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NCD: Colautti, riforma sanitaria manca del coraggio del riformatore

20.08.2014
18:24
(ACON) Trieste, 20 ago - COM/MPB - Il capogruppo del NCD in Consiglio regionale Alessandro Colautti interviene sulla riforma sanitaria alla vigilia dell'avvio dei lavori della Commissione competente calendarizzati per la prossima settimana. Colautti, citando alcuni dati di riferimento - 28,5% di ultra sessantacinquenni 65 anni e 5,6% di ultra ottantacinquenni nella popolazione totale, quindi 3 ultrasessantacinquenni ogni 2 persone sotto i vent'anni - ribadisce "la posizione responsabile espressa in più sedi da parte del NCD sulla disponibilità a concorrere alla riorganizzare dell'intero settore, a fronte della modificata domanda di salute", "nonché legata a esigenze di vincoli finanziari che impongono scelte forti per garantire un'efficace governo della spesa", sottolinea che "la posizione del NCD non è stata "ideologica" rispetto alla scelta di fondo operata a favore dello strumento organizzativo volto a garantire la tanto agognata continuità tra Ospedali e territorio, pur sapendo che ciò comporta un profondo cambiamento "culturale" dei vari portatori di interesse (ad esempio medici di base)". "Tutto ciò premesso e pur consapevoli della complessità e sensibilità (spesso strumentalmente sollecitata) del tema salute - continua Colautti -, la sensazione che emerge dopo un anno e mezzo di ascolto e annunci è che ancora prima di cominciare già ci siano dei ripensamenti che dovremo capire da cosa determinati: da fattori tecnici o da mediazione politica ex ante?". "Un tanto si evince dalle dichiarazioni dell'assessore Telesca a commento del testo depositato in Consiglio regionale e già modificato su due punti non banali come lei vorrebbe far credere. Il primo è il ripristino H24 del pronto soccorso di Cividale e Gemona, il secondo l'inserimento del termine "ospedaliero" nei Presidi per la salute". "E' di tutta evidenza - argomenta il capogruppo NCD - che queste due decisioni stanno a dimostrare un ripensamento o una confusione di partenza da parte della maggioranza (positivo?) perché è evidente, ad esempio, che il termine "ospedaliero" impone la definizione di requisiti conseguenti che fa a pugni con lo sbandierato principio della continuità delle cure e con il riassetto funzionale della spesa, di fatto mantenendo lo status quo.

"Una delle critiche poi mosse alla riforma Tondo era quella di aver tenuto conto del contenitore (le ASL ridotte a tre) e non dei contenuti (i bisogni di salute). Bene, strada facendo si sta di fatto giungendo, dopo un giro largo, alla ridefinizione organizzativa lasciando molto sulla carta la parte dei bisogni di salute, operando invece scelte di cui non si vede l'utilità raggiungendo il paradosso dell'Azienda Sanitaria n. 2 Isontina- Bassa Friulana che avrà due differenti "HUB" (Ospedali di riferimento) per i suoi due presidi integrati. "Più razionale - prosegue Colautti - appare ancor oggi l'ipotesi che vedeva la parte Isontina con Trieste e la Bassa Friulana con Udine (la media di bacino in FVG è di 244.000 abitanti, in Emilia Romagna 395.000, in Toscana 300.000), alla fine 3 Aziende. Va de sé che se mancheranno le decisioni ci troveremo in situazioni come quella dell'Ospedale di Udine dove la passività è dovuta anche (non solo) a costi derivanti da servizi provenienti dal territorio o svolti dall'ospedale a beneficio del territorio (vedi l'attività di laboratorio). Da qui nasce una evidente discrasia di spesa tra le strutture territoriali che risparmiano, (forse a fronte di minori servizi erogati?), e gli ospedali. "Speriamo per lo meno che nella redistribuzione delle risorse allocate in assestamento di bilancio (56 milioni) si tenga conto di questo. "Manca, inoltre, per un giudizio più approfondito, la conoscenza di documenti sinora solo enunciati riguardanti la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e dell'assistenza ospedaliera e l'impatto del disegno di legge con il Patto per la Salute 2014-2016 approvato dal Ministro Lorenzin. "Un serio riassetto del sistema sanitario regionale - conclude Colautti - necessita del coraggio del riformatore, che è una via di mezzo fra il perseguimento di obiettivi a lungo termine e la realizzazione di altri a breve; la sensazione è che tutto venga traguardato a lunghissimo termine in un'operazione che più che a una riforma assomiglia al "gattopardo": ce lo possiamo permettere?", è la chiosa del capogruppo NCD.