territorio".
Ancora Zilli e Revelant: "La riforma non può prescindere da
alcune precise garanzie: devono restare due distretti
socio-sanitari diversi nei territori montano e gemonese-san
danielese e tarcentino. Solo la presenza di due distretti e la
piena sinergia tra tutti i soggetti del settore possono fungere
da collante nel rapporto ospedali/territorio.
"La presidente Serracchiani aveva promesso che non avrebbe
toccato l'ospedale di Gemona. È stata di parola a metà. Le mura
sono intatte. Ma resteranno solo quelle".