Pd: Codega, preoccupazione per lavori riattivazione strutture CIE
(ACON) Trieste, 27 lug - COM/MPB - Continuano le visite dei
consiglieri regionali al Cie di Gradisca. Dopo Silvana Cremaschi,
hanno visitato il centro, tra gli altri, anche i consiglieri del
Pd Franco Codega, Chiara Da Giau e Diego Moretti e il vicesindaco
di Gradisca Enzo Boscarol. Scopo della visita era quello di
verificare lo svolgimento dei lavori di riattivazione della
struttura attraverso un puntuale sopraluogo dei locali.
"L'impressione derivata - commenta Codega - è stata del tutto
negativa: si sta procedendo infatti alla riattivazione delle
strutture e impianti esattamente come erano prima. Il che non
lascia presagire nulla di buono. I responsabili dei lavori - fa
sapere ancora Codega - hanno comunicato di non avere alcuna idea
dell'uso che si intende fare della struttura, ma non ci vuole
molto a capire che se tutto ritorna come prima, anche l'uso che
se ne farà non sarà molto diverso. Pertanto, l'idea che si sia il
pericolo che, nonostante le assicurazioni del ministro
dell'Interno Alfano, si torni a rimettere in piedi il Cie è
tutt'altro che peregrina. Nella migliore dell'ipotesi si
assisterà a un ampliamento del Cara (Centro Accoglienza
Richiedenti Asilo) struttura adiacente, che accoglie i
richiedenti asilo".
La delegazione ha quindi svolto una visita anche al vicino Cara:
un ambiente del tutto diverso, sia nella cornice ambientale
(niente sbarre, spazi aperti, grande cortile, ambiente adibito a
moschea, locale scuola), sia negli spazi di movimento anche
all'esterno (dalle otto di mattina alle venti) per frequentare la
vicina cittadina di Gradisca.
La struttura ospita al momento 204 persone, quindi secondo Codega
"risulta al momento vivibile, ma già al limite della propria
funzionalità. L'ipotesi che possa essere più che raddoppiata con
l'aggiunta della struttura ex Cie rinnovata, non va bene. Non è
possibile infatti creare un centro che ospiti 400-500 persone, di
diverse etnia e provenienze, ammassate in unica struttura e che
quotidianamente si riversano su una piccola cittadina. Non è
questa la soluzione giusta. Questi ospiti - conclude Codega -
vanno indirizzati in piccoli gruppi, in diverse città e comunità
ove possono creare una vera interlocuzione con gli abitanti. Le
grandi strutture sono difficilmente gestibili e fonte di
tensione. Sia all'interno che all'esterno".