Citt: Gregoris, pieno sostegno a riforma sanità
(ACON) Trieste, 22 set - COM/AB - La riforma sul riordino
dell'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario
regionale ha potuto contare anche sul fattivo contributo dei
Cittadini.
Nel corso degli ultimi mesi, i rappresentati del movimento civico
regionale hanno incontrato decine di addetti ai lavori per
raccogliere spunti e suggerimenti trasformati poi in proposte
alla Giunta. Di recente, nel corso di un incontro con l'assessore
Maria Sandra Telesca - alla quale è stato assicurato il pieno
sostegno del Gruppo consiliare quando a fine mese il
provvedimento approderà in Aula per l'approvazione - una
delegazione dei Cittadini formata dal presidente del movimento
Bruno Malattia, da alcuni medici tra cui Sirio Carniello e Gianni
Segalla, nonchè dai consiglieri regionali Gino Gregoris ed
Emiliano Edera, ha evidenziato l'importanza e la necessità del
ruolo centrale che saranno chiamati a ricoprire i medici di
famiglia di tutta la regione.
"Come tutti i sistemi sanitari pubblici - ha spiegato il
consigliere regionale Gino Gregoris - anche quello della nostra
regione potrà funzionare adeguatamente solo se in esso sarà
veramente centrale il ruolo del medico di famiglia; questo
professionista costituisce di fatto quasi sempre il primo
referente del cittadino con un problema di salute, ha il compito
di fare sintesi sulla singola persona degli interventi, per forza
parziali, dei vari specialisti, integra gli aspetti tecnici della
cura con quelli bio-psico-sociali che tanto influenzano la
sensazione di benessere o malessere delle persone".
L'obiettivo della riforma è avere strutture ospedaliere di
maggiore qualità e quindi più efficienti e sicure, ma allo stesso
tempo potenziare le cure territoriali. È previsto, infatti che, a
partire dal 2015, i medici lavorino sul territorio in modo
coordinato, nelle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT),
collegati tra loro per via informatica, con orari di apertura
degli ambulatori integrati a coprire l'arco della giornata, con
modalità di gestione delle patologie basate su percorsi
diagnostici, terapeutici e assistenziali (PDTA) definiti e
strutturati con la collaborazione di tutti gli attori del sistema
in una rete di continuità assistenziale finalmente centrata sul
cittadino. Dove il contesto urbanistico e sociale lo renderà
opportuno, questo potrà avvenire anche con la condivisione da
parte di più medici di famiglia di un'unica struttura
ambulatoriale - medicina di gruppo - dotata di personale di
segreteria e infermieristico e aperta anche all'inserimento di
altri operatori sanitari (medici di continuità assistenziale,
specialisti ospedalieri, fisioterapisti, psicologi) nei Centri di
Assistenza Primaria (CAP).
"Lavorare in equipe, gomito a gomito, o comunque in relazione -
ha sottolineato Gregoris - stimolerà la crescita professionale
dei medici di famiglia, favorirà il confronto e l'integrazione
con tutti gli operatori, in particolare, con gli specialisti
ospedalieri, renderà il lavoro più organizzato e meglio gestito,
permetterà l'utilizzo, nelle strutture territoriali e senza il
continuo e inappropriato ricorso all'ospedale, di quella
strumentazione diagnostica e terapeutica di primo livello
(elettrocardiografo, ecografo) che queste nuove forme
organizzative renderanno poco onerosa dal punto di vista dei
costi di acquisizione e affidabile perché applicata ad una vasta
coorte di pazienti".
"La riforma - ha concluso Gregoris - contiene principi e
strumenti idonei a elevare e uniformare finalmente gli standard
assistenziali della medicina di famiglia, migliorare le cure sul
territorio ai malati cronici e anche alla piccola acuzie, creare
continuità e integrazione con l'ospedale".