M5S: Sergo, aperture domenicali, ben venga il referendum
(ACON) Trieste, 19 ago - COM/MPB - "Durante questo anno e mezzo
di battaglie abbiamo sempre creduto che il referendum fosse
"l'ultima spiaggia", l'ultima cartuccia da sparare. La decisione
di arrivare a questo punto è l'ennesima sconfitta per una
maggioranza di Governo inesistente, quindi ben venga che l'ultima
parola spetti al popolo italiano". Il consigliere regionale del
MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo commenta così l'ipotesi
referendum sulle aperture domenicali.
"Eppure ci sono tante cose che non tornano - aggiunge Sergo -. La
prima? Il popolo italiano si è già espresso in materia e il
risultato del referendum del 1995 è stato netto e inequivocabile.
I cittadini italiani, che sono ben più lungimiranti dei politici,
si erano detti, infatti, contrari all'ipotesi di liberalizzare
gli orari degli esercizi commerciali. Purtroppo però, come al
solito, i partiti si sono sottomessi alle lobby e alle
multinazionali, agevolando la distruzione di quella che era la
piccola media impresa "commerciale" italiana, desertificando i
centri storici delle nostre città, contribuendo al loro degrado,
per favorire invece il fiorire dei centri commerciali nelle
nostre periferie.
"Ancora oggi si vuole proseguire con questa logica, per esempio,
in una città piccola come quella di Udine - ricorda il portavoce
M5S -. È del tutto insensato far scegliere ai sindaci se i negozi
devono stare chiusi o meno la domenica.
"Ma ve lo vedete un sindaco di un Comune con meno di mille
abitanti dove è stato costruito un mega centro commerciale che si
oppone alle richieste del magnate di turno di rimanere aperto?
Dopo tutto quello che han fatto per approvare varianti e contro
varianti e favorirne la costruzione?" - si chiede Sergo che
attacca -: "Adesso, dopo dodici mesi che chiediamo l'abrogazione
dell'art. 31 del decreto "Salva Italia" di Monti che al nostro
Paese ha causato solo danni e problemi, i politici giocano la
carta del referendum? Gli stessi politici che solo un anno fa -
senza neanche aver letto la direttiva - dicevano "non possiamo
fare niente, la Bolkenstein ce lo impedisce"?
"Ecco, ora questi politici propongono il referendum, ovvero un
modo per far passare altro tempo e per evitare che da settembre
venga discussa in Aula la proposta di legge del MoVimento 5
Stelle, così come promesso prima della chiusura dei lavori dal
presidente della Commissione Attività Produttive Epifani -
afferma Sergo -. Prima di invocare il referendum non sarebbe
meglio fare le dovute pressioni sul Parlamento affinché quel
testo di legge venga approvato nel più breve tempo possibile?".