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AR/LN: Revelant e Zilli, due distretti sanitari per Gemona e montagna

16.07.2014
14:56
(ACON) Trieste, 16 lug - COM/RCM - "La salute pubblica non può essere mercanteggiata con altri interessi. Riformare la sanità per eliminare sprechi e doppioni è un esercizio responsabile, ma alimentare deliberatamente rivalità tra capoluogo e periferia è una condotta che non può trovare il nostro sostegno. Chiediamo alla presidente Serracchiani di rivedere alcune sue convinzioni rispetto alle esigenze di Gemona e della montagna prima di procedere con la riforma della sanità. Qui serve una prova di coraggio, non una carneficina".

Roberto Revelant (Autonomia Responsabile) e Barbara Zilli (Lega Nord) contestano una riforma che "cancella 800 anni di storia dell'ospedale di Gemona, mortifica il comparto sanitario di un territorio che l'ha gestito con responsabilità e lungimiranza, come confermano i bilanci in attivo dell'Ass 3.

"Il nosocomio gemonese, di recente costruzione antisismica, posto in prossimità di tutte le linee di comunicazione principale (autostrada, ferrovia, viabilità principale), appena accreditato dalla Joint commission per l'adeguatezza e la sicurezza delle prestazioni, viene nei fatti cancellato, annientato, demolito. Contestualmente, altre strutture molto meno solide e virtuose paiono inattaccabili. Perché?

"La verità è che i tagli non sono guidati da una logica di equità sociale, ma da precise ragioni politiche. Si concede ai centri principali per raschiare servizi e presidi ai territori più marginali e, quindi, più deboli. Non c'è niente di virtuoso nel colpire chi non può difendersi, né niente di logico nell'imporre una riforma che non viene né condivisa né digerita da amministratori locali e territorio".

Ancora Zilli e Revelant: "La riforma non può prescindere da alcune precise garanzie: devono restare due distretti socio-sanitari diversi nei territori montano e gemonese-san danielese e tarcentino. Solo la presenza di due distretti e la piena sinergia tra tutti i soggetti del settore possono fungere da collante nel rapporto ospedali/territorio.

"La presidente Serracchiani aveva promesso che non avrebbe toccato l'ospedale di Gemona. È stata di parola a metà. Le mura sono intatte. Ma resteranno solo quelle".