CR: attività culturali, relatrice di minoranza Frattolin (2b)
(ACON) Trieste, 28 lug - RCM - Perplessi sulla tempistica
imposta dalla Giunta all'approvazione del disegno di legge: è
così che Eleonora Frattolin ha espresso le preoccupazioni del suo
Gruppo, il MoVimento 5 Stelle, sul provvedimento in materia di
attività culturali all'attenzione dell'Aula.
Un disegno di legge che non evidenzia assolutamente misure
urgenti e improcrastinabili - ha quindi aggiunto la consigliera,
unica relatrice di minoranza - ma si occupa di aggiornare tutta
la datata normativa regionale di settore, perlomeno la parte
delle attività culturali, rimandando al futuro prossimo quella
sui beni. Appare non solo al di sotto di qualsiasi aspettativa,
ma anche difficilmente qualificabile come norma quadro, quale
pretende di essere.
La Frattolin ha, quindi, elencato le problematiche che a suo dire
potrebbero sorgere da qui a breve, partendo dall'ERT come unico
circuito multidisciplinare per lo spettacolo dal vivo,
anticipando le scelte ministeriali che stabiliscono, sì, che si
possano accorpare più discipline in uno stesso circuito, ma che
non eliminano la possibilità di coesistenza di diversi circuiti
nella medesima regione. Tali disposizioni ministeriali non sono
ancora legge, meglio quindi attendere.
Inoltre, la norma non determina criteri e finanziamenti sui quali
basare la politica regionale in ambito culturale, criteri che
sono stati relegati tra le voci da definire in regolamento. Non
si inserisce un minimo di innovamento e di incoraggiamento alle
giovani generazioni; l'inserimento della qualità e della sua
misura tra i principi ispiratori fa sorgere l'interrogativo su
chi decide cosa sia qualitativo (per la Frattolin va individuato
un tavolo di esperti, non coinvolti nei finanziamenti, a cui far
giudicare); un principio condivisibile, ma di difficile
definizione, è la sostenibilità, che dovrebbe tradursi in un
sostegno finanziario pro tempore.
Infine, una perplessità: più di un anno fa si era inteso legare
la cultura e i finanziamenti correlati al territorio, ai Comuni,
senza dubbio maggiormente consapevoli di quali siano le realtà
storiche e nuove meritevoli. In quest'ottica - scrive la
Frattolin a nome del suo Gruppo - non riusciamo a comprendere per
quale motivo, per questa revisione organica della normativa sulla
cultura, non si sia potuto aspettare la definizione della
prossima riforma degli enti locali; né riusciamo a comprendere
perché, a dispetto delle intenzioni di un anno fa, in questo
disegno di legge si parli di tutto fuorché di enti locali.
(segue)