II Comm: appalti e cantieristica navale, Fincantieri in audizione
(ACON) Trieste, 30 lug - RCM - Appalti e cantieristica, ovvero
indotto e Fincantieri: un sistema che non funziona e che abbiamo
denunciato da anni. È quanto hanno affermato i rappresentanti
sindacali di CGIL, CISL e UIL in occasione dell'audizione in II
Commissione consiliare presieduta da Alessio Gratton (SEL).
Da parte delle tre sigle sindacali sono emerse preoccupazioni che
hanno origini vecchie e che sono state fatte arrivare sino ai
tavoli della magistratura con esplicite denunce.
Tra le loro proposte, piuttosto che riscrivere un Protocollo di
controllo e gestione degli appalti (oggi vige quello del 2007)
che non serve a risolvere le carenze di Fincantieri, meglio un
rapporto diretto con i lavoratori, raccogliere le loro lamentele
e poi semmai rivolgersi alla magistratura; tenere alto il livello
qualitativo dell'indotto garantito dalle ditte locali, formarlo
ancora di più per salvaguardarne la professionalità già alta;
inserire un sistema di timbratura di entrata e uscita per
verificare quante ore veramente un lavoratore sta in quella
fabbrica e che il dato sia confrontato con quanto viene pagato;
non intervenire solo a livello regionale, scorporando Monfalcone
dagli altri stabilimenti, anche se si tratta del più grande,
perché il Gruppo è internazionale e si deve fare un discorso
complessivo.
Quanto alla quotazione in borsa di Fincantieri, i sindacalisti si
sono limitati a rilevare che non risulta essere stata
un'operazione di successo.
A presentare Fincantieri, i suoi 21 stabilimenti in 4 continenti,
di cui 8 in Italia e la "testa" a Trieste, con il settore
crociere che copre il 50% del mercato globale, a cui si
aggiungono i settori off shore e militare e ciò rende Fincantieri
unica al mondo, il suo fatturato, i suoi clienti che solo per il
24% sono italiani ma ben il 56% della produzione avviene in
Italia e con l'80% di ciò che c'è in una delle sue navi è Made in
Italy, è stato l'amministrazione delegato Giuseppe Bono.
Da uno studio - ha reso noto l'AD - è emerso che la cantieristica
navale crea il maggior numero di ricaduta di crescita e indotto:
il rapporto è di 1 a 5,5. Senza gli appalti, senza l'indotto, noi
non potremmo fare le navi, ecco perché siamo molto attenti a
questo aspetto. Senza appalti non potremmo trovare saldatori e
quant'altro e dunque non potremmo andare avanti. E comunque,
dei 7.431 dipendenti in forza presso la nostra azienda in Italia
(dato al 30.06.2014), quelli con contratto di apprendistato sono
solo 68, pari allo 0,9 %.
Noi, quando parliamo di mobilità, parliamo di mobilità interna.
Tra 10 anni ci perderemo moltissimi "maestri" che non sapremo
come rimpiazzare anche perché abbiamo distrutto tulle le scuole
professionali, dei mestieri. La preoccupazione per il futuro, se
c'è, non è sulla mancanza di mercato, ma questa.
Un'altra carenza, che magari emergerà più tra 10 anni ma noi lo
stiamo denunciando già ora - ha proseguito Bono - è che le navi
da crociera sono sempre più grandi e tra un po' i bacini non lo
saranno abbastanza, perciò anche Monfalcone, che pure è il più
grande, non sarà sufficiente. Inoltre, andrebbero modificate
alcune regole se vogliamo che l'industria viva. Ad esempio, se
noi verifichiamo che uno ruba, non lo possiamo licenziare perché
per la privacy non possiamo essere noi a scoprirlo, ma la
polizia. Cose così fanno morire l'impresa.
Quanto alla sicurezza, le regole che valgono per noi, valgono
anche per gli altri, appalti e subappalti - ha garantito -. La
quotazione in borsa è andata benissimo, con più di 55mila
italiani che hanno sottoscritto le nostre azioni e con più di 350
milioni di euro portati a casa. Se qualcuno ha dei fatti da
denunciare, vada alla Procura della Repubblica e faccia le sue
denunce; noi le nostre le abbiamo fatte. E non siamo noi che
dobbiamo arginare l'infiltrazione mafiosa. Noi non abbiamo
delocalizzato, avremmo potuto farlo invece no, però siamo
costretti a chiamare gli stranieri perché gli italiani non li
troviamo.
In alcune ne occasioni ci hanno contestato anche l'applicazione del
contratto: ma allora, i contratti valgono o no? Tra sindacati non
sono sempre d'accordo su ciò che vogliono, e non è facile
metterli tutti insieme e capire come accontentarli. Molti giovani
sindacalisti non hanno mai visto un cantiere, parlano solo per
interposta persona. Lo scorso anno abbiamo fatto 250.000 ore di
formazione: vorremmo che tutti facessero la loro parte come la fa
Fincantieri e smetterla con la cultura dell'antagonismo a tutti i
costi. Noi - ha concluso Bono - abbiamo già messo le verifiche
delle entrate e delle uscite; non solo, fosse per noi metteremmo
microcip negli scarponi dei lavoratori per sapere dove sono
esattamente, quando lavorano sulle navi, specie quando accadono
inconvenienti: sarà una rivoluzione che ci contesteranno, ma ci
dovremo arrivare.
(foto)
v.2